10 perle di omofobia nell'Italia del 2016

Sono stati tanti anche quest’anno gli episodi di omofobia verbale arrivati sulle pagine dei media, ma meno degli scorsi anni. Noi siamo sempre in attesa di una legge contro l’omofobia, che anche questo governo ci ha promesso (il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni l’ha espressamente elencata nel suo discorso programmatico alle Camere) ma ci é sembrato poco credibile, vista la precaria situazione politica attuale.

Intanto nella società qualcosa si muove se quest’anno per la prima volta abbiamo avuto l’incriminazione per omofobia di un consigliere regionale (aveva detto: “un figlio gay? lo brucerei nel forno”), la Procura ha ritenuto estensibile la legge Mancino contro l’odio razziale. A Torino è stato condannato un condomino che perseguitava una coppia gay. Anche sul fronte della discriminazione per omofobia abbiamo visto condannato con sentenza un istituto privato che è stato obbligato a riassumere un’insegnante licenziata perché si era dichiarata lesbica. In Sardegna i parrocchiani hanno raccolto migliaia di firme per chiedere al Papa di cacciare il parroco omofobo. Tutti segnali chiari di un cambiamento legislativo necessario e improrogabile

L’omofobia verbale, che molti cercano di difendere in nome della libertá di pensiero, é la madre generatrice dell’omofobia violenta, quella che porta al bullismo, ai pestaggi, agli omicidi ed ai suicidi di adolescenti indifesi. Questi omofobi, illudendosi di difendere un’idea, sono in realtà coloro che armano le mani di violenti e assassini. Un’idea che vuole definirti diverso, un paria, una sottospecie non meritevole degli stessi diritti, non é un’idea ma una persecuzione, un’offesa, un’umiliazione, qualcosa che ferisce profondamente nello spirito e anche nel fisico.

Mentre potremmo comprendere (ma certo non giustificare) l’omofobia di alcuni preti educati su cattive interpretazioni delle scritture (ma anche del catechismo) ci sembra invece gravissimo che parte della Chiesa stia sostenendo alcuni siti web che fanno dell’omofobia la loro bandiera.

Classifica

  1. Candidato sindaco: "Vendola è un gay: va impalato e poi castrato"

    Ferdinando Polegato, ristoratore noto a Pordenone per le sue imitazioni di Benito Mussolini, candidato sindaco nella sua città, intervistato da Radio 24 dice: “Vendola è un gay che ha adottato un bambino, quindi va impalato e castrato chimicamente. Il problema è trovare un palo abbastanza grande”.

  2. Consigliere regionale. "Un figlio gay? Lo brucerei nel forno"

    Giovanni De Paoli, consigliere regionale della Liguria, esponente della Lega Nord, pronuncia questa frase davanti ad alcuni componenti dell’Agedo. Fortunatamente questo è anche stato il primo caso di un esponente politico che viene indagato dalla Procura per una frase omofoba (interpretando in modo allargato la legge Mancino contro il razzismo)

  3. L'attore romano Alberto Mosca: "Per i gay ci vuole il napalm"

    Mentre a roma si stava svolgendo il Gay Pride, l’attore suddetto firma su facebook: “Ma quale uguaglianza, quale diritti civili, quali pari opportunità, quali unioni civili… Il napalm ci vuole, altro che carri circensi e culi all’aria per le strade”. Bersagliato da moltissimi interventi ha poi ammesso di avere sbagliato

  4. Don Massimiliano Pusceddu, parroco della provincia di Cagliari, augura la morte agli omosessuali

    Dal pulpito della sua chiesa lancia l’anatema: “L’uomo ha iniziato ad accoppiarsi con l’uomo e la donna con la donna, così Dio li ha abbandonati a passioni infami. Sono colmi di ingiustizia, omicidio, malignità e sono nemici di Dio. Pur conoscendo il giudizio di Dio, cioè che gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa”. Parole poi confermate a La Zanzara: “Gay? Confermo quanto detto nella mia omelia: meritano la morte. Non spirituale, ma fisica. I gay credenti sanno benissimo che l’atto omosessuale, cioè la sodomia, è un peccato mortale, come la pedofilia e il rubare. In più, è un atto contro natura, perché per me è naturale che si accoppino un uomo e una donna”

  5. Il priore della Madonna di Loreto: "perversioni degradanti di quest’ideologia antiumana"

    Mentre viene annunciato il primo Pride nella città di Rimini, il priore della fraternità San Pio X, fondata da Marcel Lefevbre, don Chad Kinney, promuove una serata di preghiera: “La fraternità sacerdotale San Pio X vuole richiamare al fatto che la pratica dell’omosessualità è un grave disordine, il cui atto specifico è classificato dalle Sacre Scritture tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio e chiamano, già da quaggiù, la Sua giusta punizione. Non potendo impedire un simile abominio, vogliamo cercare di riparare ad esso con l’unico strumento nelle nostre mani: la preghiera”.

  6. Il sindaco Antonelli: "Il gay pride? È una carnevalata. A Busto mai, finché sarò sindaco"

    Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, quando sente che Arcigay vuole organizzare un Gay Pride nella sua città, dice perentorio: ” di Gay Pride a Busto Arsizio non se ne parla, non lo permetterò mai, perché ritengo che sia soltanto una “carnevalata”, quindi potrebbero chiedere l’autorizzazione per farlo solo il giorno di Carnevale. E siccome quella giornata è dedicata principalmente ai bambini, non lo permetterei nemmeno a Carnevale”

  7. Carlo Taormina: "L'attentato a Orlando perché due gay si baciavano"

    A poche ore dalla strage di Orlando, dove 50 gay hanno perso la vita,  Carlo Taormina, ex deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario al Ministero dell’Interno nel secondo Governo Berlusconi, pubblica un tweet: “L’attentato a Orlando perché due gay si baciavano. Sta di fatto che se si fossero baciato due etero, non sarebbe successo niente”

  8. Forza Nuova: "La perversione non sarà mai legge"

    Solo 48 ore dopo l’approvazione della legge Cirinnà un gruppo di 10 militanti di Forza Nuova irrompe nella sede romana del Gay Center circondando il presidente Fabrizio Marrazzo e aggredendolo verbalmente con frasi come “perverso, la perversione non sarà mai legge” mentre giravano un video poi pubblicato sulla pagina Facebook del partito. Sono scappati solo quando Fabrizio ha chiamato la polizia.

  9. Un sito web all'insegna dell'omofobia

    Si chiama osservatoriogender il sito che quotidianamente attacca la comunità omosessuale: “L’omosessualità costituisce uno scandalo pubblico senza precedenti che va contro la natura dell’uomo”. Una vera e propria crociata contro “la propaganda della comunità Lgbt che domina i poteri forti e l’Unione europea”. La pagina web, incoraggiata dal  dal Pontificio Consiglio per la Famiglia,  è stata lanciata dalla onlus Famiglia Domani, fondata nel 1987 dal marchese Luigi Coda Nunziante, tesoriere ed esponente di spicco del Movimento Sociale Italiano

  10. A Torino un condominio perseguita coppia gay

    «Scendi giù che ti spacco la faccia». «Bisogna bloccarli quei due su per le scale e massacrarli di botte». «Se ne devono andare, con le buone o con le cattive». A volte erano minacce dette in faccia, altre erano frasi pronunciate volutamente a voce alta nelle scale, sul pianerottolo: in modo che sentissero. Perché le parole non restassero aleatorie, insulti e minacce sono state incise anche sulle pareti in legno dell’ascensore, con tanto di svastica: «Via i gay». Condanna ad un anno di reclusione.

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.