TRE COMING OUT SPORTIVI IN TRE GIORNI: MICHAEL SAM, CASEY STONEY E L'ITALIANA NICOLE BONAMINO

Merito delle Olimpiadi più omofobe della storia, quelle di Sochi in Russia, un Paese che nel 2013 ha approvato una legge liberticida che vieta la ‘propaganda gay’, contro la quale tutto il mondo civile sta protestando. Michael Sam, un afro-americano di 24 anni che gioca in una squadra universitaria, ha annunciato, con una intervista al New York Time del 9 febbraio 2014, di essere gay e di non voler abbandonare per questo il calcio. La stampa americana (ma anche quella straniera) ha dedicato intere pagine a questo coming out. Sam ne aveva parlato prima coi suoi compagni di squadra che l’avevano sostenuto. Eppure anche nell’America di oggi, un gay nel calcio fa scalpore. Sam, che si trovava al 90mo posto nella classifica degli atleti più quotati, nel giro di mezza giornata è precipitato al 160mo posto, pur essendo un campione riconosciuto, appena votato come miglior giocatore dell’anno. Dovrebbe essere il primo giocatore gay ad entrare nella Nation Football League nella prossima stagione. Speriamo. Il 10 febbraio è uscita allo scoperto Casey Stoney, 31 anni, olimpionica ai giochi di Londra e capitano della nazionale femminile di calcio britannica. In una intervista alla BBC ha dichiarato: “Stavo vivendo una grande bugia, non ho mai nascosto questa cosa alle mie compagne di squadra e negli ambienti del calcio ma non ho mai raccontato della mia sessualità al mondo esterno”. Alla domanda perché avesse deciso di parlare adesso, ha risposto: “Ho scelto di farlo perché esistono molte persone che lottano per la propria identità e altre si tolgono la vita. Ciò non dovrebbe mai più accadere”.
L’11 febbraio è stata la volta di Nicole Bonamino, giocatrice di hockey su pattini a rotelle, migliore portiere nelle ultime due stagioni del campionato femminile italiano. Intervistata dal sito di cultura lesbica Lezpop.it, ha detto: “Mi è sembrato importante portare la mia testimonianza contro i pregiudizi, viste anche le polemiche su Sochi: se non siamo noi a cambiare le cose, non cambieranno mai. L’orientamento sessuale non cambia niente per un atleta e non dovrebbe nemmeno essere un tema di discussione. Ma in ambiente sportivo l’omofobia c’è: respiri un clima di tensione, tanti pensano che sia meglio non dire niente. Invece non c’è niente da nascondere: io non voglio farlo”. Nello sport femminile italiano ci sono solo altre due atlete che si sono dichiarate: la boxeuse Monica Gentili e l’ex campionessa e ora allenatrice di pallavolo Manuela Benelli.


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