La doppia prigione del soldato Manning, anche quella di una donna nel corpo di un uomo

Bradley Manning è il soldato americano che viene condannato a 35 anni di prigione per aver passato oltre 700mila documenti segreti a Wikileaks. Il procuratore aveva chiesto una pena di 90 anni. Oltre alla notizia della condanna, riempie le pagine dei quotidiani di mezzo mondo anche il suo coming out come transgender. Era risaputo che fosse omosessuale e che avesse problemi con la propria identità, ma non aveva mai dichiarato ufficialmente, come ha fatto dopo la condanna, di voler essere chiamato Chelsea, nome femminile, perchè sicuro di sentirsi interiormente donna: “Voglio che tutti conoscano chi sono realmente. Dato che mi sento così dall’infanzia”. Ha chiesto di iniziare la terapia ormonale ma il penitenziario militare americano è forse l’unico posto in America dove questo non è possibile. Manning comunque non si arrende e supportato dal suo avvocato David Coombs, che ha già inoltrato domanda di grazia ad Obama (“Ho violato la legge per amore del mio Paese e senso di dovere verso gli altri e se respingerà la mia richiesta di grazia, sconterò la mia pena sapendo che a volte bisogna pagare un alto prezzo per vivere in una società libera”), inisterà nella sua richiesta fino ad arrivare alla Corte Suprema. In America sono comunque molti coloro che ritengono esagerata la pena inflitta a Manning, soprattutto se confrontata con quella di altre spie anche assassine che al massimo hanno avuto 25 anni.


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