UNA NOVITA' ASSOLUTA: TICHO PROPONE FILM LGBT ON LINE

Ora abbiamo una possibilità facile e legale per vedere i tanti film gay che passano nei nostri festival o che non trovano una distribuzione regolare

“SCOPRIRE” UN FILM E VEDERLO SUBITO ONLINE – CON TICHOFILM.COM
 
Un nuovo servizio in rete per vedere i “film invisibili” che non entrano mai nei circuiti della distribuzione cinematografica destinata alle nostre sale
 
Tichofilm.com propone un catalogo d’autore e offre la visione di film online con una nuova formula, per cui pagando una piccola somma da 3,50 a 1,00 euro (secondo la tipologia dei film, ma ci sono anche offerte gratuite) si può guardare un film e “restituirlo” (virtualmente) subito dopo. Spieghiamoci meglio.
Siete stanchi di cercare invano un certo tipo di film da vedere nelle sale della vostra città o di correre al videonoleggio dietro l’angolo per scoprire l’ennesima volta che tra i tanti titoli offerti non c’è neanche uno di quelli che avreste voluto vedere quella sera? Di cui avete letto su qualche rivista? Di cui avete sentito parlare alla radio? O da qualche amico o amica che frequentano i festival? Un documentario, per esempio, o un film di finzione che parli di temi che riguardano le nostre realtà più vicine, come la precarietà (nel mondo del lavoro e nei sentimenti), le nuove povertà, l’omosessualità, i racconti dei e/o dai paesi in guerra nel Medio Oriente, i nostri vicini non poi così lontani sulle altre sponde del mare mediterraneo? O tutti questi insieme?
Digitando il sito www.tichofilm.com, a partire dal 20 marzo 2007 entrate in un nuovo territorio di distribuzione cinematografica: la distribuzione online gestita direttamente dalla neonata “Ticho” di Davide Oberto e Ricke Merighi, curatori collaboratori del Torino Film Festival e del Torino International GLBT Film Festival-Da Sodoma a Hollywood, che per lavoro (e per passione) hanno più facilmente accesso a film di durata, genere, formato e ispirazione diversi. Per condividere questi film – spesso invisibili – non soltanto con chi, come loro, frequenta i vari festival in giro per il mondo, Davide Oberto e Ricke Merighi hanno deciso di inventarsi una modalità praticabile – e soprattutto innovativa – nella giungla della commercializzazione delle opere audio-visive, che si farà sempre più frequente nell’immediato futuro.
Ticho compra i diritti di singoli film da produttori e/o distributori (nazionali e/o internazionali) per il territorio italiano, come fa una vera e propria casa di distribuzione, con la differenza che Ticho distribuisce unicamente in rete – in modalità Vod-Video on demand – proponendo una serie di titoli selezionati e disponibili per tale esperimento attuato nel mondo del web.
L’utente, scelto il film, pagato il prezzo per la visione online via paypal, il sistema più semplice e più sicuro per chi utilizza e chi offre il servizio, può visionare il film direttamente nella modalità streaming. “E perché dovrei pagare per vedere film che si riescono anche a scaricare gratuitamente?”, potrebbe obiettare qualcuno. Innanzitutto qui accade tutto legalmente e inoltre Ticho offre un listino da cui scegliere, oltre a scoprire novità interessanti. “Come procede chi non ha una carta di credito?” Vale qualsiasi carta prepagata, e sono in fase di elaborazione forme di abbonamenti per evitare noiosi passaggi nelle maglie delle frontiere economiche della rete.
Scoprire e visionare un film, si diceva, non scaricarlo sul proprio computer in un formato di bassa qualità. Ecco un altro pregio di Ticho: offre opere in buona qualità, essendo gli originali forniti dalle case di produzione e successivamente codificati per il passaggio online in digitale.
Il servizio parte il 20 marzo con un catalogo inizialmente ristretto a pochi titoli, poi ci sarà un aggiornamento mensile con l’inserimento di nuove opere (mantenendo alcuni titoli fissi), sempre attinenti ai temi già indicati, tra cui segnaliamo in particolare il cinema glbt perché proprio in questa sezione c’è una ulteriore novità (che potrebbe allargarsi successivamente ad altre aree):
la visione gratuita in streaming di film grazie alla collaborazione di una televisione.
Il primo titolo è L’altra metà di Francesca Molograzie a un accordo con la Televisione svizzera italiana (RTSI) che l’ha prodotto.
Un breve sguardo ai primi titoli:
 LGBT:
L’altra metà(Svizzera 2005) di Francesca Molo
Ma saison super8(Francia 2005) di Alessandro Avellis
Oublier Cheyenne (Francia 2005) di Valerie Minetto
Shou Bhebbak – Come ti amo (Libano 2002) di Akram Zaatari
 
Doc it:
Il caso Acna(Italia 2006) di Fulvio Montano
Ciro e Priscilla(Italia 2006) di Fabiana Sargentini
Le variazioni del Signor Quodlibet (Italia 2006) di Fabrizio Ferraro
Doc medioriente:
Cercle autour du soleil(2005) di Ali Cherri
Majnounak – Pazzo di te(Libano 1997) di Akram Zaatari
In prossima uscita online:
The Blossoming of Maximos Oliveros (Filippine 2006) di Auraeus Solito

Visita il sito TICHOFILM.COM


Info per i singoli film online:
 
Film glbt:
* L’altra metà(Svizzera 2005) di Francesca Molo
* Ma saison super8(Francia 2005) di Alessandro Avellis
* Oublier Cheyenne (Francia 2005) di Valerie Minetto
* Shou Bhebbak – Come ti amo (Libano 2002) di Akram Zaatari
 
 
* L’altra metà – Metamorfosi
Svizzera, 2005, 58’, col.
regia: Francesca Molo
produzione: RTSI (Radio Televisione Svizzera Italiana)
sinossi: Fulvio e Marisa sono sposati e vivono a Peveragno, un paese nelle montagne del cuneese. Dopo vent’anni di matrimonio Fulvio confessa a Marisa di essersi sempre sentito donna. Il film racconta i primi due anni di metamorfosi fino al mutamento di Fulvio in donna dalla cintola insù, ma anche la solidarietà, la pazienza, i dubbi e il mutamento sentimentale e mentale di Marisa, che ogni giorno deve sostenere e placare le ossessioni, la scontentezza e gli isterismi del suo “insolito” marito. Fulvio/a sottoposto a intensa terapia ormonale diventa con il passare dei mesi sempre più umorale, fragile ed egoista: la vita della coppia naviga ormai in un mare in burrasca.
parole chiave: doc, italia, queer
festival: Da Sodoma a Hollywood – Torino GLBT Film Festival 2005, Tek Festival 2005
 
Biofilmografia:
Francesca Molo è nata a Bellinzona nel 1949, è laureata in Storia contemporanea e Filosofia del diritto alla Università di Friburgo. Dal 1972 ha lavorato come giornalistica e aiuto regista presso la RAI di Roma. Dal 1976 è autrice di documentari di approfondimento culturale e sociale presso la RTSI (Televisione svizzera di lingua italiana). Tra i suoi ultimi lavori Sapore di Salso (2001), Io sono una Signora (2001) e Il continente bianco (2001).
 
 
* Ma saison Super 8
Francia, 2005, 74′, col.
regia, sceneggiatura: Alessandro Avellis
interpreti: Axel Philippon, Celia Pilastre, Roman Girelli, Antoine Mory
produzione: Les Films du Contraire
sinossi: Parigi, primi anni Settanta. Dopo il fallimento del suo comitato pederasta nella Sorbona occupata del Maggio 68, Marc un giovane studente vive al tempo stesso bene e male la sua condizione di omosessuale. Contemporaneamente Julie, la sua migliore amica, si coinvolge sempre di più nel femminismo e cerca di annodare legami con la classe operaia. Inseriti in una società repressiva i due amici affrontano varie peripezie fino a liberarsi dagli etero-sbirri grazie all’inedita unione di due lotte:
 
 
quella dei gay e quella delle donne.
Un film liberamente ispirato alla storia del FHAR, il Fronte Omosessuale di Azione Rivoluzionaria e ai suoi due leader, Guy Hocquenghem e Françoise d’Eaubonne.
parole chiave: lungometraggio, queer, movimenti
festival: Da Sodoma a Hollywood 2006 di Torino (concorso video)
 
Biofilmografia:
Alessandro Avellis è nato a Bari nel 1975. Ha studiato cinema a Roma. Vive a Parigi dal 2000. Tra i cortometraggi realizzati Le garçon et l’aigle (2003), Plus de Paul (2002), Parole nella città (2000). Ma saison Super 8 ha partecipato a molti festival internazionali ed è stato in concorso al Da Sodoma ad Hollywood di Torino (2006).
Nel 2006 ha realizzato il documentario Phare, fard, FHAR!, ancora sulla storia del movimento FHAR.
 
 
* Oublier Cheyenne (Dimenticare Cheyenne)
Francia, 2004, 90′, col.
regia: Valérie Minetto
interpreti: Laurence Côte, Malik Zidi, Aurélia Pétit, Mila Dekker, Guislaine Landez
produzione: Bandonéon
sinossi: Cheyenne, una giornalista di trent’anni che ha perso il lavoro, decide di lasciare Parigi per trasferirsi in campagna e vivere ai margini della società, applicando i dettami della teoria della decrescita. Dietro di sé lascia la donna che ama, Sonia, insegnante di chimica in un liceo, che prova di tutto per riuscire a dimenticarla.
Ma dimenticare non è così facile. Come conciliare ciò che si vuole e ciò che si può? Ciò che si pensa e ciò che si fa? Ciò che si ama e ciò che si rifiuta? Oublier Cheyenne è una favola contemporanea sulla nuova precarietà, sulla volontà di cambiare le cose e sulla forza dell’amore.
parole chiave: lungometraggio, queer, lavoro
festival: Da Sodoma a Hollywood 2006 (menzione speciale della Giuria), Paris Ile-de-France Film Festival 2005, La Rochelle Film Festival, Montreal Festival du Nouveau Cinéma 2005, Brussels Gay & Lesbian Film Festival 2006.
 
Biofilmografia:
Diplomata in Arti Decorative a Nizza e alla FEMIS, Valérie Minetto realizza due documentari sulla danza contemporanea russa Beautiful Gesture in Moscow (1997) e Moscow between Sky and Ground (2003), il corto Head of Angel (1994) e il mediometraggio Teenagers
(2002). Oublier Cheyenne è il suo primo lungometraggio, con il quale
ha vinto una menzione speciale della Giuria al Festival Da Sodoma a Hollywood di Torino (2006).
 
 
* Shou Bhebbak (Come ti amo)
Libano, 2001, 29’, col.
regia: Akram Zaatari
produzione: Majnounak Films
sinossi: Cinque uomini libanesi raccontano la loro vita sessuale, le loro avventure, il loro rapporto col corpo, le loro passioni, all’interno di una società dove l’omosessualità è punibile con la prigione. Storie, esperienze e desideri diversi, solo un effetto video li rende simili: tutti e cinque sono velati da una luce bianca che li rende irriconoscibili.
 
 
Con questo lavoro Zaatari prosegue la sua personale riflessione sui modelli del maschile, continuando a decostruire, dopo Majnounak , i tradizionali stereotipi machisti.
parole chiave: doc, Medio Oriente, queer
festival: Da Sodoma a Hollywood – Torino GLBT Film Festival, Sydney QueerDoc, Yamagata International Documentary Film Festival, Video Brasil
 
Biofilmografia:
Filmmaker e video artista, Akram Zaatari è nato a Saida, in Libano, nel 1966, e attualmente vive a Beirut. Si è laureato in Architettura presso la American University di Beirut e ha ottenuto un Master in Media Studies alla New School for Social Research di New York e i suoi lavori sono stati mostrati in diversi festival internazionali. Ha anche lavorato come produttore esecutivo della Future Television-Beirut. Zaatari è tra i fondatori della “Fondation Arabe pour l’Image”, un’organizzazione no-profit che si propone di promuovere la fotografia nei paesi arabi e di sostenere giovani fotografi, così come di introdurre nuovi modi di costruire le immagini. La fondazione ha costruito n l corso degli anni una rete di artisti arabi contemporanei del Medio Oriente e del Nord Africa. Il lavoro di Zaatari si confronta con le questioni legate al genere, alla sessualità e il contesto politico e culturale del suo paese d’origine.
Countdown (cm, 1995), A Family (cm, 1995), Gift (cm, 1995), Reflection (cm, 1995), Teach Me (cm, 1996), The Candidate (cm, 1996), All Is Well on the Border Front (doc, 1997), Majnounak (doc, 1997), Al Alka Al Hamara (cm, 200), Her + Him Van Leo (doc, 2001), Shou Bhebbak (doc, 2001).
 
 
 
Doc it:
 
* Il caso Acna(Italia 2006) di Fulvio Montano
* Ciro e Priscilla(Italia 2006) di Fabiana Sargentini
* Le variazioni del Signor Quodlibet (Italia 2006) di Fabrizio Ferraro
 
 
* Il caso Acna. Storie di lotte e ordinari inquinamenti
Italia, 2005, 72’, col.
regia: Fulvio Montano
sinossi: Il caso dell’ACNA di Cengio è una vicenda emblematica non solo dell’Italia del boom economico, bensì dell’intero processo di industrializzazione del Paese, che affonda le sue radici in una pratica di sviluppo finalizzata interamente al profitto e totalmente indifferente ai costi, umani e soprattutto ambientali, che questo comporta. Crogiolo di inalienabili interessi politico/industriali e anacronistiche istanze contadine, la storia decennale della fabbrica di Cengio e la guerra vinta dai valligiani contro il moloc sbuffante che impesta il loro fiume è insieme presa di coscienza di una prospettiva ecologica in embrione e riaffermazione di un’indiscutibile identità di valle mutuata dalla tradizione. Strutturato sull’alternanza tra la narrazione in prima persona dei protagonisti e il materiale d’archivio quali telegiornali, fotografie e riprese video raccolte dai valligiani a battaglia vinta, il documentario si presenta come una sorta di viaggio nella memoria e
 
 
nella geografia dei luoghi e delle persone testimoni degli eventi.
parole chiave: doc, italia, movimenti
 
Biofilmografia
Fulvio Montano (Torino, 1973) è laureato in DAMS all’Università di Torino con una tesi su Il cinema metafisico di Werner Herzog . Collaboratore della casa editrice Einaudi di Torino è redattore della rivista di critica letteraria LN-Libri Nuovi ( www.librinuovi.info) e della rivista di critica cinematografica Effettonotte ( www.effettonotteonline.com). Nel giugno del 2003, la sua sceneggiatura Come un sasso in uno stagno è risultata vincitrice del Premio per la miglior sceneggiatura al concorso nazionale per cortometraggi Cortopotere di Bergamo e, nell’aprile del 2004, finalista al Premio miglior sceneggiatura del CortoinBra Film Festival. Il caso ACNA. Storie di lotte e ordinari inquinamenti (2005) ha vinto il festival CinemAmbiente di Torino (2005) e il premio per il miglior documentario al Festival Pianeta Azzurro.com (2006) ed è stato trasmesso da La7 e dalla Televisione Svizzera Italiana (RTSI).
 
 
* Ciro e Priscilla
Italia, 2005, 44’, col.
regia: Fabiana Sargentini
interpreti: Ciro Scognamiglio, Priscilla Burke
produzione: Lula Productions
sinossi: Una giornata nella vita di Ciro, romano di Centocelle da 40 anni in strada con il suo banco, e Priscilla, pittrice irlandese, italiana d’adozione, appassionata di rose e musicista in erba.
«L’idea di questo documentario mi è arrivata per caso, una mattina mi sono svegliata e volevo raccontare di loro: di Ciro e Priscilla, delicati e impalpabili viaggiatori della vita, ognuno a suo modo, ognuno al proprio posto, discreti e colorati, complicati e semplicissimi, lì davanti a me, pronti a lasciarsi raccontare. E così è stato». (F. Sargentini)
parole chiave: doc, italia, love
festival: Torino Film Festival (Premio Speciale della Giuria – Concorso DOC 2005), RomaDocFest, Sguardi Altrove (Milano)
 
Biofilmografia
Fabiana Sargentini (Roma, 1969), dopo essersi laureata in Storia e critica del cinema, lavora come assistente e aiuto regia nel cinema e nella pubblicità. Nel 1998 partecipa al Sacher Festival di Nanni Moretti con il cortometraggio in Super8 Se perdo te.Da allora ha realizzato altri cortometraggi e documentari musicali e d’arte per canali satellitari. Il documentario Sono incinta (presentato per la prima volta al Torino Film Festival 2003) ha vinto il Bellaria Film Festival 2004 ed è stato mandato in onda in DOC3 (RaiTre). Il successivo Di madre in figlia (presentato al Torino Film Festival e al Festival dei Popoli 2004) ha vinto nel 2005 Sguardi Altrove Festival di Cinema Femminile a Milano e il Bellaria Film Festival.
Mani (cm, 1994), Lo sgarro (cm, 1996), Viso (cm, 1997), Se perdo te (cm, 1998), Il matrimonio può attendere (cm, 1999), Il cerchio che si chiude (cm, 2000), Ho perso il treno (cm, 2001), Sitar-Guitar (cm, doc., 2002), Tutto su mio padre Fabio Sargentini (mm, doc., 2003), Sono incinta (mm, doc., 2003), Di madre in figlia (mm, doc., 2004), Ciro e Priscilla (mm, doc., 2005).
 
 
 
* Le variazioni del Signor Quodlibet – Film studio in III variazioni
Italia, 2006, 55’, b/n
regia: Fabrizio Ferraro
interpreti: Aldo Maria Pennacchini; Marco Teti, gente di strada
produzione: Gruppo Amatoriale
sinossi: Il signor Fabio Quodlibet vuole girare un film. Durante le sue giornate ragiona su come, perché e con chi realizzarlo.
«Aldo Maria Pennacchini ha fatto molti film in passato, è stato generico, antagonista e ha avuto altre esperienze umane sino al margine dei suoi disagi che lo hanno portato al di fuori di quel mondo. Ogni volta che lo incontro mi dice se gli faccio fare un film, che vorrebbe farne uno e tornare a quello che considera il grande cinema, e ogni volta sento che la sua richiesta mi tocca nel profondo. […] Già da tempo avevo in mente un lavoro in totale povertà, intimo, austero, con una telecamera e un microfono, una specie di manifesto amatoriale, senza però la struttura blindata dei film manifesto, necessaria, a volte, per reggere lo scontro che si vuole innescare. Volevo tentare una sfida impossibile: un film in III variazioni che accennasse alla struttura del Quodlibet; richiamare un Quodlibet audiovisivo sulle tracce di quello bachiano. Alternanza, rimando, contrappunto, due salti tematici, temi sacri e profani». (F. Ferraro)
Un appassionato atto d’amore per il Cinema. Dedicato a Joao Cesar Monteiro.
Voglio fare un film, voglio fare un film, voglio fare un film…
parole chiave: italia, lavoro
festival: Torino Film Festival (Concorso Spazio Italia 2006)
 
Biofilmografia
Fabrizio Ferraro è stato uno dei fondatori del movimento delle Tute bianche. Di professione fotografo, ha eseguito servizi presso enti pubblici e privati in Italia, Francia, Belgio, Stati Uniti e Giappone. Appassionato studioso di Cinema e Filosofia del linguaggio, ha organizzato incontri e retrospettive cinematografiche e diretto la mostra cinematografica Terzo Cinema, svoltasi al Filmstudio e al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Insieme a Pulika Calzini e Vania Castelfranchi ha fondato il Gruppo amatoriale con il contributo di Fernando Birri. 

Eloge de l’expression (co-regia Silvia Brizi, 2004), Rinoceronti (co-regia Vania Castelfranchi, 2005), Le variazioni del signor Quodlibet, film studio in III variazioni (2006). 

 
 
 
Doc medioriente:
 
* Un cercle autour du soleil(2005) di Ali Cherri
* Majnounak – Pazzo di te(Libano 1997) di Akram Zaatari
 
 
* Un cercle autour du soleil
Libano/Olanda, 2005, 14’, col.
regia: Ali Cherri
produzione: DASARTS (De Amsterdamse School/ Advanced Research in Theater and dance Studies) – Amsterdam, Olanda
sinossi: immagini di Beirut accompagnate da testi di Ali Cherri e Yukio Mishima.
parole chiave: video arte, medio oriente
 
 
festival e esposizioni: Manifesta Amsterdam, VideoBrazil (premio FAAP per le arti digitali), KunstFilmBiennale Köln , Medien und Architektur Biennale Graz, Kunst-Werke Berlin E.V. – Institute For Contemporary Art, Berlin.
 
Biofilmografia:
Nato a Beirut nel 1976, Ali Cherri è laureato in Graphic Design alla American University di Beirut (2000). Ha lavorato anche come scenografo teatrale per The Anthem di Gabriel Yamine, 10/20 Irrelevant , una performance di Abla Khoury e Biokhraphia di Rabih Mroué e Lina Saneh (2002).
Ali ha ottenuto un Master in Performing Arts presso il DasArts (Amsterdam), dove ha presentato la lettura /performance As Dead as Ever (2002), la video installazione RedRum (2003) e il video Un Cercle Autour du Soleil (2005).
Ha presentato la performance Give Me a Body Then (2005) in Diskurs 05 – European festival for young performing arts, Giessen – Germany e in Home Works III – a forum on cultural practices, Beirut.
Recentemente ha collaborato con Rabih Mroué per l’istallazione I Feel a Great Desire to Meet the Masses Once Again parte della mostra « Hadith » ospitata dalla galleria Sfeir-Semmler di Beirut.
 
 
* Majnounak (Pazzo di te)
Libano, 1997, 26’, col.
regia: Akram Zaatari
produzione: The Ayloul Festival, Future Television, Akram Zaatari
sinossi: Majnounak è girato nel quartiere industriale di Beirut. Tre giovani emarginati raccontano le loro avventure sessuali, narrandone ogni fase: dalla seduzione all’atto. Il video esplora l’immagine della maschilità che i tre i ragazzi cercano di trasmettere ai loro coetanei. Il modellamento del corpo, il linguaggio parlato del sesso, le canzoni e i simboli diventano gli elementi di espressione dei loro fantasmi. La storia comincia con la seduzione e termina con il compimento dell’atto sessuale. La loro identità è assolutamente influenzata dagli stereotipi trasmessi dalla televisione o dai videogames. L’immagine di sé che vogliono dare davanti alla videocamera è un’immagine coraggiosa e seducente, ma in questo contesto il desiderio è ridotto a prodotto e le relazioni sono votate allo scacco.
parole chiave: doc, love, Medio Oriente
festival: Antalya Film Festival (Best Short Film), Beirut Film Festival (Best Documentary&Director), Da Sodoma a Hollywood – Torino GLBT Film Festival, Yamagata International Documentary Film Festival
 
Biofilmografia:
Filmmaker e video artista, Akram Zaatari è nato a Saida, in Libano, nel 1966, e attualmente vive a Beirut. Si è laureato in Architettura presso la American University di Beirut e ha ottenuto un Master in Media Studies alla New School for Social Research di New York e i suoi lavori sono stati mostrati in diversi festival internazionali. Ha anche lavorato come produttore esecutivo della Future Television-Beirut. Zaatari è tra i fondatori della “Fondation Arabe pour l’Image”, un’organizzazione no-profit che si propone di promuovere la fotografia nei paesi arabi
 
 
e di sostenere giovani fotografi, così come di introdurre nuovi modi di costruire le immagini. La fondazione ha costruito n l corso degli anni una rete di artisti arabi contemporanei del Medio Oriente e del Nord Africa. Il lavoro di Zaatari si confronta con le questioni legate al genere, alla sessualità e il contesto politico e culturale del suo paese d’origine.
Countdown (cm, 1995), A Family (cm, 1995), Gift (cm, 1995), Reflection (cm, 1995), Teach Me (cm, 1996), The Candidate (cm, 1996), All Is Well on the Border Front (doc, 1997), Majnounak (doc, 1997), Al Alka Al Hamara (cm, 200), Her + Him Van Leo (doc, 2001), Shou Bhebbak (doc, 2001).
 
 
 
In prossima uscita:
 
* The Blossoming of Maximo Oliveros (La fioritura di Maximo Oliveros)
Filippine, 2006, 100’, col.
regia: Auraeus Solitos
interpreti: Nathan Lopez, Soliman Cruz, JR Valentin, Ping Medina, Neil Ryan Sese
produzione: Ufo Pictures
sinossi: Il film contrappone la purezza del primo amore con la povertà e la corruzione che dominano gli slums di Manila. Nella capitale filippina vive il dodicenne Maxi, che viene da una famiglia povera. La sua omosessualità è accettata dai suoi cari. Amato e protetto dai suoi parenti, Maxi ha un ruolo tranquillizzante all’interno della famiglia, ed è lui ad incaricarsi delle incombenze quotidiane. Le cose funzionano bene finché Maxi incontra Victor, un rispettato poliziotto di sani principi che risveglia in Maxi il sogno di una vita migliore e onesta. Tutto ciò porterà ad un prevedibile disastro quando la famiglia sarà coinvolta nello scandalo scatenando l’ira del padre e di fratelli e sorelle.
parole chiave: lungometraggio, queer
festival: Sundance Film Festival 2006, Berlinale 2006 (Teddy Award), Rotterdam Film Festival 2006 (Premio della Giuria), Da Sodoma a Hollywood – Torino GLBT Film Festival 2005 (Premio Ottavio per il Miglior Lungometraggio)
 
Biofilmografia:
Auraeus Solito è cresciuto nel quartiere di Manila Sampaloc, lo stesso in cui è ambientato il film. Da studente è diventato consapevole delle sue origini culturali. Ha iniziato a scrivere e poco dopo si è dedicato al cinema. I suoi cortometraggi e video hanno ricevuto numerosi premi. Ang Pagdadalaga ni Maximo Oliveros è il suo primo lungometraggio, con il secondo Tuli (Circumcision) ha partecipato al Forum della Biennale 2007.

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