UN PRETE ORDINA LA CHIUSURA DI UNA SALA PERCHE' DUE MESI PRIMA AVEVA PROIETTATO "MATER NATURA"

Prosegue, con un episodio al limite dell’assurdo, la crociata della Chiesa contro le diversità sessuali.

Dopo la proibizione di proiettare il bellissimo film “La mia vita in rosa” in un liceo di Recanati, lo scorso ottobre, arriva adesso, pubblicata sulla Stampa di ieri (che gli dedica quasi un’intera pagina) , la notizia che il parroco Don Ugo, proprietario di una piccola sala cinematografica in provincia di Ravenna (max 100 posti), ha inviato al gestore del cinema una lettera dove si ordina di chiudere la sala perchè si ritiene violato il contratto.
La violazione sarebbe che il 12 giugno scorso, in quella sala è stato proiettato il film Mater Natura di Giacomo Andrei, film che non rispetterebbe la clausola contrattuale che prevede di proiettare solo pellicole «che rappresentino valori artistici e culturali unitamente riconosciuti e di indiscusso valore morale».
Non poteva esimersi dall’intervenire su questo caso l’Onorevole Vladimir Luxuria, una delle protagoniste del film in questione (nella foto sopra in una scena del film), che dice: «È forse immorale un gay? Lo è forse un trasgender? Immorale sarebbe un film sulla pedofilia tra gli ecclesiastici….La cosa che mi rattrista di più è la censura preventiva. Mi sento però in buona compagnia visto che anche il Simposio di Platone venne messo all’indice dalla Chiesa. Stiamo vivendo un vero e proprio revival del Medioevo, con autorità che si permettono di giudicare opere senza nemmeno averle viste. Si guardi al caso Lino Banfi, una fiction decapitata prima ancora di essere trasmessa. In “Mater Natura” non si parla di sesso, ma di amore, marginalità, senso della solitudine. A Vasto il film è stato premiato persino da un prete. Invito il vescovo di Ravenna a vederlo insieme e poi a discuterne con calma».
Noi aggiungiamo che il film ha ricevuto anche premi dalla critica e dal pubblico di Venezia e, tutto si può dire del film, tranne che sia osceno od offensivo di alcunchè. Ma ormai è chiaro, anche Don Ugo, è stato assoldato dalla campagna papista contro le persone che non si riconoscono nell’unica sessualità canonizzata.

Leggete l’intera cronaca della vicenda sulla Stampa di ieri.

Qui sotto una immagine del fim “Mater Natura”

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