VANITY FAIR INTERVISTA ANDREA OCCHIPINTI

L’attore e distributore cinematografico dichiara: “E’ molto sgradevole essere costretto, per restare un eroe romantico credibile a nascondere di essere gay”

Andrea Occhipinti è l’unico personaggio importante del mondo del cinema italiano ad essersi dichiarato omosessuale. Parlando di lui sembra di non essere nel paese dove una timida riforma sulle coppie di fatto fa addirittura cadere un Governo.
Andrea, che già nel 2005 Giovanni Minerba definiva un’icona gay ( vedi intervista di Clubbing), non ha mai negato il suo orientamento sessuale, anche se negli anni in cui faceva l’attore per i sceneggiati Rai o il conduttore del festival di Sanremo (1991) non poteva certo sbandierare il suo orientamento sessuale. Oggi è facile incontrarlo ai nostri Pride, e nelle interviste che rilascia, come quella su Vanity Fair di questa settimana, parla apertamente della sua omosessualità e difende la legge sulle coppie di fatto. In proposito ha appena aderito alla manifestazione nazionale del 10 marzo 2007 a Roma sui diritti civili per gli omosessuali (“Diritti Ora”).
Nel dicembre 2005, la sua società di distribuzione Lucky Red, presentò in Italia il film “Reinas”, che parlava dei primi matrimoni gay in Spagna, e Andrea (che ha anche una piccola parte nel film) rilasciò un’intervista dietro l’altra durante la campagna promozionale del film, difendendo a spada tratta l’eguaglianza dei diritti anche per i gay e protestando per il divieto ai minori di 14 anni del film. In merito Andrea ha detto: ” In realtà è pura omofobia perché in questo Paese non sono vietati ai minori film volgari e violenti mentre quando si tratta di omosessualità arrivano le censure? … Non si è sposato proprio ieri Elton John ricevendo pubblicamente gli auguri di Tony Blair?”.
In un’altro film di successo da lui distribuito, “La marcia dei pinguini”, ha voluto che nel doppiaggio italiano fosse inserito un esplicito richiamo alle “coppie di fatto”, sfruttando lo stile di vita dei pinguini che per un anno fanno coppie fisse.
E’ stato amico di Franco Brusati (Dimenticare Venezia, il primo film queer italiano) per il quale ha curato una monografia “Il castello disincantato”, in occasione della rassegna dedicata al regista dal Festival di Locarno.
Oggi la sua casa di distribuzione è una delle più attente al cinema di qualità e di contenuto, come dice Andrea: “Quando trovo un film che riesce a raccontare e comunicare alcune delle realtà che mi stanno a cuore, ne sono molto contento; è come se quel film diventasse un pò la mia voce ma è molto più efficace e arriva a molte più persone” (intervista di G. Minerba)

Da oggi trovate in edicola, su Vanity Fair, una bella intervista (corredata di splendide foto) di Andrea Occhipinti che racconta la sua storia. Vedi l’intervista nella nostra rassegna stampa.

Qui sotto una immagine, tratta da Vanity Fair, di Occhipinti che conduce il festival di Sanremo del 1991

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