Margherita Giacobino e i suoi film alla Manifattura delle Arti di Bologna

Questa sera a Bologna presentazione e discussione di due documentari su due importanti personalità lesbiche

La Manifattura – Cultura fresca di stagione

giovedì 12 luglio – ore 21.30

Parco 11 Settembre 2001, Via Riva Reno
Area Manifattura delle Arti – Bologna

per Visioni d’estate

A family romance
di Margherita Giacobino ed Ernaldo Data

Sara
di Margherita Giacobino ed Ernaldo Data

ingresso gratuito

Per il ciclo Visioni d’estate, Comunicattive e ArciLesbica Bologna presentano due documentari recentemente realizzati dalla scrittrice e saggista Margherita Giacobino.
“A family romance”, conversazione con la storica Lillian Faderman sulla famiglia lesbica, e “Sara”, ritratto per immagini della scrittrice Sara Zanghì, saranno proiettati al Parco 11 Settembre 2001. La proiezione sarà introdotta dalla regista Margherita Giacobino, che dialogherà con Antonia Ciavarella (ArciLesbica Bologna).

A family romance
Conversazioni con Lillian Faderman e Phyllis Irwin
Italia, 2007, 26’
Nel film di Giacobino e Data, Lilian Faderman, la massima storica lesbica racconta, insieme alla sua compagna, di come la famiglia lesbica possa inserirsi senza soluzione di continuità all’interno di forti valori e legami familiari.

Sara
ritratto di una donna, una scrittrice, un’amica: Sara Zanghì
Italia, 2006, 26’
Sara Zanghì, siciliana di origine e romana di adozione, si racconta con generosità e calore, dall’infanzia alle prese con un padre autoritario e geloso al primo amore adolescente per una vicina di casa, dal suo ruolo di prof alternativa nelle lotte studentesche al lungo rapporto che la unisce alla sua compagna.
Ne emerge un’esistenza vissuta sul filo della ribellione, di un tranquillo coraggio e di un appassionato e sorridente amore per la vita, in un’Italia che va dalla società chiusa e omofoba degli anni ’50 e ’60 fino al mondo apparentemente liberato di oggi.

Margherita Giacobino
Vive a Torino. Giornalista, scrittrice e saggista, ha pubblicato Un’americana a Parigi, con lo pseudonimo Elinor Rigby (Baldini Castoldi Dalai editore, 1993), Casalinghe all’inferno (Baldini Castoldi Dalai editore, 1996), Svegliatevi bambine!, con Pat Carra (Zelig, 1996), Marina, Marina, Marina (Piemme, 2000).
Per Il dito e la luna sono usciti Le pioniere del sesso (2000), e i saggi Orgoglio e privilegio. Viaggio eroico nella letteratura lesbica (2003), Guerriere ermafrodite cortigiane. Percorsi trasgressivi della soggettività femminile in letteratura (2005) e Una storia tutta per noi. Lillian Faderman, un’antologia (2006). Per Il dito e la luna è anche curatrice della collana di traduzioni Officine T- Parole in corso che ha fatto scoprire al pubblico italiano, tra gli altri, Leslie Feinberg, Dorothy Allison, Lillian Faderman.
È inoltre traduttrice (tra gli altri Madame Bovary e Cime Tempestose) e collabora con le riviste Towanda e Leggere Donna. Questa è la sua opera prima come regista.

Ernaldo Data
Ha studiato cinema all’Università di Torino. Collabora con Raisat e con artisti come Claudio Zanotto Contino, Paolo Leonardo, Daniele Gaglianone e lo Xenia Ensemble, per il quale realizza i video dei concerti. Ha diretto The other Boat (2005), La costruzione di un’opera: Alianti (2003), Alcesti (2002).

ArciLesbica Bologna
Cassero – via don Minzoni 18
info 051 6492684
www.arcilesbica.it/bologna

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Intervista a Margherita Giacobino pubblicata sul Corriere di Bologna di oggi

Paola Gabrielli
L’INTERVISTA

Margherita Giacobino: «Le mie storie di donne infondono ottimismo»

Il primo documentario in ordine di tempo di Margherita Giacobino, scrittrice torinese, s’intitola Sara. Ritratto di una donna, una scrittrice, un’amica, ed è dedicato a Sara Zanghì. Il secondo, A family romance,
ci fa conoscere da vicino la storica Lillian Faderman e la sua vita con la compagna Phyllis Irvin. Giacobino, che ha appena pubblicato (ed La Tartaruga) il suo ultimo romanzo, L’educazione sentimentale di Charlie Brown, li presenterà stasera alla Manifattura in un’iniziativa curata da Arcilesbica e Comunicattive, nell’ambito di Bè.
Come si sente una scrittrice nei panni di cineasta?
«Se non ci fosse stato accanto a me un bravo co-regista come Ernaldo Data, non credo che starei qui a raccontarlo. Che dire: il cinema ti fa sentire parte di una cosa collettiva, corale, collaborativa».
Veniamo ai documentari: perché Sara Zanghì e la Faderman?
«Perché escono dai parametri che c’impone quest’Italia scandalistica da un lato, perbenista dall’altro. Donne “non normali” o “non perbene” nel senso dello stereotipo, perché hanno pensato, elaborato e costruito la propria esperienza di lotta e di vita. Questo m’interessa, non il documento-verità. Sara, siciliana ma romana di adozione, racconta la sua esperienza con grande passione e generosità. Lilliam Faderman, massima storica lesbica con un passato terribile alle spalle per lo sterminio della sua famiglia da parte dei nazisti, ci parla della vita di coppia con la sua compagna, in California. Hanno avuto anche un figlio di 32 anni, felicemente sposato ».
Vite di lesbiche note. Ma cosa vorrebbe trasmettere ad un pubblico non di genere?
«Mi rende felice che dei giovanotti, dopo la visione dei film, dicano: “Bello sapere che esistono delle persone che hanno saputo affrontare così la vita. Ci infonde ottimismo” ».
Perché nell’ultimo romanzo ha scomodato Charlie Brown?
«Perché è il simbolo del bambino normale ma diverso. E la protagonista s’identifica molto con lui».

La Manifattura. Parco 11 Settembre 2001. Via Riva Reno 72. Stasera ore 21.30. Ingresso gratuito. La scrittrice presenta stasera alla Manifattura i suoi documentari

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Nella foto sopra una immagine di Lillian Faderman dal documentario “A family romance”
Qui sotto una immagine di Margherita Giacobino all’ultimo Festival del Cinema Gaylesbico di Milano


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