Anche una “forte” opera lesbica alla Festa del Cinema di Roma. Si tratta della puntata pilota di una nuova serie, all’insegna della qualità, prodotta da Fox International Channels Italia. La serie, che porta il titolo “Donne Assassine”, è dedicata a casi di ribellione femminile e la puntata pilota “Marta e Veronica”, diretta Herbert Simone Paragnani è ispirata alla vera (e tragica) storia d’amore tra una suora e un’attrice. Questo episodio pilota (50′) è stato selezionato dal direttore Mario Sesti e inserito nella sezione “Extra” della Festa di Roma (sarà proiettato il 20 settembre ore 20:00 al teatro Studio).
Le protagoniste di questo cruento fatto di sangue sono Donatella Finocchiaro (foto sopra) e Sabrina Impacciatore, la prima interpreta una quasi suora e la seconda un’attrice ormai disillusa, due tipi di donne molto diverse ma che si ritroveranno legate da una passione travolgente che la società perbenista e ipocrita del periodo non poteva accettare.
Il regista Paragnani ha dichiarato che “I committenti di Fox volevano da noi un prototipo televisivo che avesse la qualità di un prodotto cinematografico. Serial come Lost o 24 dimostrano di non aver nulla da invidiare al cinema, in termini di regia e interpretazione. E con Fox è stato un amore a prima vista: ho iniziato a lavorare al progetto anche sull’onda del successo di “Boris”: naturalmente gli standard qualitativi imposti dalla rete sono altissimi, però è grazie a committenze come queste che oggi il grande cinema si vede in televisione. Nel mio film si parla di un amore lesbico, e di un delitto efferato che coinvolge una donna di Chiesa. Tutti tabù che nessuna rete in chiaro sarebbe disposta a infrangere. E’ molto tempo che lavoro per il piccolo schermo, e l’esperienza mi ha insegnato che la tv generalista rifiuta il concetto di autorialità. Più che una critica, è una constatazione: i prodotti televisivi italiani si somigliano tutti”.
Secondo Paragnani “la femminilità in tv è sempre rassicurante: la donna è soltanto madre, o moglie, in qualche caso amante. C’è tutto un mondo, di donne omosessuali, o di sessualità represse, di altri modi di vivere la propria femminilità, che la tv e il cinema hanno rimosso. La sfida del mio film – spiega – è anche questa: proporre a una platea televisiva fatta per lo più di donne (così dicono le statistiche) una storia fuori dagli schemi. E i primi test-screening sono incoraggianti: il pubblico femminile dimostra di apprezzare il film proprio perché racconta senza censure un tipo di sessualità escluso dall’immaginario collettivo descritto dalla tv”. (La Gazzetta del Sud)