"UN ALTRO PIANETA" NELLE SALE DA VENERDI

Un film che doveva scandalizzare per la tematica gay e che invece “scandalizza” per le sue qualità artistiche, già premiate a Venezia col Queer Lion 2008

“Un altro pianeta” di Stefano Tummolini (foto sopra) potrebbe essere il blockbuster gay dell’anno. Anzi possiamo tranquillamente dire che ha tutte le carte in regola per diventare un blockbuster italiano tout-court. L’accoglienza al festival veneziano, di critica e pubblico, è stata esaltante. Lanciato dalla Ripley’s Film (la società che nel 2006 ha prodotto il bellissimo “Pasolini prossimo nostro” di Giuseppe Bertolucci) come il film a più basso budget del Festival (il film è partito con un budget iniziale di soli 1000 euro, cioè niente), ha in realtà costretto tutta la critica a parlare del film soprattutto per le sue notevoli qualità artistiche, ancora più rimarcabili se pensiamo che si tratta di un’opera prima. Il regista Stefano Tummolini, laureato in storia e critica del cinema presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha comunque già prodotto diversi cortometraggi e collaborato alla sceneggiatura del film “Il Bagno Turco” di Ozpetk.

Il film ha vinto a Venezia il premio “Queer Lion”, dedicato alla migliore opera a tematica gay del festival, superando agguerriti concorrenti come l’acclamato film sulla vita dello stilista “Valentino”. Alla consegna del premio, il protagonista e coautore del film Antonio Merone, ha dichiarato a nome suo e del regista, che “siamo estremamente contenti di questo premio perché il film abbraccia temi non facili e certi atteggiamenti del protagonista, cioè del mio personaggio potevano essere equivocati, invece siamo molto contenti che questa associazione e determinate categorie abbiano capito il vero senso e la tematica del film”.
Merone si riferiva alle associazioni e al pubblico gay, volendo sottolineare che nel film non c’è nessuna conversione da gay a etero del protagonista (queste cose succedono solo in certi fantasiosi e astratti film americani) ma solamente l’analisi intensa e profonda dello stato d’animo di una persona che, dopo la perdita dell’amore della sua vita, si ritrova chiusa in se stessa e agli altri. L’incontro con un’altra persona, in questo caso una donna, che sta vivendo una situazione simile, anche se per altre cause, gli offrirà l’occasione per uscire dal suo isolamento sentimentale e riacquistare una speranza di felicità.

Anche se il tema del film è quindi, come dichiara lo stesso regista, una elaborazione del lutto, il film è tutt’altro che triste o decadente. La grande abilità degli autori risiede proprio nella capacità di farci entrare nei personaggi della vicenda con lo sguardo divertito e sereno che si addice ad una giornata di vacanza su una spiaggia marina, una spiaggia ancora più particolare perché naturista e luogo d’incontri gay.

Non avevamo mai visto al cinema, soprattutto italiano, rappresentate sullo schermo con tanta naturalezza e realismo, le tipiche situazioni di battuage, di sesso e di corteggiamento che si possono trovare tra le dune e i sentieri immersi nella vegetazione di luoghi dedicati agli incontri gay. Ci divertiamo a vedere gli inseguimenti, gli sguardi che si cercano o si respingono, gli approcci silenziosi, il sesso veloce o l’insoddisfazione che lascia.

Ci divertiamo ancora di più quando conosciamo il variegato gruppetto che arriva sulla spiaggia solo per una breve e innocente scampagnata, ma che troverà il modo di intruffolarsi nella vita privata del nostro “cacciatore” gay.
Grande l’abilità del regista e degli interpreti nel trasformare queste figure da spiaggia in personaggi veri che difficilmente potremo dimenticare. Personaggi che hanno una storia alle spalle, i problemi del quotidiano, l’incertezza del domani e, soprattutto, fantasmi da cui liberarsi. Il film si svolge tutto in una giornata e tutto sulla medesima spiaggia, eppure alla fine del film ci sembra di avere trascorso una vita con queste persone, di conoscerle come conosciamo chi vive ogni giorno con noi. Questo accade quando ci troviamo davanti a del vero cinema, quando il cinema diventa “magia”, diventa “esperienza”. Scusate se è poco!

Di seguito le note di regia del film:

Quando ho iniziato a girare questo film avevo circa 1000 euro di budget e una settimana di tempo per le riprese. Mi è toccato fare molte rinunce, alcune molto dolorose. La scena a cui forse tenevo di più – quella del primo dialogo tra Salvatore e Daniela – l’ho dovuta girare senza il fonico, sostenendo io il microfono per gli attori. Credo però di aver mantenuto il senso del progetto, che era legato anche a una frase di Zavattini:

“Il nostro cinema vorrebbe far irrompere nello spettacolo, come supremo atto di fiducia, novanta minuti consecutivi della vita di un uomo. Ciascuno di questi fotogrammi sarà ugualmente intenso e rivelatore, non sarà più soltanto il ponte per il fotogramma seguente, ma vibrerà in sé come un microcosmo. Allora la nostra attenzione diventerà continua, e direi perpetua, come dev’essere di un uomo per un altro uomo. Riusciremo a far questo?”

Mai come oggi l’attenzione di un uomo per un altro uomo ci appare come un’utopia. Credo che la tragedia della società contemporanea stia proprio nell’incapacità di attenzione reciproca. Il cinema, specie quello americano, ha creato nello spettatore l’esigenza di una continua spettacolarizzazione del reale, togliendo interesse a tutto ciò che è muto e discreto: ma l’uomo e la vita hanno altri tempi, che non sono quelli del grande schermo. Questo film, invece, vorrebbe innalzare un “monumento” al quotidiano – perché spesso è nelle cose piccole che si manifestano le grandi verità. Ci sono molti dialoghi, anche lunghi, perché è parlando che le persone si conoscono. Molti silenzi, anche lunghissimi, e tanti piccoli suoni e rumori. I volti e i corpi degli attori sono sempre il centro della messa in scena. La storia si svolge in un unico giorno, dalla mattina al tramonto, su una spiaggia libera frequentata da naturisti e persone in cerca di sesso. Una staccionata di legno separa il bagnasciuga dalle dune, dove regna un silenzio quasi irreale. È lì che avvengono gli incontri, come quello tra Salvatore e Daniela. Attraverso i loro sguardi, ho cercato di fotografare la bellezza di un giorno d’estate, e della scoperta di un altro essere umano.

Stefano Tummolini

Vedi il sito ufficiale del film

Il trailer del film:

Qui sotto una immagine del film.


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