GRAZIE LUCIO

Hai fatto grande la musica italiana, ci hai fatto sognare, pensare e amare, anche le cose di cui nessuno voleva parlare.

La morte di Lucio Dalla è stata accolta ovunque con molta emozione. Tutti i quotidiani, nazionali e locali, gli hanno dedicato intere pagine, partendo quasi sempre dalla prima pagina (la più bella è stata quella della Gazzetta dello Sport che riportava i titoli delle sue più belle canzoni; la più ricca quella del Corriere della Sera di Bologna che gli ha dedicato otto intere pagine). Pochissimi hanno parlato dell’omosessualità di Lucio Dalla, che tutti conoscevano e che lui non ha mai negato, anche se non ha mai fatto un coming out pubblico come usa oggi. Il telegiornale de La7 nel dare la notizia della sua morte, lo ha ricordato come un “omosessuale che non nascondeva di esserlo“, cosa verissima, non lo nascondeva, anche se molti hanno interpretato questa frase come se all’opposto fosse uno che si dichiarava apertamente. Sull’edizione bolognese del Corriere della Sera viene ricordato, tra le altre cose, come “serenamente omosessuale (era avulso dal senso di vergogna)“, cosa che ci piace credere sia stata vera (noi purtroppo non lo abbiamo conosciuto personalmente). Gabriele Romagnoli su La Repubblica paragona Dalla a “un attore gay a Hollywood, costretto a recitare da dongiovanni, ha continuato a cantare di amori etero in nome dell´ipocrisia da prima serata che governa Banana Republic, progressivamente scoprendosi fino al liberatorio “Balla balla ballerino” che celebrava il mistero: “sotto un cielo di ferro e di gesso l´uomo riesce ad amare lo stesso“.
Questo sulla stampa. Tutt’altra cosa sul web, dove cristiani e gay fanno a gara per portarlo dalla loro parte, un po’ come è accaduto per Pasolini, o per combatterlo per opposti motivi, i primi per “le sue posizioni ambigue e spesso favorevoli all’omosessualità praticata ed all’orgolgio gay” (Pontifex) e i secondi perchè sarebbe “morto eterosessuale” senza aver avuto il coraggio di fare il coming out (Gay.it).

Quello che a noi spiace più di tutto è che ancora oggi si pensi che essere omosessuali o definire omosessuale un personaggio venga inteso come qualcosa di malevolo, di vergognoso, di infangante. Moltissimi commenti sul web hanno questa impronta, che secondo noi, deriva dagli atteggiamenti ambigui e ipocriti che spesso vengono manifestati dalle gerarchie ecclasiastiche. Anche oggi apprendiamo che la curia ha dato il permesso ai funerali di Dalla a San Petronio a condizione che non venga eseguita nessuna delle sue canzoni. Com’è possibile onorare le esequie di una persona che ha dedicato la sua vita alla musica senza poterla ricordare? Come al solito si professano amanti della verità mentre cercano di nasconderla.

Lucio Dalla è stato un’istituzione nella musica italiana. Ha rivoluzionato testi e musica. Ha affrontato temi e problematiche che nessuno aveva mai trattato. Nel 1971, con “4 marzo 1943“, riesce a far diventare una hit una canzone che racconta di una ragazza madre felice (la sua storia vera). Nel 1977, con “Quale allegria” ci parla di un prostituto minorenne. Nel 1980 con “Balla balla ballerino” canta l’amore per un ragazzo visto al finestrino e chiede ad un angelo di posare i piedi sul suo petto (se non è un coming out questo…). In “Ciao a te” del 1981 ci racconta di un padre e del suo figlio finocchio. In “Disperato erotico stomp” fa un inno alla masturbazione. E si potrebbe continuare per tante altre sue canzoni, che in anni di oscurantismo e bigotteria, lasciavano il segno.

E’ sempre brutto giudicare. Chiunque. Soprattutto a posteriori. Dalla è stato un grandissimo poeta e musicista. Ma è stato anche espressione del suo tempo, vittima dei pregiudizi, della censura e della macchina produttiva. Spesso era obbligato a cambiare le parole – e anche i titoli – delle sue canzoni (come “Gesù Bambino“). Figuriamoci cosa poteva accadergli se si dichiarava omosessuale. Di certo nessuno poteva dire che non lo era, sia facendo riferimento ai testi delle sue canzoni che alla vita che conduceva e alle sue grandi amicizie. A noi sembra già tantissimo, sicuri che non avrebbe potuto essere diversamente. Per questo siamo orgogliosi di Lucio Dalla, delle sue canzoni e della sua musica (che hanno alzato moltissimo il livello musicale del nostro Paese), così come della sua omosessualità discreta, visibile per chi voleva vederla, già dai primi anni della sua lunghissima carriera. Non è per caso che ieri nei media alcuni giornalisti (pochi purtroppo) sono andati oltre presentandolo come omosessuale dichiarato e sereno. Noi siamo sicuri che lo era.

ALCUNE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI DEL 2 MARZO 2012 CON L’ANNUNCIO DELLA MORTE DI LUCIO DALLA

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