"KABOOM" UNA IMPERDIBILE PRIMA VISIONE ONLINE

Film divertente, fantastico e riflessivo nell’inequivocabile stile libertario e trasgressivo del regista gay Gregg Araki. Il sesso come più vi piace.

Gregg Araki non è solo un regista, è un autore nel vero senso della parola, il suo cinema è subito identificabile, anche quando costruisce opere su sceneggiature altrui, come gli ultimi suoi due titoli prima di questo, Mysterious Skin e Smiley Face. Nelle sue opere riesce a coniugare perfettamente corpo e anima, sensualità e riflessione. E’ gay dichiarato (anche se non vuole sentirsi definire ‘regista gay’), e pensiamo che la sua cifra poetica e la sua visione del mondo possano essere comprese fino in fondo solo dal pubblico LGBT, o almeno da coloro che sanno leggere la realtà contemporanea senza paraocchi, dogmatismi o strutture precostituite. La sua cinepresa cattura solo l’essenziale, sia nelle immagini che nei dialoghi. Ci basta vedere e ascoltare per due secondi uno dei suoi personaggi per capirne subito l’intima essenza. I suoi eroi appartengono alla quotidianità ma posseggono quei particolari valori, come la spontaneità, la naturalezza, la libertà e la sincerità che li rendono, al di là delle specifiche caratterizzazioni, assolutamente amabili.

“Kaboom”, termine onomatopeico che ci fa immaginare il suono di un’esplosione, è un film così libero e libertario che deve avere spaventato la nostra retriva distribuzione, che si è rifiutata di programmarlo nelle sale, nonostante sia stato presentato a Cannes con grande successo (per l’inattesa richiesta di pubblico furono allestite diverse proiezioni fuori programma), dove vinse la Queer Palm, e in seguito abbia viaggiato tra i festival di mezzo mondo, dal Sundance a Hong Kong. Fortunatamente il film è stato scelto da Own Air per inaugurare l’omonimo portale di distribuzione online di film in prima visione assoluta. Una modalità che sta avanzando in diversi paesi e che in America inizia ad essere affiancata alla normale distribuzione nelle sale. Viene meno la magia della sala buia, ma in compenso si allarga immensamente la possibilità di fruizione da parte del pubblico di opere meritevoli.

Araki ha spiegato la genesi di “Kaboom” raccontando che: “Qualche anno fa, ad un festival, John Waters mi ha consegnato un premio per Mysterious Skin. Dietro le quinte, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: «Sai, Mysterious Skin è un bellissimo film, ma mi piacerebbe molto rivedere un film nel vecchio stile di Gregg Araki». Ho sorriso alla sua battuta, ma il fatto che un’icona come lui si interessasse ai miei film sotto sotto mi ha inorgoglito… Il punto di partenza di Kaboom scaturisce da una sorta di nostalgia per l’inconsapevolezza della gioventù e dell’ignoto. All’università non sai chi sei, cosa vuoi fare, chi vuoi diventare: il futuro non è scritto e la vita è un punto interrogativo caratterizzato dal dubbio e dalla mancanza di fiducia. Il peso della vita è talmente schiacciante che ogni relazione sembra impossibile e condannata alla catastrofe. Sono gli anni della follia, della crescita, del caos, delle grandi avventure e delle emozioni ancora più grandi, in cui ti senti completamente sopraffatto. Solo più tardi ti rendi conto che in realtà sono stati gli anni più belli della tua vita.

Dall’inizio del film veniamo immersi nell’ambiente di un college dove troviamo il protagonista Smith (Thomas Dekker, attore cantante visto in Terminator e Heroes) che si sta avviando verso il suo 19mo compleanno. Smith è un delizioso fanciullo, omosessuale che ha paura delle etichette e che si lascia corteggiare anche dall’altro sesso (che riesce a soddisfare più col corpo che con la mente), innamorato dello splendido fisico del suo compagno di stanza Thor (Chris Zylka, modello e attore visto in 90210 e altre serie tv) surfista e assai tonto. Divertentissime le allusioni alla sua mascolinità, più proclamata che reale, visto che ama mostrarsi nudo, passare ore a lottare in mutande con il suo migliore amico, collezionare infradito di tutti i colori, ecc.
Smith ha un’inseparabile amica lesbica Stella (Haley Bennett), questa assolutamente omo e coscienza critica dell’incerto amico, che vivrà un’esilarante storia di sesso con Lorelei (Roxane Mesquida), una ragazza misteriosa che invece s’innamora pazzamente e dalla quale sarà difficile liberarsi.
Juno Temple (figlia d’arte) interpreta il ruolo di London, una ragazza molto sicura di sè, certa dell’omosessualità di Smith, ma non per questo indecisa sul fatto di possederlo (gli dice ok, allora faccio tutto io).
Anche se circondato da splendide fanciulle e finti o ambigui etero, il sesso gay non mancherà al nostro eroe Smith, a partire dai film porno scaricati sul notebook, fino agli incontri sulla spiaggia nudista con un fantastico giovane di colore, ai corteggiamenti inattesi che arrivano con sms e prontamente accolti, ecc.

Tutti questi incontri ed esuberanze sessuali, che inquadrano benissimo le turbolenze giovanili e permettono all’autore di riflettere in modo originale ed estremamente libero sulle problematiche di genere, vengono pian piano frammiste ad elementi, derivati, secondo quanto detto dall’autore stesso, dalle opere di David Lynch: “Ho sempre desiderato fare un film enigmatico e misterioso ispirato a Twin Peaks di David Lynch. Ero un giovane studente quando quella serie scuoteva la televisione americana e mi ha davvero sconvolto, influenzando non solo il mio lavoro, ma anche tutta la mia esistenza”. Entrano sempre più nella storia momenti onirici e fantastici, elementi da cyber thriller, poteri paranormali, cospirazioni settarie e fantapolitiche, che forse vogliono esprimere il pessimismo sul nostro futuro e farci riflettere sulla disgregazione sociale contemporanea. Per tre quarti del film tutto funziona alla perfezione, magia e realtà si confondono creando una suspense eccezionale senza mai abbandonare lo spirito ironico e riflessivo caro all’autore. Peccato che invece il finale si riveli deludente, affrettato, quasi alla stregua di una fiction televisiva, da melodramma apocalittico. Il film comunque è assolutamente da vedere, ed è probabile che la nostra delusione finale sia del tutto opinabile. Ci farà piacere leggere qui o sulla scheda del film le vostre opinioni.

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