IL CINEMA ITALIANO AL FESTIVAL GAY DI TORINO

Il Festival torinese come una importante vetrina per il cinema indipendente italiano che tra mille difficoltà e ambiguità si confronta con le nostre tematiche

Tra pochi giorni avremo l’elenco dettagliato dei film in concorso all’attesissimo Festival gay di Torino. Un Festival che è diventato negli anni un punto di riferimento internazionale per gli amanti del cinema gay lesbico e trans (forse il secondo nel mondo dopo quello di San Francisco).
Un Festival che con gli omaggi e le sezioni collaterali al concorso è sicuramente l’evento culturale LGBT più importante in Italia. Anche se fino allo scorso anno, nel concorso lungometraggi, e precisamente nella 19ma edizione del 2004, era stato presentato un solo film italiano, “Anime veloci” di Pasquale Marrazzo.

Quest’anno, segno che qualcosa si sta muovendo anche nel nostro Paese, abbiamo ben due film italiani in concorso. Sono “Schopenhauer” di Giovanni Maderna e “Riparo – Anis tra di noi” (foto sopra) di Marco Simon Puccioni. Film già presentati in altri festival (Locarno e Berlino) ma che ancora non hanno nessuna distribuzione italiana. Il Festival di Torino potrebbe essere l’occasione buona, la spinta che ancora manca. Soprattutto se risultassero tra i premiati, cosa possibile per l’intrigante e impegnato “Riparo”, meno probabile per il film di Maderna, un film che ha dovuto affrontare notevoli problemi finanziari (è stato terminato solo grazie all’impegno economico dell’autore e di qualche suo amico), difficile e ambizioso sia nella forma che nei contenuti. Le difficoltà incontrate da questo film non sono comunque ascrivibili alla tematica gay, assai discreta.
Diverso invece il caso di “Riparo” che affronta con coraggio le problematiche di una coppia lesbica che convive in un ambiente ostile e reazionario. Il film ha già una distribuzione francese.

Il segno della forza di promozione del Festival gay torinese ci è confermato anche dalla presenza, nelle sezioni collaterali, di un’altro film italiano, “Cover Boy … L’ultima rivoluzione” di Carmine Amoroso, già presentato alla Festa di Roma. Il film, terminato anch’esso solo grazie alla caparbietà del regista e di alcuni amici, non è precisamente a tematica gay in quanto è la storia di una amicizia virile tra un quarantenne precario italiano e un ragazzo rumeno. Fu probabilmente per questo motivo che il regista Carmine Amoroso ci scrisse, al tempo della presentazione del film a Roma, pregandoci di togliere il film dal nostro sito, dove lo avevamo inserito grazie alle note trovate sulla cartella stampa del film (“… per un errore è stato pubblicato nel sito paco cinematografica del materiale inerente il mio film “cover -boy” da me assolutamente non autorizzato e da voi utilizzato come scheda di presentazione del film. Il soggetto pubblicato non corrisponde alla storia del film , così come le mie annotazioni critiche , la locandina, credits ecc. Vi pregherei quindi di rimuovere tale materiale“). Il film è stato superpremiato alla XV edizione di “Storie di cinema” di Grosseto (premio degli studenti, del pubblico e della Giuria per il miglior lungometraggio).

In concorso nella sezione Documentari Internazionali vedremo anche il bel film di Peter Marcias “Ma la Spagna non era cattolica?”, del quale abbiamo apprezzato un’anteprima di alcuni minuti alle Giornate del Cinema Omosessuale di Venezia 2006.

Per terminare col cinema italiano al festival gay di Torino non poteva mancare l’omaggio a Lino Banfi che presenterà “Un difetto di famiglia” di Alberto Simone e l’edizione in dvd de “Il padre delle spose”

Qui sotto una immagine da “Cover boy” di Carmine Amoroso

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