La vittoria di Sacha Baron Cohen come miglior attore per “Borat” ai recenti Golden Globe, dovrebbe dare un’accelerazione al progetto, annunciato a Novembre 2006, del suo prossimo film (ne sarà interprete e produttore) basato sul personaggio di Bruno, un giornalista di moda austriaco, omosessuale, già presentato nel programma televisivo “Da Ali G Show”, di cui girano diversi video sul web. Il titolo dovrebbe essere “Bruno”, naturalmente, Borat insegna, con l’aggiunta di una lunga frase esplicativa, che qualcuno ha già detto essere “Bruno: Delicious Journeys Through America for the Purpose of Making Heterosexual Males Visibly Uncomfortable in the Presence of a Gay Foreigner in a Mesh T-Shirt”.
I diritti per il film sono stati acquistati, dopo un lungo braccio di ferro tra DreamWorks, Sony, 20th Century Fox , Warner Bros e Universal Pictures, proprio da quest’ultima che li ha pagati più di 42 milioni di dollari, comprensivi del budget di realizzazione stimati in circa 20-25 milioni di dollari. Alcuni manager della Universal (società della NBC Universal che appartiene alla General Electric Co) hanno cercato di ritardare la realizzazione del film perchè temono che un personaggio così visibilmente gay impedirebbe la diffusione del film in alcune zone degli States. Gli ultimi annunci davano invece per certo l’inizio delle riprese nella prossima estate.
Sacha Baron Cohen divenne famoso quando il suo personaggio iniziò ad apparire in uno spettacolo dell’inglese Channel 4. Nel 2000 iniziarono le trasmissioni del “Da Ali G Show”, che dopo un grande successo in U.K. fu esportato con altrettanto successo negli USA. Le sue interviste, prima come Borat poi come Bruno, diventavano subito famose, sia per l’importanza dei personaggi intervistati ( l’astronauta Buzz Aldrin, lo scrittore Gore Vidal, il milionario Donald Trump, Shaquille O’Neal, Mohammed Al Fayed, David Beckham e l’ex Segretario dell’ONU Boutros Boutros-Ghali, ecc.).
In una intervista, che potete vedere su internet, fatta come Bruno ad un pastore che si definisce “gay converter” (convertitore di gay), gli chiede “perchè oggi è così di moda definirsi gay” e di seguito lo bombarda con descrizioni di scenari omoerotici moderni chiedendogli se questi siano veramente rappresentativi dell’omosessualità o se siano solo una moda passeggera. Nell’intervista dice maliziosamente al pastore di non essere gay ma poi fa continui riferimenti alle sue esperienze omosessuali. Come suo solito fa poi provocanti insinuazioni sulla sessualità dell’intervistato, cercando di capire se è o è stato gay. Verso la fine chiede poi al pastore cosa pensa di uno che fa la doccia con gli amici, guarda Will & Grace, e dice di essere “favoloso”, ottenendo risposte molto ambigue e circostanziate.
In diverse interviste Sacha Baron Cohen, che ha detto di non essere gay (aggiungendo però strane allusioni), afferma che l’omofobia è oggi uno dei peggiori mali dell’umanità, anche se spesso viene nascosta o mascherata, cosa che i suoi personaggi vogliono denunciare, sia facendola emergere (come succede in Borat) che affrontandola direttamente (come Bruno).
Oltre ai riferimenti gay presenti nel film Borat, Cohen ha interpretato un personaggio gay nel film “Ricky Bobby: la storia di un uomo che sapeva contare fino ad uno” arrivato primo al box office USA la scorsa estate (incassando 148 milioni di dollari).
Il sito di Bruno su Channel 4
Sacha Baron Cohen su Wikipedia
Qui sotto (e sopra) una immagine di Sacha Baron Cohen nelle vesti di Bruno