HAROLD PINTER CI HA LASCIATI

Uno dei vertici della letteratura del novecento, ha frequentato anche il cinema regalandoci opere che hanno aperto la strada alle tematiche gay. Ne ricordiamo alcune.

E’ morto alla vigilia di Natale 2008 Harold Pinter, 78 anni, uno dei più grandi drammaturghi del XX secolo. Lo vogliamo brevemente ricordare su queste pagine perché in molte sue opere ha dimostrato una particolare attenzione alle nostre tematiche anche in anni molto lontani.

Nella sua vita è stato un rinomato scrittore e commediografo (29 opere teatrali), vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2005 (con la motivazione: “nelle sue commedie scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione”) e della Legion d’Onore francese; sceneggiatore (per 26 film), attore, poeta, attivista politico, ecc.
Pinter nasce a Londra (nel quartiere London Borough of Hackney)il 10 ottobre 1930, da una famiglia ebrea della classe media. Conduce un’infanzia solitaria fino a quando frequenta, tra il 1944 e il 1948, la scuola secondaria della Hackney Downs School di Londra, dove diventa un profondo cultore dell’importanza e del valore dell’amicizia maschile che sperimenterà per tutta la sua vita. Nel frattempo inizia a scrivere poesie e a recitare in teatro, dedicando il tempo libero alla corsa e al cricket, uno sport che lo appassionerà per tutta la sua vita e al quale ha dedicato un’intera sezione del suo sito web. Sebbene Pinter dimostri già di adorare le donne, che volentieri corteggia, in molte delle sue prime opere esse sono spesso viste come elementi distruttivi di quella ideale e platonica amicizia maschile, considerata quasi come un retaggio del paradiso perduto.

Pinter si sposa nel 1956 con Vivien Merchant che abbandonerà nel 1980 per sposare Antonia Fraser. Vivien, ancora innamorata di Pinter, muore alcoolizzata due anni dopo all’età di 53 anni.
Dagli anni ’80 le sue opere diventano sempre più politicizzate (a sinistra), affrontano tematiche come l’oppressione, gli abusi contro i diritti umani, l’arroganza e l’invulnerabilità del potere.
Negli ultimi anni ha attaccato duramente la politica americana. Nel discorso in occasione della laurea ad honorem assegnatagli dall’Università di Torino nel 2002, ha detto “Credo che gli Stati Uniti attaccheranno l’Iraq non solo per controllare il petrolio, ma anche perché l’amministrazione americana è assetata di sangue come un animale selvaggio. Le bombe sono il suo unico vocabolario”. Spesso ha definito l’amministrazione Bush come “un branco di criminali lunatici” e il Primo Ministro del Regno Unito, Tony Blair, “un illuso idiota” e, come Bush, un “criminale di guerra”.
Nel 2002 ha dovuto affrontare un tumore esofageo. Ieri la moglie Lady Antonia Fraser ha annunciato che Pinter è morto il 24 dicembre 2008. Il 10 dicembre 2008 aveva ricevuto la sua 19ma laurea ad honorem dalla Università Central School of Speech and Drama di Londra.

Ricordiamo i principali film a tematica che lo hanno visto tra gli autori.

“The Carateker” (1963)(Il guardiano) regia di Clive Donner, sceneggiatura di Harold Pinter. Il film è ricavato dall’opera omonima di Pinter del 1959, la sesta in ordine di stesura ma la prima a dargli il successo di critica e di pubblico (444 repliche al suo esordio). Racconta di Aston (Robert Shaw), un uomo quieto e riservato che vive col fratello Mick (Alan Bates), in una disordinata stanza di una piccola casa abbandonata di Londra. Aston fa amicizia con Mac Davies (Donald Pleasence), un derelitto che è stato licenziato dal bar dove lavorava, e lo prende a vivere con loro offrendogli come lavoro di fare il guardiano della casa. Mac Davis si troverà così tra due fuochi, in un susseguirsi di angherie e rivalità dei due fratelli in lotta per accappararsi le simpatie di Mac Davies. Il sottotesto omosessuale è molto evidente, soprattutto nelle uscite del sadico e virile Mick.

“Il servo” (1963) di Joseph Losey, sceneggiatura di Harold Pinter sul romanzo di Robin Maugham. Per la sinossi di questo film vi rimandiamo alla nostra scheda.

“Butley” (1974) prima regia di Harold Pinter su una sceneggiatura di Simon Gray. Nel film Alan Bates interpreta un professore di letteratura (esperto su T.S. Eliot) in un college londinese che nello stesso giorno perderà la moglie e il suo giovane amante omosessuale, ritrovandosi solo a meditare sul suo passato, tra sbronze e osceni sproloqui.

“Cortesie per gli ospiti” (1991) di Paul Schrader, sceneggiatura di Harold Pinter sul romanzo di Ian McEwan. Una coppia inglese (Everett, Natasha Richardson) si reca a Venezia con la speranza di definire il loro rapporto e il loro futuro. Qui però vengono coinvolti in un gioco ambiguo da un’altra coppia, un nobile italiano e la sua invalida moglie (Christopher Walken e Helen Mirren). Molta della vicenda ruota intorno alla tensione sessuale tra Walken e Everett, soprattutto sull’attrazione sentita da Walken (che frequenta bar gay) che sembra però non trovare corrispondenza in Everett (che ama però mostrarsi spesso nudo). Questo tema non viene comunque approfondito dalla regia che lascia così gli spettatori confusi e disorientati. Possiamo fare un estemporaneo richiamo a “Morte a Venezia” dove un uomo maturo si lascia affascinare da un giovinetto. Qui però quello che soffre è il giovane.

“Slewth” (2007) di Kenneth Branagh, sceneggiatura di Harold Pinter sull’opera teatrale di Anthony Shaffer. Anche per questo ultimo lavoro di Pinter come sceneggiatore vi rimandiamo alla nostra scheda del film.

Ricordiamo anche il suo contributo attoriale nel film gay “Breaking the Code” (1996) di Herbert Wise, sulla tormentata vita del matematico Alan Turing, dove interpreta John Smith, il Ministro della Sicurezza operativa che ordina a Turing di controllare la sua vita sessuale dopo la guerra.

Qui sotto una recente immagine di Pinter

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