AL GIFFONI FILM FESTIVAL TRE ANTEPRIME NAZIONALI A TEMATICA GAY

Tra le quali “Elliot Loves”, opera prima di Gary Terracino, già premiata al Miami GLFF, e scelta dalla distribuzione TLA Releasing per inaugurare il suo sbarco in Italia

E’ da poco iniziata la 42ma edizione del Giffoni Film Festival (GFF – 14-24 luglio), unico festival italiano dedicato al cinema per ragazzi. Il GFF “nasce nel 1971 da un’idea di Claudio Gubitosi: promuovere e far conoscere il cinema per ragazzi, elevandolo dalla posizione marginale che occupava al tempo, ai ranghi più consoni di un “genere” di grande qualità e capacità di penetrazione del mercato”
I film selezionati affrontano temi sempre importanti e, talvolta, delicati, presentati attraverso discussioni che seguono alla visione dei film.
Le giurie sono divise in sei sezioni composte da ragazzi che vanno dai tre ai 18 anni, più una sezione speciale dedicate alle lezioni di cinema Masterclass.
Oggi il GFF è riconosciuto a livello internazionale. Dal 2001 ha creato una rete di festival nel Mondo – Giffoni World Alliance- che usano il format del festival per diffondere a livello planetario film per ragazzi di grande qualità.

Sorprende che un festival dedicato ai ragazzi abbia il coraggio di affrontare tematiche scottanti come ad esempio l’omosessualità, quasi sempre sempre presente nelle sezioni più adulte, e spesso assegnando premi ad opere come C.r.a.z.y. (2006) od Emporte-moi (1999). Anche quest’anno troviamo nel programma ben tre film a forte tematica gay, tutti di ottimo livello. Altri film contengono riferimenti lgbt, come HUNKY DORY di Marc Evans. Fuori concorso toviamo film già usciti come LA KRYPTONITE NELLA BORSA di Ivan Cotroneo, presentato il 18 luglio con un incontro dibattito col regista, e UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILE di Roberto Faenza.

Ma veniamo alle tre anteprime nazionali a tematica lgbt, iniziando da ELLIOT LOVES di Gary Terracino, film vincitore del premio del pubblico al Miami Gay & Lesbian Film Festival 2012, acquistato dalla distribuzione TLA Releasing, specializzata in opere a tematica gay, società che sta per sbarcare anche in Italia proprio con questo film.

ELLIOT LOVES di Gary Terracino
presentato nella sezione GENERATOR +18 (21 luglio, ore 19.00 sala Lumiere)

Innamorarsi a New York è possibile – L’amore al tempo del sesso facile

di Manuel Peruzzo

Gary Terracino ha 41 anni ma come regista è poco più che un giovane esordiente; o quel che si può definire una seducente novità. “Elliot Loves” è la sua opera prima: il racconto di formazione e di educazione sentimentale del giovane domenicano Elliot. In concorso ed in anteprima europea al Giffoni Film Festival, il film è stato premiato dal pubblico del Miami Gay and Lesbian Film Festival 2012.
La linea temporale del film intreccia il passato di Elliot, quando è bambino di nove anni e interpreta la parte camp di modelle in spot TV di fronte allo specchio del bagno, al tempo presente in cui ne ha 21, e come la madre cerca disperatamente l’amore, o per lo meno di sfuggire alla solitudine. In un gioco sapiente di montaggio si alternano le scene in cui Elliot cerca la felicità amorosa, e sono le più riuscite in cui si tocca il tono grottesco del miglior Darren Star, sceneggiatore di Sex and the city, a scene melodrammatiche in cui la delusione pare non dare tregua ai cuori romantici.
“Elliot Loves” è soprattutto la storia del bisogno d’amore di entrambi i protagonisti; da una parte una madre fragile e naif, Ma, e dall’altra il proprio figlio carico di ottimismo ed energia, Elliot. Ma è una giovane e incosciente ragazza madre che ha dovuto abbandonare prematuramente la vita spensierata da adolescente quando è rimasta incinta da un altrettanto giovane e spensierato compagno di classe. Lui non vuole saperne del bambino, lei piange e si dispera, ma poi lo tiene. Come madre fa tutto il possibile per occuparsi di Elliot, ma a volte finisce col sembrare la sorella maggiore con cui vedere la TV e sognare un futuro migliore. Ovviamente. Ma si innamora sempre dei tipi sbagliati: il suo compagno attuale è un pigro disoccupato che non dimostra interesse per nulla al mondo se non per la televisione. Elliot lo odia, i due hanno un rapporto che passa dal comico al tragico, un rapporto di incompatibilità e conflittualità caratteriale che si risolve in un rifiuto.
Elliot è la negazione di ogni cliché sull’incompatibilità tra amore e omosessualità; è il frutto della rivendicazione omosessuale arcobaleno, tutto l’opposto di quella controcultura queer decantata da Bruce LaBruce. Al sesso preferisce parlare, consocere il proprio partner di cui, non c’è neppure bisogno di dirlo, si innamora follemente nello spazio di un battito di ciglia. Così la sua prima delusione d’amore avviene con un bel ragazzo messicano che gli nasconde di essere già fidanzato. La rivelazione sarà tragica per Elliot, e non sarà che la prima di una serie. In effetti, quel che vediamo è l’amore romantico eterosessuale interpretato da un ragazzo gay, la ricerca del principe azzurro è un topos della chick-lit, la letteratura per donne single in carriera, quel romanzo rosa che dagli anni ’90 fa best seller in libreria e milioni di dollari al botteghino. I gay si sono trasformati in Bridget Jones; la massima aspirazione è guardare un film mangiando gelato col proprio fidanzato; ciononostante, nel mondo che si sono costruiti, – fatto di club, di applicazioni per sexdating, di orge folli -, non c’è spazio per il romanticismo. In questo film c’è quella larga parte di omosessuali che provano fastidio per il sesso occasionale e desiderano relazioni più normali(zzate).
L’utilizzo dei toni leggeri da commedia sono un buon espediente per valorizzare le scene melodrammatiche. La recitazione è intenzionalmente sovra-espressiva, con una mimica che ricorda le strisce di un fumetto fantasy. Terracino ha fatto ricorso all’animazione per alcune scene in cui veniamo trasportati nel mondo naif di Elliot. Questi mezzi sono un modo abile e ben riuscito di ovviare a limitazioni produttive dovute ad alti costi e al budget ridotto. Sotto questo aspetto “Elliot Loves” è anche un caso di studio per il cinema indipendente. Parte del capitale investito nella produzione è stato raccolto grazie alla campagna online del sito KickStarter.com, un crowd funding che permette ai creativi di chiedere donazioni in denaro per realizzare i propri progetti. Oltre 9.000 dollari sono stati raccolti grazie a spettatori che hanno creduto valesse la pena finanziare il film di Terracino. Grazie a questi investitori il film ha potuto terminare la post-produzione ed essere distribuito internazionalmente. Noi ci auguriamo possa essere la puntata pilota e che ne venga realizzata una brillante serie televisiva.

STRUCK BY LIGHTNING di Brian Dannelly
presentato nella sezione ANTEPRIME (22 luglio,, ore 21.00 sala Alberto Sordi)

Divertente e amara nello stesso tempo questa commedia-nera (solo per l’incipit) scritta (all’età di 17 anni), sceneggiata e interpretata da Chris Colfer (Glee) sotto l’abile regia di Brian Dannelly (Saved!). Carson Phillips (Colfer) muore colpito da un fulmine prima di finire il liceo. Scopriamo in flasback chi era e cosa faceva come direttore del giornalino scolastico, mentre sperava di diventare un giorno redattore del The New Yorker. Aveva grandi sogni che avrebbe potuto realizzare solo fuggendo dalla mediocrità di una piccola cittadina. A scuola Carson rimaneva estasiato davanti ai bicipiti degli studenti atleti, lavorava nel gruppo teatrale gay (il presidente ha un compagno gay non ancora pronto per il coming out), sosteneva le civettuole cheerleader, accettava i consigli dell’incapace assistente scolastica (Angela Kinsey). A casa doveva vedersela con una rassegnata mamma (Allison Janney) – ma sarà lei il vero motore delle sue scelte, un padre estraneo (Dermot Mulroney) e la sua nuova fidanzata incinta (Christina Hendricks, ‘Mad Men’), una nonna (Polly Bergen) che sta dolorosamente perdendo causa l’Alzheimer. Tra tutti il suo vero punto di riferimento e sostegno era la sua grande amica Malerie (Rebel Wilson), sfortunata e intelligente grassottella, sempre capace di tirati sù di morale e divertirti. E’ proprio grazie al suo aiuto che Carson riesce a reclutare una squadra di redattori per il giornalino scolastico, malvisto da tutti, e a farli lavorare con dei piccoli ricatti usando i segreti di ciascuno, tra i quali la gayezza velata di alcuni. Carson non è un moralista, anzi appare inizialmente come un opportunista, ma quando i suoi comportamenti, involontariamente, rendono i ragazzi più consapevoli dei loro desideri e delle loro reali ambizioni, egli accoglie la sfida di cambiare le cose al meglio per ognuno di loro… Molto ben amalgamati da sceneggiatura e regia i momenti tristi e quelli divertenti, le riflessioni serie con quelle più leggere, dove non manca mai una buona dose di ironia e sarcasmo, grazie anche alla bravura degli ottimi interpreti, tra i quali Rebel Wilson ruba la scena a tutti. Un viaggio verso la maturità che rompe coi canoni tradizionali dei film studenteschi, alzandosi decisamente di livello.

UNCONDITIONAL di Bryn Higgins
presentato nella sezione GENERATOR +18 (22 luglio, ore 19.00 sala Lumiere)

Un film audace e quasi folle come la storia che racconta, che la brutta locandina del film non richiama affatto. E’ la storia di un viaggio verso la maturità, verso la scoperta di se stessi, che mescola abilmente differenze di classi sociali, sessualità, età e amore folle. Commedia nera, sentimentale, psicologica, spesso anche divertente, scritta dal vincitore del premio Bafta, Joe Fisher, con ottime interpretazioni di Christian Cooke (The Promise, Cemetery Junction), Melanie Hill (Stardust) e dei sorprendenti esordienti Harry McEntire e Madeleine Clark. Kristen e Owen, sono sorella e fratello gemelli, diciassettenni, disadattati, alienati, chiusi nel loro mondo a parte, che passano le loro giornate a occuparsi della madre, Maureen: le vogliono bene, ma sono stanchi di prendersene cura, e fantasticano di ucciderla e scappare. Quand’ecco arriva Liam, ventenne, affascinante, aitante, un adone. Kristen se ne innamora perdutamente. Ma Liam sembra più interessato a Owen. Lo porta a farsi una bevuta, e dopo una partita a biliardo lo invita nel suo appartamento. Ubriaco, Liam spinge Owen a provare qualche vestito da donna che si ritrova in casa. Owen, che prima era oscurato dalla figura dominante della sorella, si trasforma in una donna bella e seducente in grado di attrarre tutti, compreso Liam, il quale si infatua di Owen, e gli offre un amore totale, incondizionato. Liam insiste perchè Owen si vesta sempre da donna quando esce con lui, e inizia a chiamarlo sempre col nome della sorella Kristen, mentre gli promette una futura e normale vita insieme (“l’indecisone è dei perdenti”)… Il regista Higgins, qui al suo esordio nel lungometraggio, ha dichiarato: “Sono cresciuto in una noiosa strada di Londra vicino al fiume. I segreti si nascondono dietro la porta di fronte. Sono attratto dalle storie di gente normale con terribili vite interiori, e da come la nostra ricerca d’amore ci possa mettere nei guai. Lo script meraviglioso di Joe suonava così vero: il mio ideale è fare film nei quali tutte le decisioni sulle riprese sono dettate dalle emozioni dei personaggi. L’incondizionato: i gemelli e Liam ci portano nel lato selvaggio, e io cerco di metterci le energie delle mie canzoni d’amore punk preferite. Volevo fare un film crudo e appassionante ma anche molto cinematografico, con umorismo e tensione”.


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