"L'ISOLA DEI FAMOSI" 5^ EDIZIONE

I personaggi per un’edizione diversa e stuzzicante ci sono, ma non sembra che si voglia andare in questa direzione. Cecchi Paone diventa moralista. Malgioglio fa del suo meglio, ma rischia di non andare oltre lo stereotipo.

Noi abbiamo sempre faticato a comprendere il successo dei reality show: ci sembrano una grande montatura, dove di reality non c’è quasi nulla e lo show ci sembra di una noia mortale. Questa volta abbiamo voluto castigarci (e verificare che le nostre impressioni non fossero pregiudizi) rimanendo seduti per tre ore davanti alla prima puntata dell’Isola dei Famosi edizione 2007 (Rai 2 mercoledì ore 21).

Un’altro motivo che ci induceva a questo “sacrificio” era la tanto reclamizzata presenza di Alessandro Cecchi Paone e di Cristiano Malgioglio, entrambi gay dichiarati. Le delusioni purtroppo non si sono fatte attendere.

A iniziare dalla commiserazione, alimentata da una sincera simpatia, che quasi tutti, conduttrice in testa, palesavano per “l’andicappato” Malgioglio, e questo non solo perchè non è capace di nuotare, ma, soprattutto, perchè è “femminile nell’anima” come lo ha “giustificato” Simona Ventura.
Lui stesso è stato perfettamente al gioco, o meglio allo stereotipo, con battutine terrorizzanti del tipo “è la prima volta che dormo con una donna”, “sono la Ursula Andress del gruppo”, o quando racconta dell’acquisto su un mercatino di Londra di un “cappello con la veletta”, disgraziatamente perso in mare, o quando si mangia con gli occhi il bel Coco dal quale non si stacca mai.

Comunque Cristiano Malgioglio è stato una presenza queer significativa, non importa se nel bene o nel male, e il seguito potrebbe avere momenti intriganti e soprattutto disturbanti (per noi positivamente) per un pubblico al quale non si può nemmeno fare sentire il nome di una particolare ratta.

Tutt’altro discorso per Cecchi Paone che aveva dichiarato di partecipare, contro i suoi principi, a questo reality solo perchè gli offriva l’occasione di «parlare di omosessualità e coppie gay, diritti civili e cambiamenti climatici».
Per ora, ma siamo solo alla prima puntata, assolutamente niente di tutto questo. Anzi ogni volta che la Ventura lo presentava si guardava bene dall’accennare alla sua omosessualità, insistendo unicamente sulle sue qualità di uomo di scienza e fantascienza. Da parte sua, Alessandro è stato per buona parte della puntata, quasi defilato, anche fisicamente, nascosto, quando poteva, dietro tutto il gruppo (probabile qualche problema di look), con la scusa che, avendo lasciato gli occhiali sulla nave, ci vedeva male e poco.
Verso la fine della puntata abbiamo però assistito al suo momento di gloria, quando ha tirato in ballo la sua coscienza che gli impediva di esercitare la “nomination” cioè l’indicazione, con motivazione, di un componente del gruppo da eliminare, dicendo «Mi rifiuto di fare una nomination, è un gesto incivile. Non ho mai votato contro qualcuno non comincerò ora all’Isola dei famosi ». L’obiezione della Ventura, ampiamente condivisa dal pubblico presente, era che avendo firmato un contratto, che specificava dettagliatamente le regole del gioco, non poteva ora fare quello che voleva.
Paone continuava a reclamare che la sua scelta era per “la difesa dei deboli” e che non si poteva insegnare a parlare male di qualcuno in segreto.
Inamovibile e durissima la Ventura che con parole quasi offensive («La tua spocchia te la puoi mettere dove vuoi») lo obbligava a rispettare il contratto, concedendogli solo di fare la nomination pubblicamente.
La discussione è stata certamente utile al programma, richiamando l’attenzione degli spettatori, ma pensiamo che non sia stata utile a Cecchi Paone che sembrava voler trovare a tutti i costi un motivo per mettersi in evidenza. Speriamo che le sue prossime cartucce siano meglio indirizzate e più difendibili, soprattutto se vuole ottenere il consenso del pubblico.
Complessivamente il nostro giudizio su questo tipo di spettacolo non è certo cambiato, anche se pensiamo che abbia un suo pubblico e che potrebbe essere un momento divulgativo interessante a condizione di saper andare oltre le solite banalità e gli stereotipi.

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