"BEGINNERS" di MIKE MILLS

Un film mainstream con importante tematica gay, che racconta del frizzante coming out di un 75enne, esperienza realmente vissuta dal regista col proprio padre. Il protagonista McGregor intervistato da Advocate.

E’ uscito in questi giorni negli USA il film “Beginners” (nel weekend è arrivato secondo come media d’incassi), ultima prova registica di Mike Mills dopo “Il succhipollice” del 2004. Noi lo vedremo a dicembre di quest’anno grazie alla Universal Pictures. Si tratta di un film mainstream, per noi importante in quanto mette al centro della vicenda il coming out di un anziano padre, 75 enne, che dopo la morte della moglie, decide di venire allo scoperto, farsi un giovane fidanzato gay (circa dell’età del figlio), frequentare locali, partecipare a gay pride, invitare amici gay a feste in casa, ecc.

Il film si differenzia da altre storie di coming out in età avanzata, perché ci presenta il tutto dal punto di vista di un figlio che non riesce a comprendere la necessità di questa decisione, pur non avendo nulla contro l’omosessualità. Questa scelta dipende probabilmente dal fatto che il regista Mike Mills ha vissuto veramente il coming out di suo padre in età avanzata, e vuole quindi raccontarci come lui stesso ha reagito e vissuto questa importante scelta. Confessandoci che in un primo momento non aveva capito che quella scelta era servita a riscattare un’intera vita di privazioni, a dare finalmente valore a tutta una vita.

Il figlio, Oliver, interpretato da un sempre fantastico Ewan McGregor (che per questo ruolo è stato candidato al Golden Globe), è un malinconico artista, che non è ancora riuscito a trovare una relazione sentimentale stabile, ha avuto un’adolescenza dominata dall’affetto di una madre instabile, e ora deve fronteggiare eventi più grandi di lui. Come il coming out del padre e il suo nuovo stile di vita, giudicato con ironia (che forse nasconde una malcelata invidia), insieme al fatto che al padre, malato di cancro, rimangono solo cinque anni di vita.


Christopher Plummer e Ewan McGregor, padre e figlio nel film

Il padre, Hal, è interpretato da un mitico Christopher Plummer, attore ormai 81enne, candidato agli Oscar, che con questa parte pensiamo abbia completato un invidiabile e vastissimo carnet di ruoli. Con il suo coming out riuscirà a portare una ventata d’aria fresca anche nella piatta e scialba vita del figlio, e a essergli vicino come non era mai successo in passato. Quando Oliver, dopo la morte del padre, incontrerà Anna (Melanie Laurent già ammirata in ‘Inglourious Basterds‘) riuscirà finalmente ad amarla con tutto il coraggio, lo humor e la speranza che suo padre gli ha insegnato nei suoi ultimi splendidi anni di vita.

Come dicevano il film ricalca molto da vicino la vita del regista Mike Mills, che ha praticamente vissuto una storia del tutto simile, col padre che ha fatto il coming out a 75 anni dopo la morte della moglie, rivoluzionando completamente la sua vita. Mills è eterosessuale ma molto gayfriendly, ha aiutato amici gay che militano in gruppi come ACT UP e Gran Fury, ed ha scritto la sceneggiatura del film come fosse una sua biografia, mentre aveva accanto l’ultimo cane terrier del padre che lo fissava. Il film è quindi più la sua storia che non quella del padre, anche se il ruolo del padre è funzionale a tutto l’evolversi della vicenda. Mills ha spiegato che “il mio nuovo vecchio padre gay è stato interessato alla mia vita sentimentale etero fino alla sua morte. Io allora ero single e lui mi ripeteva ‘Che fai Michael? Devi assolutamente trovarti una persona d’amare’. Abbiamo parlato di sesso, erezioni, di tutte le cose di cui solitamente padre e figli non parlano, specialmente se il padre è tra i 75 e gli 80

Splendida l’interpretazione di Ewan McGregor, che aggiunge questo film alla sua collezione di film con tematiche queer, come “I racconti del cuscino“, “Velvet Golmine” e “I Love You Phillip Morris“. Intervistato da Advocate, alla domanda se abbia incontrato nella vita qualcuno che gli abbia confessato di essere omosessuale, ha risposto: “Sì, alcuni amici si sono dichiarati dopo un po’ di tempo che ci frequentavamo, e io sono sempre stato contento della fiducia che accordavano. Ero leggermente sorpreso dal fatto che non lo avessero fatto prima. Ma il coming out è un fatto molto personale, e ogni storia è differente“.

Alla domanda su cosa pensa dei gay velati a Hollywood, risponde: “Ci sono molte persone gay nell’industria dello spettacolo e penso che si trovino bene e che non abbiano bisogno di nascondersi. Probabilmente ai livelli più alti, quelli dei personaggi più famosi, potrebbe esserci qualche problema. Io non sono gay e non posso sapere se esistano delle pressioni per indurre a nascondersi, ma vorrei sperare di no. Hollywood è un posto bizzarro, che non dà rilevanza alla vita reale. So per certo che in termini di sceneggiature e storie se si hanno idee intelligenti gli studios non mettono limitazioni, a loro interessa soprattutto riguadagnare i soldi investiti. Forse però non siamo ancora giunti al momento in cui dichiararsi gay si auna mossa valida per tutti gli attori. Alcuni possono ancora pensare che danneggerebbe la loro carriera.

L’intervistatore ha poi chiesto a McGregor come mai il film “I Love You Philip Morris” che affronta anch’esso la tematica gay, abbia impiegato così tanto tempo per essere distribuito nelle sale, forse che, dice con ironia, oltre alle persone velate esiste a Hollywood anche la possibilità di film velati. Risposta di McGregor: “Esatto, e una volta uscito dalla clandestinità negli USA, ha faticato a trovare il suo pubblico. Non conosco veramente i motivi per cui sia stato chiuso nei cassetti per così tanto tempo. Non penso che siano stati i produttori ad avere problemi, penso sia stata la distribuzione finale. Ho sentito voci che la Disney sarebbe intervenuta per bloccare il film fino all’uscita di “Christmas Carol”, che aveva per protagonista Jim Carrey, per paura che la gente potesse pensare che Ebenezer Scrooge fosse gay. E’ incredibile che si possa arrivare a questi livelli“. Alla domanda come mai il film “I Love You Philip Morris” sia stato completamente ignorato dagli Oscar, McGregor risponde:”Sì, non mi ha convinto la motivazione che sarebbe stato escluso perché troppo comico [comedic]. Penso che se la storia fosse stata tra due personaggi etero, avrebbe ottenuto maggiore considerazione. Ma la cosa non mi ha colpito particolarmente perché sento che il film piace alla gente, è uno dei film di cui le persone mi parlano di più, cosa per me più importante di qualsiasi Oscar

Gli viene quindi chiesto se vede differenze tra “Beginners” e “I Love You Philip Morris” e McGregor risponde che “Beginners” è un film che punta più sulle qualità artistiche mentre “I Love You Philip Morris” è un film più popolare, che si rivoge al grande pubblico.


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