Abbiamo visto con molto piacere la prima puntata di “Vieni via con me“, andata in onda dopo molte polemiche e con gli interventi di Claudio Abbado e Roberto Benigni privati di qualsiasi compenso. Nel nostro cuore rimane inossidabile il ricordo dello show di Benigni al 59mo Festival di Sanremo, tutto dedicato ad una strenua difesa dell’omosessualità (era il tempo della polemica sulla canzone di Povia “Luca era gay“), dove coraggiosamente affermava, tra l’altro, che “gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio. Di peccati c’è solo la stupidità” e terminava leggendo la struggente lettera d’amore di Oscar Wilde al suo amato.
Non potevamo certo aspettarci una replica su questo tema da parte di Benigni, che invece si è goliardicamente dedicato al caso Ruby e dintorni, ottenendo un’altro strepitoso successo.
Il tema dell’omosessualità è stato comunque messo da Fazio e Saviano al centro della serata, ospitando il Presidente Nichi Vendola, che, seguendo l’impostazione del programma quasi tutto basato sulla lettura di elenchi (una sfida alla pazienza del pubblico, vinta con punte di oltre nove milioni di spettatori, un record assoluto per Rai3 negli ultimi dieci anni), ha declamato (come meglio poteva) definizioni e condizioni dell’omosessualità.
Già Saviano, nel suo lungo e appassionato intervento sulla macchina del fango e sulla mafia (con una utilissima rivisitazione della storia del giudice Giovanni Falcone) aveva fatto un veloce cenno ai casi di Boffo e Caldoro attaccati non per quanto facevano o dicevano ma per il semplice e privato fatto che, secondo gli accusatori, erano degli omosessuali e quindi pregiudizialmente colpevoli.
Questa volta, il tema dell’omosessualità affrontato da Fazio, Saviano e Vendola, è stato sollecitato dall’infelice battuta del nostro premier, che pensando di cavalcare l’omofobia ancora presente nel sentire comune, aveva detto che è meglio appassionarsi alle donne che essere gay.
Fazio e soci hanno voluto ricordare da dove nasce questo atteggiamento antigay, questa denigrazione che genera ancora tanta violenza e bullismo omofobo, che negli USA ha portato in questi mesi al suicidio di tanti giovani e in Italia a tanti attacchi e pestaggi a singoli o coppie solo perché sospettati di essere gay.
Ha iniziato Vendola leggendo un elenco di parole, tutte con significati tesi ad offendere ed umiliare, che nelle varie regioni italiane identificano un omosessuale:
Invertito
Deviato
Pederasta
Sodomita
Frocio
Depravato
Arruso
Iarrus
Bardassa
Bardascia
Buzzarone
Buggerone
Peppia
Ricchione
Vasetto
Lumino
Buco
Bucaiolo
Busone
Uranista
Finocchio
Culo
Fregagnolo
Checca
Checca fradicia
Checca isterica
Checca marcia
Checca pazza
Checca persa
Checca sfatta
Checca franta
Cripto checca
Checca velata
Buliccio
Cupio
Culattone
Per alleggerire l’atmosfera e coinvolgere maggiormente il pubblico, prosegue Saviano con la lettura di un “elenco dei comportamenti che dalle mie parti, l’entroterra campano, fanno dire che sei omosessuale, indicano che sei omosessuale“. Un elenco tanto assurdo quanto purtroppo veritiero che rivela un sentimento di ridicolaggine, che spesso accomuna i comportamenti dei gay a quelli delle donne, intese come soggetti inferiori, delicati, schizzosi, ecc.:
La birra con la fetta di limone
I boxer
Il disinfettante per ferite, quello verde che non brucia
Il braccialetto colorato al posto, di quelli che non puoi slacciare
I calzini a righe
I pedalini
La frittata col salmone
La pinzetta usata per qualsiasi cosa, anche per togliersi una spina
(commenta Fazio: ma come devi fare? risponde Saviano: con la bocca)
Le unghie pulite
Usare più di due tirate di carta igienica
(commenta Fazio: ma dai! su! questa te la sei inventata!, applausi del pubblico)
Maglietta rosa o celeste chiaro
I bastoncini di cotone per le orecchie (si deve usare lo stuzzicadenti)
Lo zainetto
La bicicletta
La crema solare
Le bibite dietetiche
Il pane integrale
Tutto quello che è bio
(commenta Fazio: bisogna morire, insomma!)
L’insalata di rucola, mentre sulla pizza è no
(commenta Fazio: questo perché piace a lui sulla pizza)
Il phone
(commenta Fazio: anche questo, perché a lui non gli frega niente. Risponde Saviano: ma non è mio questo elenco!)
Mangiare i cracker
Il pigiama
La supposta
Lavarsi più di due volte a settimana
Lo yougurt quello da bere
Il pinzimonio
La pizza con l’olio crudo
Il calippo se mangiato in pubblico
L’ombrellone da spiaggia
(commenta Fazio: ma come!? Risponde Saviano: ti devi ustionare se sei uomo!)
Le scarpette sugli scogli
Fare la puntura da sdraiati, l’uomo la fa in piedi
L’ombrello
(commenta Fazio: come l’ombrello? Risponde Saviano: quando piove, se sei uomo, ti devi bagnare!)
Il ghiacciolo fior di fragola
(aggiunge Saviano: da piccolo non potevo mai chiedere il fior di fragola, solo limone)
Il dolcificante
Il caffè macchiato
I mocassini con le frange
Tirare di coca
Il burro cacao
Vendola scherzando dice: “Sono un po´ confuso, non so più quale sia la mia identità sessuale“.
La parola torna quindi a Vendola che, serio e quasi contrito (non poteva essere diverso), legge un elenco delle espiazioni dell’omosessualità, cioè di quanto gli omosessuali hanno dovuto subire nel corso dei secoli solo per il fatto di essere omosessuali:
Impalato
Arso vivo
Squartato
Decapitato
Impiccato
Lapidato
Accecato
Evirato
Deportato nei Lager e marchiato colo triangolo rosa
Deportato nei Gulag
Esiliato
Confinato
Ricoverato in manicomio e curato con l’elettroshock
Incarcerato
Stuprato per punizione
Torturato
Perseguitato in ogni luogo e in ogni tempo della storia umana
Violato nella sua dignità e nei suoi diritti nel nome del costume, della religione, dell’ideologia, dell’ordine pubblico e dell’etica
Vendola conclude con un elenco delle classificazioni dell’omosessualità nella vita pubblica:
Reato
Peccato
Colpa
Vergogna
Impudicizia
Sporcizia
Patologia
Nevrosi
Crimine
Disordine
Pulsione di morte
Commenta Vendola: “Forse per questo, queste classificazioni inducevano Oscar Wilde a definire l’omosessualità come l’amore che non osa pronunciare il proprio nome. Del resto, come è noto, sono infiniti gli elenchi del silenzio e del dolore.”
Interviene Fazio rivolgendosi a Vendola e rivelando alla fine il motivo per cui ha scelto di affrontare questo argomento: “C’è un’ultima domanda che volevo farle. Sa che si dice che sia molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay, no?!”
Vendola pensa un attimo e poi risponde laconicamente ma convintamente: “E’ molto meglio essere felici!“.