MENTRE "MILK" DI VAN SANT E' QUASI TERMINATO

Un articolo del Los Angeles Times ricorda come un altro progetto simile, perseguito con passione per più di 16 anni dai produttori gay Zadan e Meron, abbia dovuto cedere il passo.

Da un articolo di Patrick Goldstein sul Los Angeles Times del 1 giugno, che riassumiamo di seguito, apprendiamo tutti i retroscena che per 16 anni hanno accompagnato il progetto di un film su Harvey Milk, icona numero uno del movimento gay americano in quanto primo attivista gay dichiarato che viene eletto Consigliere al Municipio di San Francisco nel 1977 e assassinato un anno dopo, insieme al sindaco George Moscone, da Dan White, un ex consigliere omofobo.

Il film di Gus Van Sant su Harvey Milk, che s’intitola “Milk”, è quasi pronto (le riprese, a San Francisco, sono terminate il 18 marzo 2008) e si prepara a raccogliere l’eredità di “Brokeback Mountain”, proponendosi come blockbuster della prossima stagione cinematografica, probabile candidato a Venezia 2008 e sicuro candidato a diverse statuette dei prossimi Oscar. Il film è ricavato dal libro “The Mayor of Castro Street” di Randy Shilts con la sceneggiatura di Dustin Lance Black.

La casa di produzione Focus ha da poco messo sul web alcune immagini dal set del film (vedi sotto) e si appresta a lanciarlo in grande stile sul mercato Usa per il prossimo 5 dicembre (anteprime dal 26 novembre). In Italia è già stato acquistato dalla Bim, la stessa distribuzione di Brokeback Mountain, e secondo le dichiarazioni del presidente Valerio De Paolis, “Milk” sarà uno dei loro titoli di punta per la prossima stagione. Il film verrà distribuito in Italia nei primi mesi del 2009 proprio per usufruire del traino dovuto alle candidature ai premi Oscar, esattamente come avvenne per Brokeback Mountain (che ottenne 11 candidature e vinse quattro statuette ma, sic!, non la più prestigiosa).

Dall’articolo del Los Angeles Times apprendiamo che per ben 16 anni i produttori gay Craig Zadan e Neil Meron hanno tentato in tutti i modi, ma invano, di realizzare un film su Harvey Milk. Ora Zadan dichiara che “quando si lavora con passione ad un progetto, bisogna sempre mettere in conto la possibilità di uscirne con il cuore spezzato… Quando abbiamo saputo che il film di Van Sant andava in porto per noi è stato come se Harvey morisse una seconda volta”. Forse la cosa che più addolora i due produttori è anche quella di vedere coinvolti nel film di Van Sant molti personaggi che loro per primi avevano tentato di coinvolgere, a cominciare dallo stesso regista.

Nella lunga odissea di questo progetto Zadan e Meron hanno cotattato un impressionante numero di registi, tra i quali anche Bryan Singer, Van Sant e Oliver Stone e una serie altrettanto cospicua di probabili interpreti, tra i quali Robin Williams, Kevin Spacey, Daniel Day-Lewis, Kevin Kline, James Woods, Richard Gere e Steve Carell.
Le disavventure che hanno accompagnato la storia di questo progetto ci offrono un realistico quadro degli atteggiamenti pre-“Brokeback Mountain” di Hollywood verso il cinema gay. Il regista Rob Cohen, anch’esso legato al progetto, dice che “nei primi anni ’90 non si poteva coinvolgere una star di Hollywood in un ruolo gay, anche se si trattava di farne un eroe martire alla maniera di Gesù Cristo. Harvey Milk fu un incredibile leader politico, egli rappresenta un’epoca in cui i movimenti sociali hanno avuto la forza di cambiare il nostro paese”.

Nel 1991 Zadan e Meron, attraverso la loro vecchia amica Janet Yang, dirigente di produzione alla Warner Bros, contattano Oliver Stone, allora al vertice del successo dopo film come “Platoon,” “Wall Street” e “Nato il 4 di luglio”, proponendogli di girare un film dal libro di Shilts. Janet telefonò ai due produttori dicendogli con voce eccitata: “Salite in macchina e correte subito a Venezia, Oliver vi sta aspettando, ha detto che è una storia sorprendente e passeremo tutto il giorno a parlare del film e a sentire le sue idee in proposito”
Dopo che Stone ebbe dato l’approvazione al progetto, la Warners comperò i diritti sul libro per i due produttori. In effetti la Warner del 1991 era assai più coraggiosa di come fu in seguito. Il produttore Bill Gerber, che lavorò per la Warner per più di un decennio (arrivando ad esserne il co-presidente), dichiara che “In quei giorni gli Studi cercavano materiale originale, audace; avevamo fatto ‘JFK’ e altri film impegnati”. Stone, da sempre interessato a tematiche sociali e alla cultura popolare, pensava che la storia avesse un grande potenziale drammatico.

Avendo passato molto tempo a parlare con Shilts e con diversi amici di Milk, i produttori Zadan e Meron si erano convinti che un ingrediente fodamentale del carattere di Milk era il senso dell’umorismo, per questo avevano pensato in un primo momento di assegnarne il ruolo a Robin Williams. Williams, che aveva vissuto a lungo a San Francisco, conosceva bene la storia di Harvey Milk e nel 1992 aveva dichiarato a The Times che si identificava personalmente con l’odissea di Milk: “Anche Harvey, come me, arrivava da New York; era un tipo gentile a cui la madre chiedeva spesso ‘ma quando ti sposi?’. Arrivato a San Francisco finalmente poteva dire ‘ora non sono più costretto a mentire’. Amava questa città che gli aveva permesso di fare il coming out, di essere se stesso. Anch’io ho potuto fare qui il mio coming out, quello di comico”.

Per la sceneggiatura i due produttori ingaggiarono David Franzoni (“Gladiator”), un potente avvocato che aveva servito il Sen. Joseph McCarthy. Nei primi anni ’90 la comunità gay, frastornata dall’Aids, era lontanissima da Hollywood che peraltro, fino a quel momento, aveva generalmente trattato gli omosessuali come non-persone. Un certo numero di attivisti erano preoccupati che Hollywood potesse far diventare Milk un eroe di cartone. Franzoni in merito dice: “Molte persone credevano che avremmo popolarizzato Harvey facendolo diventare un innocuo eroe tipo Zorro”. Franzoni, Stone e Williams erano tutti etero, cosa che avrebbe portato i critici a dire che il film non sarebbe stato abbastanza autentico.

Fu allora che Stone decise di volare a San Francisco per prendere visione personalmente del distretto Castro. Ricorda Zadan che Stone “volle andare a visitare i vecchi luoghi di ritrovo di Harvey. Mi disse: ‘Ora dobbiamo capire come funziona la vita notturna’. Fu così che mi trascinò dentro ogni bar dove Stone, per niente timido, parlava con tutti. Prima mi aveva avvisato dicendomi che ‘se mi trovo nei guai dirò che tu sei il mio ragazzo’, al che io avevo risposto: ‘Oliver, tutto tranne questo!'”.

Stone aveva percepito il grande distacco tra la gioia e lo slancio dell’epoca di Harvey e l’ansia che regnava nella cultura gay post-Aids. Meron commenta che “Oliver aveva intuito come era bello vivere la giovinezza ai tempi di Harvey, differentemente dai primi anni ’90 quando molte persone erano già morte e sopra la testa di ciascuno pesavano nuvole nere”.
Quando tutti eravamo pronti per partire, arriva sugli schermi americani il film di Stone “JFK”, un rivoluzionario sguardo sull’assassinio di Kennedy, che esplose come una bomba, soprattutto all’interno della comunità gay, infuriata per il ritratto di molti cospiratori assassini dipinti come omosessuali depravati. Per di più Stone rilasciò una intervista incendiaria alla rivista gay Advocate, dove paragonava Queer Nation a un gruppo nazista, dicendo che “lavorano utilizzando le armi dell’intimidazione e della paura”. Sentendosi assediato, Stone chiamò Zadan e Meron dicendo che, per evitare di essere bersagliato dalle critiche, sarebbe rimasto nel progetto ma solo come produttore, non come regista.

Fu Stone stesso che suggerì di rivolgersi come regista a Van Sant, che veniva dal recente successo di “Drugstore Cowboy” ed era apertamente gay. I produttori si erano rivolti a una nuova sceneggiatrice, Becky Johnston, che aveva scritto testi per Prince e Barbra Streisand, ma la sua nuova sceneggiatura, pronta nel 1993, non piacque a Van Sant, che la riteneva troppo simile al libro senza catturare l’anima dei personaggi. Dopo un breve scambio di idee (Oliver accusava Van Sant di ricercare la perfezione, cosa che, diceva lui, poteva appartenere solo agli scolari greci), Van Sant si ritirò dal progetto. Occorre aggiungere che Van Sant aveva presentato un suo abbozzo di sceneggiatura che, secondo le sue parole, era stato ignorato.

Altri registi furono contattati, tra i quali Rob Cohen che avrebbe firmato una volta terminato il film “Dragon”, una biografia di Bruce Lee. Cohen divenne però scettico sul progetto dopo avere letto gli interventi sulla stampa gay: “Mi hanno chiesto se sono etero, gay o bisessuale e io gli ho risposto che sono etero, ma non sono neppure cinese eppure sto facendo un film sui cinesi”. Un suo problema era anche quello di individuare l’attore protagonista: “Ho mandato la sceneggiatura a diversi attori, come Dustin Hoffman e Al Pacino, ma tutti mi hanno risposto negativamente”.

Con la scusa che il progetto non andava avanti, anche Stone si ritirò come produttore.

Poco tempo dopo i due produttori si rivolsero a Tony Kushner, reduce da un grande successo con il dramma “Angels in America”, ma disse che era molto occupato. Craig Lucas, uno stimato commediagrofo che aveva già scritto per il film “Che mi dici di Willy?”, accettò di scrivere una nuova sceneggiatura. Nel frattempo i due produttori si erano rivolti a Brian Singer, al momento coinvolto nella serie filmica degli “X-Men”, ma che si dichiarò entusiasta dell’idea e contattò Kevin Spacey come protagonista nel ruolo di Milk. “Credo che Spacey sia perfetto per il ruolo di Harvey e sentirò Brad Pitt per il ruolo di Dan White”. Ma entrambi non risposero all’invito.

Per un certo periodo il progetto passò nelle mani della Warner Independent Pictures con un’altro sceneggiatore, Brandon Boyce (“L’allievo”). La compagnia non vedeva l’ora di realizzare il film ma dopo l’impegno affermativo di Singer, il progetto ritornò nelle mani della Warner Bros. Films. Singer alla fine si rivolse allo sceneggiatore Christopher McQuarrie, che aveva già scritto per lui “I soliti sospetti”. Poco dopo i produttori ricevettero una chiamata dall’agente di Steve Carell che si dichiarava interessato alla parte. L’agente aveva mostrato a Zadan l’interpretazione divertente di Carell in “Little Miss Sunshine” ed era sicuro che dopo la breccia aperta da “Brokeback Mountain” il film poteva avere un grande successo.

Ma ancora, nella primavera del 2007, interviene il destino. Con il progetto in stallo per l’impegno di McQuarrie con il film “Valkyrie” di Tom Cruise, arriva, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che Dustin Lance Black ha scritto una sceneggiatura che è piaciuta a Van Sant che ha già ottenuto l’assenso di Sean Penn per il ruolo di Milk. Ormai, con una sceneggiatura approvata e con il produttore Michael London che si univa al team di Dan Jinks e Bruce Cohen, il progetto sarebbe partito a vele spiegate.
Il colpo fu particolarmente duro per Zadan, che era un vecchio amico di Jinks: sembrava uno strano gioco del destino quello che aveva messo uno contro l’altro due gruppi di produttori, entrambi gay, su due differenti progetti per lo stesso film, consapevoli che uno solo avrebbe potuto realizzarsi.
Jinks afferma che partecipa a questo progetto solo per passione: “La storia ci interessa così tanto che è impossibile per noi rifiutarla. Prima o poi sarebbe realizzata. Indipendemente dal guadagno che potrebbe portare è una storia che deve essere raccontata.”

Alcuni dei partecipanti al progetto originale di “Castro Street” hanno dato la loro benedizione al progetto rivale. Sia Stone che Williams hanno visitato il set del film di Van Sant. London recentemente ha contattato Zadan e Meron nel tentativo di tranquilizzarli: “Voglio che sappiano che noi abbiamo trattato molto seriamente la storia di Milk”. Ma questi sono giorni amari per Zadan e Meron che dicono: “Alla fine dobbiamo riconoscere che si tratta di affari, le persone fanno film anche per vivere”.

Leggi l’articolo originale di Patrick Goldstein sul Los Angeles Times

Qui sotto una immagine dei produttori gay Craig Zadan e Neil Meron. Più sotto una scena del film “Milk” di Gus Van Sant con Sean Penn nei panni di Harvey Milk

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