ALMODOVAR SI RACCONTA

In una intervista durata più di dieci anni (dell’amico e critico cinematografico Frederic Strauss) scopriamo come lavora e cosa pensa uno dei più grandi geni del cinema contemporaneo.

Viene pubblicata, in una bella edizione Lindau-Cahiers du cinéma, ricca di splendide e rivelatrici illustrazioni che insieme sembrano quasi un film, un’intervista a Pedro Almodovar, durata più di dieci anni, dell’amico e critico cinematografico Frederic Strauss. Almodovar è diventato in questi anni uno dei più importanti e innovativi registi del panorama internazionale, ma anche un maestro di pensiero in prima linea nelle battaglie sociali e politiche, nella difesa dei diritti delle minoranze: vuoi per la miseria, lo sfruttamento o vuoi anche per la discriminazione che subiscono a causa dei loro orientamenti sessuali.
Il suo cinema, dalle commedie più divertenti ai melodrammi più tragici, è sempre stato un veicolo di idee e sentimenti, una denuncia contro il conformismo e il perbenismo ipocriti di una società incapace di guardarsi dentro senza le lenti deformanti di una cultura prefabbricata.
In questo libro possiamo seguire passo passo il percorso che l’autore ha compiuto, attraverso i suoi film e i suoi incontri, in tanti anni di duro lavoro e impegno. Possiamo trovare risposte a tante domande che i suoi film ci hanno sollecitato, ma anche scoprire tanti piccoli segreti che hanno portato il regista a scegliere di fare un film piuttosto che un’altro, a scegliere un attore piuttosto che un altro, ecc. Un volume imperdibile che si legge come si vede un film!

Dalla presentazione del volume:

L’evento editoriale cinematografico dell’anno: Pedro Almodóvar intervista se stesso!

Autore di commedie brillanti (ad esempio Donne sull’orlo di una crisi di nervi) o di melodrammi capaci di far vibrare le emozioni più intime (Tutto su mia madre), Pedro Almodóvar è un cineasta che, di film in film, non smette di sorprendere e di affascinare lo spettatore con il suo stile unico e la sua abilità nel raccontare le ironie e i paradossi della vita.
A partire dalle sue prime opere (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, Labirinto di passioni) e fino agli ultimi capolavori (Parla con lei, La mala educación e Volver) Almodóvar mette in scena un universo originale e assurdo, un mondo in cui ha senso soltanto ciò che appare un controsenso, in cui solo i grandi disordini sembrano in grado di rimettere ordine nelle cose. Frédéric Strauss, attraverso una serie di interviste raccolte nel corso degli anni (i primi incontri risalgono al 1994), racconta passo dopo passo la carriera del regista spagnolo: dal periodo della movida madrilena ai primi lavori in super8, realizzati con gli amici durante i fine settimana, quando ancora lavorava per la compagnia telefonica spagnola; dalla nascita della casa di produzione El Deseo, ideata con il fratello Agustín, alle opere che gli hanno garantito il successo internazionale (Légami!, Tacchi a spillo); per finire con gli importanti riconoscimenti ottenuti a Cannes e agli Oscar.
Almodóvar parla a ruota libera, in maniera divertente e divertita, pronto a evocare ricordi della propria infanzia, a fornire spiegazioni tecniche per farci comprendere meglio una scena, a raccontare aneddoti riferiti al set e al suo rapporto, non sempre facile, con gli attori, oppure a descrivere sequenze tagliate in fase di montaggio, e a parlare dei film e degli autori che lo hanno maggiormente influenzato. Il ritratto dell’artista è reso ancora più vivido dalla riproposizione di alcuni suoi testi scritti in occasione dell’uscita dei film, e da un imponente apparato iconografico completo di foto di scena, storyboard realizzati da Almodóvar, disegni di importanti artisti (Mariscal, Dis Berlin, Juan Gatti) utilizzati per le scenografie, locandine originali e molto altro.

L’AUTORE
FRÉDÉRIC STRAUSS è critico cinematografico per «Télérama», dopo essere stato vicecaporedattore dei «Cahiers du cinéma» negli anni ’90. Ha anche realizzato un cortometraggio: Rouge maman (2003). Lindau ha pubblicato, nel 2007, Fare un film, scritto in collaborazione con Anne Huet.

“Pedro Almodóvar. Tutto su di me” Frederic Strauss
«Fuoricollana», 24×29 cm, copertina cartonata e sovracoperta, pp. 248, euro 44
imponente apparato iconografico (più di 200 fotografie a colori e 20 fotografie in b/n, di proprietà esclusiva dell’autore stesso e della sua casa di produzione El Deseo),
con contributi di artisti come Mariscal, Dis Berlin, Juan Gatti.
Per il nostro mercato, una innovativa co-edizione italo-francese, a doppio marchio LINDAU e Cahiers du cinéma.
Lo stesso testo è tradotto in contemporanea (oltre che in Francia e in Italia) in Grecia, in Germania e in altri Paesi europei.


Indice del volume:

Introduzione: Il cinema dei desideri, di Frédéric Strauss

1. La vita è una commedia (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, Labirinto di passioni)
Folle… Folle… Fólleme… Tim, di Pedro Almodóvar

2. Il cinema come ambizione (L’indiscreto fascino del peccato, Che ho fatto io per meritare questo?, Matador)
Una commedia atipica di Fernando Fernán Gómez, di Pedro Almodóvar

3. Padrone del suo desiderio (La legge del desiderio)
La fratellanza, di Agustín Almodóvar
La fratellanza, di Pedro Almodóvar
L’estate a Madrid, di Pedro Almodóvar

4. In studio: idoli e idilli (Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Légami)
Tacchi e tubini, di Pedro Almodóvar

5. L’artificio e il suo contrario (Tacchi a spillo, Kika)

6. Passioni a Madrid (Il fiore del mio segreto, Carne tremula)
La mappa, di Pedro Almodóvar
L’angolo di strada, di Pedro Almodóvar

7. A cuore aperto (Tutto su mia madre)

8. Vent’anni
L’ultimo sogno di mia madre, di Pedro Almodóvar Caballero

9. Il tempo dei segreti (Parla con lei, La mala educación)
Il cinema come rifugio e come specchio, di Pedro Almodóvar

10. Nella scia del tempo (Volver)

Filmografia

Crediti fotografici


Dalla recensione di Concita De Gregorio su La Repubblica

«Il mondo di Almodóvar è il nostro. Terribile e ridicolo, fuori fuoco. Può piacere, il suo cinema, o non piacere ma nessuno può discutere il fatto che viviamo un tempo in cui la profondità risiede nei dettagli dell’apparenza, la luce nell’ombra, il non senso ripristina l’ordine perché altrimenti l’unico ordine possibile è fatto di ipocrisia. Di fronte a un libro-intervista di duecentocinquanta pagine in cui nessuna risposta, nessuna, nessuna curiosità da cinefili o da spettatori grati resta inevasa viene da dire leggetelo… Leggi tutto l’articolo

dal sito Lindau

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