"FUNERAL PARTY" APPLAUDITO A LOCARNO

Una divertente commedia nera di Frank Oz, con personaggi che girano nudi e ricatti di nani gay, che ridicolizza la piccola borghesia britannica

Accolto molto bene dalla critica e dal pubblico del Festival di Locarno attualmente in corso, “Funeral Party” (in Italia verrà distribuito da Mikado dal 21 settembre 2007) è stato una vera sorpresa anche per il pubblico gay. Il regista Frank Oz, è senz’altro uno dei nostri beniamini, soprattutto dopo il successo internazionale del divertente “In & Out” (ma anche “La donna perfetta” ha un esilarante personaggio gay), e ci ha sorpresi ascoltare dalla sua voce un caming out etero, dove Oz dichiara, quasi spiaciuto, che “Io ero un ragazzo bizzarro (weird). Avrei benissimo potuto essere gay perchè mi piacevano moltissimo i musical di Broadway. Non so perchè non sono gay.”

Anche in questo film, un divertento affresco corale, abbiamo un personaggio gay, il nano Peter (Peter Dinklage), che a prima vista potrebbe sembrare negativo od oltraggioso. In pratica buona parte del film, dopo avere esaurito la presentazione dei vari personaggi, gira intorno alla vicenda di Peter che minaccia di rendere pubblica la sua relazione omosessuale con il defunto, cosa che metterà in subbuglio i parenti stretti del defunto portandoli ad una macabra conclusione (temporanea).

In realtà, il personaggio di Peter, come ha dichiarato lo stesso regista, alla fine ne esce con una certa dignità, grazie anche alla mirabile interpretazione di Peter Dinklage (aveva già interpretato un personaggio gay nel film “The Baxter” di Michael Showalter). Oz ha detto che altri due famosi attori avevano rifiutato questo ruolo e solo allora aveva pensato di assegnare questa parte a un nano: “Inizialmente, il personaggio non doveva essere un nano: abbiamo offerto il ruolo a star che hanno rifiutato. Evviva! mi son detto, e ho avuto ragione, perché Dinklage dà alla sua parte una profonda dignità, gli ho detto che era così bravo che dopo 15 minuti nessuno avrebbe più pensato al solito schema di un uomo basso legato al sesso. Fosse stato un interprete noto, Jim Carrey, per esempio, per i primi quindici minuti la gente si sarebbe messa a fare i confronti! La mia, comunque, non è una commedia, bensì una farsa, peraltro scritta da un autore londinese molto timido. Che ha scritto all’antica, come volevo io”.

Tra le altre affermazioni di Oz, questa bella difesa del cinema indipendente: “Sono un regista, non un politico e chi se ne importa, se qualcuno lascerà la sala perché non gli piace la cacca. Le commedie pulite mi fanno vomitare: disturbare le persone è divertente e lavorare con un piccolo gruppo di ottimi attori inglesi è meglio che dirigere grandi star americane”.

Alcuni giudizi sul film tratti dai quotidiani di oggi:

“…usa il più classico spartito della morte di un padre per far convergere in una stessa casa con giardino una parentela che si allarga a figure inquietanti come quella di un nano, pronto a palesarsi come l’amante nascosto del defunto mostrando foto decisamente compromettenti. E così, mentre nella casa girano pasticche allucinogene scambiate per valium, la dinamica del ricatto impressa dal piccolo «estraneo» innescherà una girandola di situazioni che troverà degna conclusione nella stessa bara esposta in salotto. Tra uomini nudi appollaiati sul tetto, isterici vecchietti in sedia a rotelle, scrittori dal braccino corto e donne incinta, l’ampia galleria dei caratteristi si fa affresco corale grazie ai ritmi neri di una sceneggiatura “comica” che matura raffiche di imprevisti ed equivoci come nella più classica tradizione di british humour.” (l.b. – l’Unità)

“… cosa c’è di più nero d’un funerale, dove le bare si aprono, il caro estinto viene sepolto con l’amante nano, il vecchio zio Alfie, in carrozzella, se la fa addosso e tutti si drogano, credendo di prendere una pasticca di Valium, mentre assumono Lsd? Siamo dalle parti della classica «slapstick comedy», dove si ride per scene apparentemente ingenue, ma sofisticate nell’impegno recitativo degli attori e nel meccanismo oliato dal regista…” (Il Giornale)

“… Apparentemente il film del regista di In and Out inizia come una classica commedia british piena di freddure e umorismo surreale con frasi così assurde da ricordare un Bunuel in salsa minore, ma rapidamente la pellicola – un incastro di 13 attori ognuno dei quali ben caratterizza il proprio personaggio – si scopre in tutta la sua comicità a grana grossa stile Boldi-De Sica con anche un finale amarcord riconciliatorio…” (Libertà)

Filmografia (regie) di Frak Oz:

Funeral Party (Death at a Funeral) (2007)
Donna perfetta, La (The Stepford Wives) (2004)
The Funkhousers (2002) (TV)
The Score (2001)
Bowfinger (1999)
In & Out (1997)
Chiave magica, La (The Indian in the Cupboard) (1995)
Moglie a sorpresa (HouseSitter) (1992)
Tutte le manie di Bob (What About Bob?) (1991)
Due figli di… (Dirty Rotten Scoundrels) (1988)
Piccola bottega degli orrori, La (Little Shop of Horrors) (1986)
Learning About Numbers (1986)
The Muppets Take Manhattan (1984)
The Dark Crystal (1982)

Qui sotto la locandina del film

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