LA CHIESA VENETA DICE NO A "VENICE GAYS"

Continua la via crucis delle “Giornate del Cinema Omosessuale – Venice Gays” che quest’anno sono programmate dal 14 al 16 settembre, in coda alla Mostra di Venezia.

Lo scorso anno ci fu un attacco della Chiesa di Venezia (il parroco di Sant’Ignazio e il vicario foraneo don Giancarlo Iannotta) e della Lega Nord (che si rese ridicola con la proposta di un controfestival “hard-eterosessuale”) che riempì le cronache dei quotidiani locali e nazionali. Le Giornate si fecero ma dovettero poi abbandonare il cinema Astra del Lido.

Ora il Comune di Venezia, sponsor della manifestazione, aveva proposto per quest’anno il cinema Aurora di Marghera, ma la locale parrocchia di S. Antonio, proprietaria del suddetto cinema convenzionato con la municipalità, ha negato il permesso minacciando anche di rompere la convenzione.

In un incontro della scorsa settimana tra il vicepresidente e delegato alla cultura del Comune di Venezia, Bruno Polesel, e i vertici ecclesiali regionali, questi ultimi hanno ribadito il loro secco no in quanto “la convenzione prevede che nel cinema siano organizzati spettacoli consoni al luogo”. Come dire che chiesa e omosessualità sono incompatibili.
Polesel, dopo l’incontro, ha cercato di giustificarne l’esito negativo incolpandosi di non avere spiegato con sufficente chiarezza che si tratta di una manifestazione artistica, e che probabilmente pesano su questa decisione la questione dei Dico e le polemiche sul Family Day. Come dire, se siete in guerra non potete aspettarvi favori.

Purtroppo l’ultima proposta, quella fatta dal Centro Candiani che offre la sua sede, è inaccettabile perchè troppo piccola, come risponde il direttore delle Giornate, Daniel Casagrande: “abbiamo bisogno di un cinema vero e proprio come potrebbe essere il Dante o l’ex Gil. Dispiace che dopo essere stati costretti ad andarcene dal Lido, ci caccino anche da Marghera”.

Speriamo che l’impegno del Comune veneziano e degli organizzatori delle Giornate, venga al più presto premiato con l’assegnazione di una sede adeguata (che in futuro potrebbe essere il quarto piano del nuovo palazzo del cinema), che quest’anno dovrà anche celebrare il primo ufficiale Leone Gay, assegnato da una Giuria competente all’opera che meglio avrà rappresentato le tematiche LGBT tra tutti i film partecipanti alla Mostra veneziana.

Vedi il sito delle Giornate


Qui sotto l’articolo pubblicato in prima pagina di La Nuova Venezia del 3 luglio 2007:

PADRE BENVENUTO RIFIUTA DI OSPITARE ALL’AURORA LA RASSEGNA DI CINEMARTE
IL PARROCO DICE “NO” A TRE GIORNI DI FILM GAY
POLESEL: “LA NOSTRA NON È PROVOCAZIONE”. ELLERO: “FACCIAMOLA AL CANDIANI”

MARGHERA. La Municipalità propone di portare al cinema Aurora le “Giornate di cinema omosessuale – Venice Gays” ma la parrocchia di S. Antonio risponde con un secco: “No”. La rassegna curata da CinemArte, che avrebbe potuto tenersi nella sala cinematografica parrocchiale il 14, 15 ed il 16 di settembre, è la stessa che nel passato si è tenuta al cinema comunale Astra del Lido e che l’anno scorso è stata al centro delle polemiche del parroco dell’isola e della Lega Nord che aveva anche minacciato un contro-festival porno eterosessuale.
La questione ha causato una lettera, che non è stata inviata alla Municipalità ma al direttore del settore Beni ed attività culturali del Comune Giandomenico Romanelli. Nella missiva si diceva no al “Venice Gay” all’Aurora e che l’insistere su questo argomento avrebbe anche potuto comportare la rottura della convenzione tra parrocchia e Municipalità per le attività della sala. Poi la settimana scorsa c’è stato un incontro tra il vicepresidente e delegato alla Cultura della Municipalità Bruno Polesel e i vertici ecclesiali regionali dove è stato ribadito il no in base alla convenzione che prevede che nel cinema siano organizzati spettacoli consoni al luogo. Il parroco di S. Antonio Roberto Benvenuto si è chiuso nel no comment. Più loquace Polesel: “Siamo spiacenti per l’accaduto ma voglio chiarire che la nostra proposta di portare le “Giornate di cinema omosessuale” all’Aurora non era provocatoria. Forse non siamo riusciti ad argomentare in modo sufficiente il fatto che si trattasse di una rassegna trasversale, quindi, non di parte e di cinema d’autore. Probabilmente questo tipo di proposta in un momento, in cui nel nostro Paese infervora la polemica sui Dico e sul Family Day è stata giudicata inopportuna”. Il direttore del centro Candiani però lancia un salvagente: “Siamo disponibili ad ospitare le tre serate”. “Ringrazio Ellero – risponde Daniel Casagrande di CinemArte – ma abbiamo bisogno di un cinema vero e proprio come potrebbe essere il Dante o l’ex Gil. Dispiace che dopo essere stati costretti ad andarcene dal Lido, ci caccino anche da Marghera”.

Michele Bugliari


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