Anche a Cannes il Premio Gay

Dopo Berlino e Venezia anche il più prestigioso festival di cinema internazionale si dota di un premio, la Palma Queer, al film che meglio ha rappresentato le tematiche LGBT tra tutti quelli presentati nelle quattro sezioni del Festival

Vedi il nuovo sito del Premio Queer Palm
Vedi il sito ufficiale di Cannes 2010

Leggiamo sulla prima pagina del nuovo sito “queerpalm.fr” , il sito che presenta il nuovo premio queer al Festival di Cannes 2010:

Il Festival di Berlino è stato il pioniere. Ogni anno dal 1987, i Teddy Awards, “premio del cinema gay”, fanno parte collaterale dei premi ufficiale. Dal 2007, al Festival di Venezia abbiamo il premio “Queer Lion” [ndr.: fondato da Daniel N. Casagrande].
Anche il più grande festival del cinema del mondo doveva avere il suo premio “gay”, un premio che vuole onorare un film per il suo contributo alle problematiche lesbiche, gay, bisex o trans.
Il “Queer Palm” premierà un film che risponde a queste caratteristiche presentato nelle quattro principali sezioni del Festival: Sélection officielle, Un Certain Regard, La Semaine de la Critique, La Quinzaine des réalisateurs.

Il Queer Palm 2010 ha come padrini Olivier Ducastel e Jacques Martineau, registi di “Jeanne et le garçon formidable”, “Drôle de Félix”, “Coquillages et Crustacées” e di “L’arbre et la forêt” presentato quest’anno.

Il premio Queer Palm è organizzato da Franck Finance-Madureira, giornalista, consulente in comunicazione.

L’assegnazione del Queer Palm avrà luogo il 22 maggio alle ore 19:00 (luogo da definire).

Sembra che a differenza dei Teddy della Berlinale e dei Queer Lion di Venezia, non ci sia una preselezione con la lista dei film che concorrono a questo premio, in quanto si assume che tutti i titoli presentati siano potenziali concorrenti. Noi comprendiamo l’utilità contingente di questa scelta, che evita di entare in contrasto con quegli autori e quei registi che non vogliono preventivamente etichettare (sic!) i loro film, ma ci dispiace per la mancanza di una guida ai film che affrontano le nostre tematiche che avrebbe sicuramente aiutato il pubblico lgbt a scegliersi i propri percorsi di visione. Poi sarebbe ora di finirla con questi pregiudizi sul cinema lgbt, che non è un ghetto ma semplicemente un’apertura a nuove tematiche, una ricchezza di temi in più e non una limitazione!

Sul sito QueerPalm troviamo tutte le informazioni sulla prestigiosa giuria che assegnerà la prima Palma Queer a uno dei film che concorrono nelle quattro sezioni della 63esima edizione del festival di Cannes, al via dal prossimo 12 maggio. Ne riportiamo una sintesi:

Benoît Arnulf – Directeur artistique des Rencontres In & Out, Festival du Film Gay et Lesbien de Nice
Insegnante in un liceo di Nizza, dal 2006 ha creato un’associazione culturale LGBT, che oggi si chiama Les Ouvreurs e organizza il festival del cinema gay e lesbico di Nizza

Florence Ben Sadoun – Directrice de la rédaction Première
Dal dicembre 2007 è direttrice della rivista Première, mentre rimane critica cinematografica e redattrice capo aggiunta a Elle. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo “La fausse Veuve”

Romain Charbon – Journaliste cinéma Têtu, les Inrockuptibles
Insegna letteratura nella periferia di Parigi. Critico di cinema per la rivista Têtu, ha collaborato a Inrockuptibles e a France Culture

Mike Goodridge – Directeur de la publication Screen International
E’ anche supervisore dei contenuti del sito Screen Weekly e della rivista Screen International. Membro dell’associazione stampa straniera di Holllywood, dell’associazione dei critici di Los Angeles, dell’Accademia del film europeo, di FIPRESCI e del circolo dei critici di Londra.

Xavier Leherpeur – Journaliste cinéma Studio Ciné Live
Dopo aver abbandonato una carriera medica, debutta nel giornalismo con il mensile Ciné Live. Collabora a diverse testate come Têtu, Sensitif, Télé Ciné Obs, Le Cercle et La Matinale su Canal +, Le Masque et la Plume su France Inter.

Ivan Mitifiot – Coordinateur d’Ecrans Mixtes, Rencontres de cinéma gay et lesbien de Lyon
Nel 2007 ha creato l’associazione Écrans Mixtes con il compito di rendere visibile a tutto il pubblico delle principali sale indipendenti della Grande Lyon un cinema differente. Écrans Mixtes organizza e accompagna le uscite dei film, con dibattiti sull’omogenitorialità, l’omofobia, la lotta contro l’Aids, e incontri con i registi. Per il 2011 ha in programma un festival su queste tematiche.

Pascale Ourbih – Présidente du festival « Chéries chéris » Festival de films gays, lesbiens, trans et +++ de Paris
Modella, teatrante e militante transgender è Presidente del festival lgbt di Parigi. Ha partecipata alla seconda stagione della serie “Venus et Apollon”.

Brian Robinson – Programmateur Festival du film lesbien et gay de Londres
Militante in diverse organizzazioni gay, dal 1987 si è occupato di diversi uffici al British Film Institute ed è attualmente “Senior Programmer” del prestigioso festival lgbt di Londra e responsabile della comunicazione nella sezione «Archive & Héritage»

Di seguito segnaliamo i film con riferimenti alle tematiche lgbt presenti nelle sezioni del Festival di Cannes e che quindi concorrono sicuramente alla Queer Palm. Aggiungeremo nuovi titoli appena ne verremo a conoscenza (un eventuale aiuto dei nostri lettori sarà graditissimo).

   Amours Immaginaires, Les di Xavier Dolan (Un Certain Regard)
  tendenza: GGG
nazione: Canada
anno: 2010
Secondo lungometraggio autofinanziato del giovanissimo canadese Xavier Dolan, 21 anni compiuti il 20 marzo, che lo scorso anno anno aveva presentato a Cannes la sua originale opera prima “J’ai tué ma mère”, film sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Con questo film, Dolan ha detto di essere passato “ad un cinema più adulto, che tratta di come reagiamo davanti al rifiuto, alla solitudine, al dolore.” Francis (Dolan) e Marie (Chokri) sono due amici che s’innamorano dello stesso uomo, Nicolas (Schneider), un giovane che proviene dalla campagna e che si è appena installato a Montreal. Un vero colpo di fulmine per entrambi che s’ingegnano, ciascuno per conto proprio, come in un malefico duello, di attirare le attenzioni di Nicolas. Di volta in volta, la tensione tra i personaggi cresce sempre più e presto ognuno di loro interpreta in modo ossessivo i comportamenti ambigui e distruttivi dell’oggetto del loro desiderio. “Una intensa disamina delle diverse tappe della caccia amorosa, dalla seduzione all’ambiguità, dall’ambiguità alla spiegazione, dalla spiegazione al rifiuto, dal rifiuto al dolore, dal dolore alla guarigione” così il regista commenta il suo film, aggiungendo che nel film c’è anche una vena comica, “che non è una comicità dell’assurdo o del burlesco come nel mio precedente film. E’ un altro umorismo, più verbale. Qui presento un altro stile, un altro tono, veramente un’altra cosa”.

   Kaboom di Gregg Araki (Fuori concorso)
  tendenza: GGG
nazione: USA / Francia
anno: 2010
Il protagonista è Smith, un bisessuale 18enne al suo primo anno universitario. Smith passa la maggior parte del suo tempo nella residenza del college insieme con la sua migliore amica Stella, una sarcastica pseudo-artista; cercando di agganciarsi a un bellissimo spirito libero di nome London; e desiderando il bellissimo, ma incerto, suo compagno di stanza Thor. Tutti questi personaggi vengono sconvolti dopo una fatidica e terrificante notte. Dopo avere casualmente mangiato dei biscotti psicotropi a un party, Smith è convinto di essere stato il testimone del raccapricciante delitto di una enigmatica Ragazza dai Capelli Rossi che ossessionava i suoi sogni… Un’opera che ci riporta alle tematiche dei primi film (Three Bewildered People in the Night, Long Weekend) di questo acclamato regista indipendente, con adolescenti o poco più alle prese con le più diverse esperienze sessuali mentre cercano la loro strada verso la maturità. Lo stile del film è un mix tra commedia, thriller e fantascienza: un “Twin Peaks iperstilizzato per la generazione Coachella” (Wild Bunch). Nel cast troviamo Smith (Thomas Dekker, The Sarah Connor Chronicles), Roxane Mesquida, attrice feticcio di Catherine Breillat (A mia sorella, Sex is Comedy e Une vieille maîtresse), Juno Temple (Year One, Mr Nobody, Greenberg), Kelly Lynch (Charlie’s Angels, The L Word) Haley Bennett (The Hole) e un volto familiare nel cinema di Araki fin dai tempi di Totally F***ed Up (1997): James Duval.

   Picco di Philip Koch (Quinzaine)
  tendenza: GG
nazione: Germania
anno: 2010
La vita quotidiana all’interno di un istituto di correzione per minori in Germania: l’esempio eclatante di come il sistema giudiziario sia del tutto incapace di compiere una reale azione di recupero dei giovani. Basato su fatti reali, il film ricostruisce il brutale assassinio avvenuto nel carcere minorile di Siegburg nel 2006. Un terribile viaggio all’interno della violenza e dell’omofobia in un sistema che dovrebbe rieducare i giovani sbandati. Kevin è appena stato internato in riformatorio e divide la cella con Tommy, Andy e Marc. Il sistema su cui si regge la convivenza tra i giovani detenuti è basato sulla prevaricazione, ma Kevin fatica a imporsi e ha paura di non reggere. Tommy, quello che dimostra di essergli più vicino, gli dà un consiglio, spiegandogli che in quel posto l’unica alternativa è tra essere una vittima o essere un colpevole. Le conseguenze di questa scelta saranno devastanti per le vite dei quattro giovani…
   Cuchillo de palo di Renate Costa (Acid Cannes 2010)
  tendenza: GGG
nazione: Spagna
anno: 2010
Era inverno. Mio padre ci chiamò urgentemente. Il corpo nudo di mio zio giaceva per terra. Si era formata una piccola folla di curiosi intorno che la polizia disperse con fatica. Tutti i miei parenti erano là. Mi chiesero di andare dentro a cercare i vestiti con cui sarebbe stato sepolto. Aprii il suo guardaroba: era completamente vuoto. Quando chiesi a loro di che cosa era morto essi mi risposero: di tristezza. Quella risposta contraddiceva tutti i ricordi che avevo della sua vita. Penso che i miei genitori sbagliarono quando, bambina, mi dissero: “Non devi mai entrare nella casa di tuo zio”. Da quel momento, mi incuriosì ogni cosa che mio zio faceva. Rodolfo era diverso. Indossava vestiti appariscenti, ascoltava Elvis e ballava ad ogni festa di compleanno. La cosa strana era che la sua sedia a tavola era quasi sempre vuota. Era l’unico dei fratelli di mio padre che non aveva voluto fare il fabbro come il nonno. In Paraguay negli anni ’80, sotto la dittatura di Stroessner, egli aveva voluto diventare un ballerino. Nel mio film cerco le tracce della sua vita e scopro che fu incluso nella ‘lista dei 108’, e che fu arrestato e torturato. Ancora oggi in Paraguay quando qualcuno ti chiama ‘108’ vuole darti del finocchio, della zoccola. Per più di una generazione, il tempo che durò la dittatura, gli uomini che erano sospettati di omosessualità, come quelli contrari al regime, erano l’obiettivo preferito dei collaborazionisti. Quando mio zio fù liberato, si nascose in un angolo fino a quando le sue ferite guarirono. La storia di Rodolfo ci racconta una parte della storia nascosta e taciuta del mio paese. (Renate Costa)


   Biutiful di Alejandro González Iñárritu (in concorso)
  tendenza: G
nazione: Spagna / Messico
anno: 2010
Uxbal, un uomo pieno di contraddizioni, coinvolto in affari poco leciti, che lo portano anche in contatto con i problemi delle comunità di immigrati cinesi ed africani, ma padre devoto che si dà da fare per occuparsi dei suoi figli, dei quali mantiene la custodia dopo la separazione dalla moglie Marambra, affetta da problemi di natura psicologica che ne minano la serenità, rendendo difficile la convivenza con lei. Di Uxbal conosciamo gli ultimi mesi di una vita complessa, portata prematuramente in dirittura finale da un cancro inoperabile; una vita in cui Uxbal non si tira indietro di fronte alle difficoltà, facendosi carico anche dei problemi di chi lo circonda, ultimi mesi in cui cerca di occuparsi della sicurezza futura dei suoi figli, ma anche far sì che loro, al contrario di quanto accaduto a lui nei confronti del padre, non lo dimentichino… Nel film un giovane gay cinese innamorato del suo datore di lavoro, che ricambia anche se è sposato con figli.


TUTTI I LUNGOMETRAGGI PRESENTATI A CANNES 2010

In concorso:

Tourner di Mathieu Amalric
Des hommes et des dieux di Xavier Beauvois
Hors la Loi di Rachid Bouchareb
Biutifiul di Alejandro González Iñárritu
Un Homme qui crie di Mahamat Saleh Haroun
Poetry di Lee Chang-Dong
Loong Boonmee Raleuk Chaat di Apichatpong Weerasethakul
Copie Conforme di Abbas Kiarostami
Outrages di Takeshi Kitano
Fair game di Doug Liman
La princesse de Montpensier di Bertrant Tavernier
Another Year di Mike Leigh
You my Joy di Sergueï Loznitsa
La nostra vita di Daniele Luchetti
Il sole ingannatore 2 di Nikita Michalkov
Housemaid di Im Sang-soo

Film fuori concorso:

Robin Hood di Ridley Scott (film d’apertura)
Wall Street 2 di Oliver Stone
You Will Meet a Tall Dark Stranger di Woody Allen
Nostalgie de Lumière di Patricio Guzmán
Inside Job di Charles Ferguson
Over Your Cities Grass Will Grow di Sophie Fiennes
Tamara Drewe di Stephen Frears
L’Autre Monde di Gilles Marchand
Kaboom di Gregg Araki
Draquila – L’Italia che trema di Sabina Guzzanti
Abel di Diego Luna
Chantrapas di Otar Iosseliani

Certain Regard:

Ha ha ha di Hong Sang soo
Blue Valentine di Derek Cianfrante
Angelica di Manuel de Oliveira
Les amours imaginaires di Xavier Dolan
Labios di Ivan Fund e Santiago Loza
Qu’est-il arrivé à Simon Werner? di Fabrice Gobert
The city below di Christop Hochhausler
Rebecca H. di Lodge Kerrigan
Pal Adrienn di Agnès Kocsis
Uvaan di Vikrama ditya Motwane
Marti, dupa, craciun di Radu Muntean
Chatroom di Ideo Nakata
Aurora di Christi Puiu
La vie avant tout di Oliver Schmitz
Octobre di Daniel Vega
R u there di David Verbeek
Chongqing blues di Xiaoshuai wang

La Settiman della Critica:

In Concorso
Armadillo di Janus Metz (Danimarca)
Bedevilled di Jang Cheol So (Corea du Sud)
Belle épine di Rebecca Zlotowski (Francia)
Bi, dung so ! di Phan Dang (Vietnam/Francia/Germania)
The Myth of the American Sleepover di David Robert Mitchell (USA)
Sandcastle di Boo Junfeng (Singapore)
Sound of Noise di Ola Simonsson e Johannes Stjärne Nilsson (Svezia/Francia)

Eventi Speciali
Nom des Gens di Michel Leclerc (Francia)
Copacabana di Marc Fitoussi (Francia)
Rubber di Quentin Dupieux (Francia)
L’Amour-Propre di Nicolas Silhol (Francia)
Cynthia todavía tienes las llaves di Gonzalo Tobal (Argentina)
Fracture di Nicolas Sarkissian (Francia)

Quinzaine des Réalisateurs 2010:

Alegria (Joy) di Marina Méliande e Felipe Braganca (Brasile)
All Good Children di Alicia Duffy (Regno Unito)
Alting bliver godt igen (Everything Will Be Fine) di Christoffer Boe (Danimarca/Svezia/Francia)
Año bisiesto di Michael Rowe (Messico)
Benda Bilili! di Renaud Barre et Florent de la Tullaye (Francia docuemntario)
La Casa Muda (The Silent House) di Gustavo Hernandez (Uruguay)
Cleveland Vs. Wall Street di Jean-Stéphane Bron (Svizzera/Francia, documentario)
Des Filles en Noir di Jean-Paul Civeyrac (Francia)
Ha’Meshotet (The Wanderer/Le Vagabond) di Avishai Sivan (Israele)
Illégal di Olivier Masset-Depasse (Belgio/Lussemburgo/Francia)
The Light Thief di Aktan Arym Kubat (Kirghizistan)
Little Baby Jesus of Flandr di Gust Vandenberghe (Belgio)
La Mirada Invisible (The Invivible Eye) di diego Lerman (Argentina/Francia/Spagna)
Picco di Philip Koch (Germania)
Pieds nus sur les Limaces (Lily Sometimes) di Fabienne Berthaud (Francia)
Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino (Italia/Germania/Svizzera)
Shit Year di Cam Archer (USA)
Somos lo que hay (We Are What We Are) di Jorge Michel Grau (Messico)
Tiger Factory di Woo Ming jin (Malesia)
Todos vós sodes Capitáns (Vous êtes tous des Capitaines) di Oliver Laxe (Spagna)
Two Gates Of Sleep di Alistair Banks Griffin (USA)
Un Poison Violent di Katell Quillevéré (Francia)

Eventi Speciali
Stones In Exile di Stephen Kijak (Regno Unito, documentario)
Boxing Gym di Frederik Wiseman (USA, documentario)

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