UN SALUTO A CLAUDE CHABROL

Impossibile per noi non ricordare brevemente il regista Claude Chabrol, eterosessuale (“Amo le donne, il cinema, la vita“), morto improvvisamente ieri a Parigi all’età di 80 anni…

Impossibile per noi non ricordare brevemente il regista Claude Chabrol, eterosessuale (“Amo le donne, il cinema, la vita“), morto improvvisamente ieri a Parigi all’età di 80 anni. Tra i fondatori della Nouvelle Vague è stato uno dei pochi di questo gruppo di cineasti ad inserire in alcuni suoi film dei riferimenti alle tematiche omosessuali. Anche nel suo ultimo film, “Bellamy” del 2009 (da noi edito solo in dvd), troviamo un’affiatata coppia gay convivente amica del protagonista e per il resto estranea alla storia che il film racconta, probabilmente solo un piccolo omaggio alla categoria. Nel 1968 Chabrol affronta di petto il tema dell’omosessualità femminile col film “Le cerbiatte” senza però staccarsi dalle consuetudini cinematografiche dell’epoca che la consideravano una deviazione sessuale meritevole dei peggiori castighi, morte compresa. Nel film comunque il legame tra le due donne e le gelosie che fa nascere è analizzato con grande intensità. Nel “Buio della mente”, 1995, storia dell’amicizia tra due donne che si sentono emarginate dalla società, l’omosessualità è solo sfiorata e lasciata alla libera interpretazione dello spettatore. Il tema principale del film è senz’altro quello della distanza e incomprensione tra le classi sociali, tema caro al regista, figlio di genitori impegnati nella Resistenza e dichiaratosi spesso di fede comunista (“Sono comunista, ma non significa che debba fare film solo sulla raccolta del grano“). In “Grazie per la cioccolata” del 2000, con protagonista la sua musa Isabelle Huppert, il tema della preferenza sessuale è ancora presente ma non particolarmente sottolineato. Al regista, come sempre nei suoi film, interessa più la complessità dei suoi personaggi che non le pure complesse relazioni, invitandoci ad andare oltre qualsiasi apparenza. I prestigiosi “Cahiers du cinéma” hanno spesso definito Chabrol come il più grande regista francese.

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