Camera single
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Camera single

Linda, appena lasciata dalla storica fidanzata Margherita, per rimettersi in sesto sperimenta quella che lei chiama la “fisioterapia del cuore”: un’improbabile cura a base di dubbi esistenziali, drink e donne sbagliate. “Ecco allora che Camera single non solo affida alla «minoranza» lesbica il ruolo principale ma tenta di superare, con ironia, le rappresentazioni monolitiche che l’hanno finora raccontata. L’amore di donne per altre donne è «un dato di fatto» che non richiede giustificazioni. Il momento del coming out («dichiarare al mondo la propria omosessualità», chiarisce un intelligente Glossario al termine del libro) è superato. Il romanzo si apre infatti in medias res , con Linda che già convive da tre anni con la sua fidanzata (la vicenda è scritta prima della Cirinnà, quando in Italia le unioni civili non erano possibili), chiede alla compagna cosa vuole mangiare, riempie la lavatrice e va al supermercato. Poi, quattro parole che cambiano tutto, «Non ti amo più», e la protagonista, come ogni individuo che viene lasciato, prova a ricostruire la sua vita.
Lo fa insieme alle amiche lesbiche (ma non solo), dando vita a una trama corale, antidoto alle semplificazioni e ai luoghi comuni. Dina, Donna, Indira, Eva e le altre incarnano infatti molteplici storie, diversi punti di vista e fasi della vita, restituendo un ritratto del mondo gay più veritiero e complesso. «C’è la lesbica cinica, la lesbica romantica, la coppia lesbica solida che sta cercando di avere un bambino, la lesbica straniera. E poi — osserva Linda col sorriso — c’è lei. Quell’inverosimile paradosso spazio-temporale di chi per anni ha rappresentato l’establishment e improvvisamente si trova minoranza nella minoranza. La lesbica cattolica».
Alcune protagoniste sono mascoline, altre femminili. In più ci sono i personaggi asessuali, bisessuali, transessuali. Tanto, forse troppo in un volume solo, «ma volevo restituire la ricchezza della vita — sottolinea Sfregola — senza gabbie ed etichette». E ci riesce, parlando e trasmettendo a tutti, gay e non, la libertà e l’orgoglio di essere se stessi.” (Alessia Rastelli, Corsera)

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