"Come non detto" un'altra commedia gay italiana in arrivo a settembre nelle sale

Primo lungometraggio del regista Ivan Silvestrini, affronta la tematica del coming out in famiglia. Articolo sul Corriere


Il protagonista Josafat Vagni sul set della commedia “Come non detto”, dal 7 settembre nelle sale

Il regista Ivan Silvestrini, etero (sposato con una donna) ma molto gayfriendly, esordisce nel lungometraggio con una commedia completamente gay, “Come non detto”. A giorni dovrebbe uscire anche un libro, scritto dal sceneggiatore del film, Roberto Proia, dal titolo “Come non detto. Il manuale del perfetto coming out” (Editore Sonzogno, 208 pp, € 16,00)
Prodotto da Guglielmo Marchetti per Mondo Home Entertainment, con il sostegno della Direzione Cinema presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, uscirà distribuito da Moviemax dal 7 settembre 2012. Il produttore Marchetti ha dichiarato che “il film vuole essere un’opera di intrattenimento, che segue la tradizione della commedia all’italiana pur trattando un tema socialmente rilevante quale l’importanza dell’accettazione di se stessi

Il film racconta in forma di commedia una bella storia d’amore gay, tipicamente italiana. Il protagonista Mattia (Josafat Vagni) si è innamorato di un bel giovane spagnolo, Eduard (Josè Dammert), gay solare e sereno che vive alla luce del sole la sua condizione (come ormai la maggior parte dei gay spagnoli – che in questi giorni stanno correndo a sposarsi per timore che il cambio di governo possa annullare la legge che consente i matrimoni tra omosessuali). Mattia invece è ancora nel limbo, ha superato la fase d’incertezza sulla propria identità, ma non se la sente ancora di venire del tutto allo scoperto, in un paese dove i gay sembrano inesistenti per le istituzioni pubbliche, per la Chiesa e per gran parte dei politicanti. I suoi migliori amici, Stefania (Valeria Bilello) e Giacomo (Francesco Montanari), sanno tutto, ma parenti e genitori non sanno nulla e credono alle bugie che ogni giorno Mattia gli racconta. Bugie che purtroppo Mattia racconta anche al suo amatissimo Eduard, qui con lo scopo opposto, quello cioè di fargli credere di essere come lui completamente dicharato e sereno. Per sfuggire ad una situazione sempre più complicata e difficile da sostenere, Mattia decide di trasferirsi a vivere dal suo compagno in Spagna, felicissimo di riceverlo. Le cose si complicano quando, proprio il giorno prima della sua partenza, arriva un messaggio da Eduard che annuncia il suo arrivo a Roma per conoscere i “suoceri” (Monica Guerritore e Ninni Bruschetta), giusto per fare ancora più felice il suo compagno, almeno così crede lui. Al povero Mattia non restano che due strade, entrambe dolorose: confessare a Eduard di avergli sempre mentito sulla sua vita da gay in Italia oppure vuotare il sacco in famiglia con imprevedibili conseguenze…

Intervistato da Gay.it, il regista ha dichiarato di aver scelto il protagonista, Josafat Vagni, “dopo un lungo processo di casting. Era il migliore e il più adatto al ruolo anche se all’inizio il suo aspetto da culturista non mi convinceva: è dimagrito di 10 chili per interpretare Mattia. Una piacevole scoperta segnalatami da un amico comune si è rivelato José Dammert: cercavamo proprio uno spagnolo. Inizialmente il suo personaggio era molto diverso nella sceneggiatura, ma dopo una serie di riflessioni abbiamo deciso di rendere il personaggio di Eduard coetaneo di Mattia. Così la storia si è rivelata più emozionante, si sono eliminati i rapporti di dominanza inevitabili in un rapporto tra età ed esperienze di vita diverse“.

PAGINA DEL CORRIERE DELLA SERA DEDICATA AL FILM

Il Corriere della Sera di oggi (7/7/2012) dedica un’intera pagina al film, dove la giornalista Stefania Ulivi racconta come avviene il fatidico coming del protagonista: “«Devo dirvi una cosa. Mamma, papà sono un diverso. No. Mamma, papà sono omosessuale. Che orrore…». Aveva sperato di non doverlo fare quel discorso: in fondo l’indomani sarebbe partito per iniziare la nuova vita in Spagna. Un lavoro tutto nuovo e un amore, Eduard, che lo aspetta. Il coming out può attendere. Invece l’arrivo a sorpresa del fidanzato che — come tradizione vuole — vuole conoscere i futuri suoceri, lo obbliga ad andare in scena nella più classica delle situazioni: davanti ai parenti riuniti intorno al tavolo per cena. E ripetere davanti al pubblico più temuto, la famiglia, frasi simili a quelle provate infinite volte davanti agli specchi di tantissime case italiane.” In precedenza aveva più volte provato a dichiararsi alla madre. Con effetti tragicomici. Per esempio, quando alla tv guardano insieme un servizio sul Gay Pride. «Sono gay, mamma». «Sì caro, lo vedo», risponde lei indicando lo schermo. Non vuole sapere….
Monica Guerritore, che nel film interpreta la madre del protagonista, dice: «Essere se stessi non è un atto eroico, non deve esserlo. Devi lasciarti respirare, permettere alla tua natura di prendere aria. Vale per Mattia, ma anche per tutti gli altri». La sua Aurora è una donna simpatica e silenziosa, un po’ svanita, schiacciata da un matrimonio che non le somiglia, che cerca dove può le parole per dirlo. Anche lei a un certo punto fa il suo coming out. «Dopo aver passato anni a fingere che tutto andasse bene, trova il coraggio di separarsi da un marito impresentabile»

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.