10 migliori opere di teatro viste nel 2016

Annata particolarmente ricca di novità e con forti riferimenti LGBT, spesso quasi militanti. Al primo posto abbiamo messo “Geppetto e Geppetto“, una vicenda contemporanea molto autentica proposta con parole contemporanee altrettanto autentiche. Un lavoro da far vedere a tutti i sostenitori del Family Day. Recitato dal giovane talento della scena Angelo Di Genio al fianco dell’autore/attore. Sintesi di assoluta chiarezza tra impegno ideologico e ricerca artistica.

Seguito da “PPP ultimo inventario prima della liquidazione” di Gianni Forte e Stefano Ricci. I “ragazzacci” trasgressivi del teatro italiano a confronto con le parole e la vita del poeta/regista/romaziere trasgressivo loro padre “storico”. Spettacolo su commissione che diventa lavoro ispirato e provocatorio.

Al terzo posto “Road Movie“, un viaggio che non è solo un on the road geografico, ma anche nella storia del movimento gay e nella presa di coscienza di sè del protagonista. Con un giovane attore di cui il teatro italiano sentirà ancora parlare a lungo (protagonista anche dello spettacolo Geppetto e Geppetto)

Sempre piacevole ritrovare sul palco “Una giornata particolare“, quarta edizione teatrale dal 1982, una per decennio, dell’originale film della coppia Loren-Mastroianni. Oggi vive dell’empatia degli interpreti con le sofferenze e l’emarginazione dei loro personaggi. Più una fondamentale pagina di storia che non un’istanza di espressione dell’oggi.

Quei due“, più un reperto del passato lontano che un vero spettacolo degli anni 2.0. Vive dela vis comica dei due interpreti.

Il vizietto“, ancora un classico in arrivo dagli anni ’70. Per quanto divertente e importante nella storia del costume italiano necessita di una rivitalizzazione che lo avvicini al mondo e al sentire di oggi… soprattutto fuori da una logica di semplice richiamo commerciale.

The Pride“, lodevole da parte di Luca Zingaretti il fatto di mettere la sua popolarità a servizio della crescita della coscienza civile del paese, ma il testo da lui scelto è una vicenda po’ obsoleta che arriva fuori tempo massimo e nell’anno della conquista delle unioni civili.

Il funambolo“, spunto biografico per un testo che nelle intenzioni vorrebbe indagare sulle dinamiche tra dominante e dominato; ben presto si allontana dalle figure storiche e dall’autenticità  delle reciproche psicologie e pulsioni sessuali.

Leopardi amava Ranieri “, un’altro spettacolo che ha radici nel cinema. Buoni gli intenti, non altrettanto la realizzazione

L’amore migliora la vita“, non basta trattare un tema di attualità per realizzare un lavoro davvero incisivo. Soprattutto se si usa in teatro un linguaggio mutuato dalla fiction televisiva. Ci aspettavamo qualcosa di meglio, ma lodiamo l’impegno.

Sandro Avanzo

Classifica

  1. Geppetto e Geppetto - testo e regia di Tindaro Granata

    Geppetto e Geppetto - testo e regia di Tindaro Granata

    “Primo dramma filiale ai tempi della (mancata) step child adoption, ma già sono previsti film e altro. «Interviste volanti in giro, anche al Family Day — racconta Tindaro Granata — italiani e stranieri, uomini e donne: se un gay volesse un figlio lei che farebbe? Ho registrato ignoranza, pregiudizi e superficialità ma anche aperture: più disinformazione che razzismo». Autore di spettacoli cult da nouvelle vague ( Antropolaroid, Invidiatemi come io ho invidiato voi sulla pedofilia e il nuovo La locandiera ), Granata alza ora l’asticella con l’epico scontro generazionale tra il figlio di una coppia gay che, cresciuto, rinfaccia a papà mancanza di diritti e la difficoltà sociale del ruolo. La storia si svolge dal 2006 al 2036, con due uomini che discutono l’utero in affitto e si confrontano con amici, parenti e la mamma in dissenso; decidono la prova in America; arriva il figlio, cresce, tutto bene, ma quando il papà bio muore scoppia il dramma. (Maurizio Porro)

  2. PPP ultimo inventario prima della liquidazione - di Gianni Forte e Stefano Ricci

    PPP ultimo inventario prima della liquidazione - di Gianni Forte e Stefano Ricci

    Un’opera che ha ottenuto un giudizio pieno (5/5) da parte del critico teatrale Rodolfo di Gimmarco che così la presenta: “Opera di estrema importanza sociale, poema di copiosi linguaggi letterari e artistici, e spettacolo di rara coscienza intima, che non è solo un manifesto per i quarant’anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, perché (a sorpresa, forse, per molti cultori di una compagnia di culto giunta al suo decimo anno di vita) è anche un lavoro che radicalmente volta la pagina espressiva di un gruppo percepito finora per un lessico fisico e travolgente. Adesso si procede come il repertorio di una cultura messa alle strette, come la storia di un intellettuale non tollerato, come una parabola che mostra lo Scrittore (impersonato con affabulazione gentile e robusta da Giuseppe Sartori che si scopre eccellente attore di parola) alle prese con le proiezioni e le metamorfosi di cinque identità femminili…”

  3. Road Movie - regia di Sandro Mabellini

    Road Movie - regia di Sandro Mabellini

    Produzione Teatro dell’Elfo, arrivata a Roma nel mese di dicembre, su testo dell’americano Godfrey Hamilton, racconta il viaggio attraverso gli States di un giovane e disinibito omosessuale, interpretato da Angelo di Genio. Un testo divertente ma anche civile, che oltrepassa stereotipi e convenzioni per offrire un’ampia panoramica di come oggi sia possibile vivere la propria omosessualità, tra estremi ed eccessi ma anche tra riflessioni e consapevolezza.

  4. Una giornata particolare - regia di Nora Venturini

    Una giornata particolare -  regia di Nora Venturini

    Opera teatrale tratta dal famoso film di Ettore Scola, curata da Gigliola Fantoni, vedova di Scola. Il tema è la solitudine, l’emarginazione. Nel caso di Gabriele (Giulio Scarpati) è la sua omosessualità, in quello di Antonietta (Valeria Solarino) è la sua condizione di schiava, come se non avesse un’identità, come se non avesse un volto. Così diversi tra loro, popolana e fieramente fascista lei, omosessuale istruito lui, durante l’arco della giornata si studiano, si inseguono ed infine si incontrano. Da questo incontro di anime e corpi, lei scoprirà di non essere un oggetto ma una persona con necessità e desideri continuamente umiliati e sottomessi alle esigenze familiari, mentre lui riuscirà finalmente ad esprimere ciò che per una vita è stato costretto a celare. (Emanuela De Vita)

  5. Quei due - regia di Roberto Valerio

    Quei due - regia di Roberto Valerio

    Riadattamento della commedia di Charles Dyer, “Il sottoscala”, ribattezzato come il titolo del famoso film, che offre una straordinaria gar a di bravura ai due protagonisti Massimo Dapporto e Tullio Solenghi. Quest’ultimo, nel ruolo di Harry, il più civettuolo, ha detto: “Volevo raggiungere una credibilità tale e quale a quella che creò Richard Burton, che è riuscito ad interpretare il personaggio trasformandosi in una checca strepitosa. Se c’è riuscito lui, volevo riuscirci anch’io. Aspettavo gli omosessuali al varco e quando i miei amici omosessuali sono venuti ad abbracciarmi commossi, a fine spettacolo, ho avuto la quadratura del cerchio”. La storia è quella di due barbieri della periferia londinese, che vivono il loro amore omosessuale da 30 anni, nell’ombra di un’Inghilterra omofoba e bigotta, che punisce e perseguita gli omosessuali.

  6. "Il vizietto" - regia di Mirko Artuso

    Riadattamento teatrale del famoso film con Albin e Renato che qui hanno i volti di Andrea Appi e Ramiro Besa, i Papu, duo teatrale friulano che del teatro di Villorba ha fatto la sua seconda casa. Il pubblico è talmente affezionato a quel modo di ridere ingenuo, liberatorio e farsesco della commedia anni ’70, che anticipa con boati le scene più famose un attimo prima che i due attori le interpretino. Dice il regista: “Si discute di famiglia, maternità, diversità che il Vizietto nel ’78 aveva affrontato in modo libero e senza stigmatizzare. Io non sono chiuso rispetto al “non capire”, da Nichi Vendola che scombina col suo gesto tutto il credo politico al bisogno di essere genitori, il Vizietto parla di questo ma lo fa con la poesia, la leggerezza, non è superficiale”

  7. The Pride - regia e interprete Luca Zingaretti

    The Pride - regia e interprete Luca Zingaretti

    Un’opera coraggiosa con un bravissimo Luca Zingaretti, sia interprete che regista, basata su un testo di Alexi Kaye Campbell, autore greco naturalizzato inglese. Opera di straordinario successo che ha riempito le pagine di quotidiani e media, con innumerevoli interviste a Zingaretti, che commenta: «E’ un’opera trasgressiva e difficile, che forse la gente non s’aspetta da me. Affronta il tema della ricerca d’identità che accomuna ogni essere umano ed è una battaglia contro i pregiudizi sempre attuali. La sfida consiste nel chiedersi ‘chi sei’ e ‘chi vuoi essere’, alla luce di un comune sentire libero da tabù e da condizionamenti sociali. Un testo che si sottrae alle ipocrisie su normalità e omosessualità». Nell’opera, insieme ad un’altra storia, abbiamo quella di Olivier, giornalista gay, che ha rotto col suo fidanzato Philip, fotoreporter, e che l’amica di entrambi cerca di indagare per scoprire le ragioni di questo abbandono (Luca Romeo)

  8. Il funanbolo - regia di Daniele salvo

    Il funanbolo - regia di Daniele salvo

    Una storia di passione e crudeltà, come si addice al teatro di Genet, un autore estremo che ha messo in scena brandelli della sua straordinaria vita, cioè una vita tutta fuori dall’ordinario, sempre sul confine dell’assurdo e dello scandalo. Qui Jean Genet, verso la fine del 1956, s’innamora pazzamente di un artista di circo, ne viene completamente catturato tanto da seguirlo in giro per l’Europa. Entra nel suo mondo e vuole elevarlo al massimo livello, che nell’ambiente circense significa correre il massimo pericolo, come quello di camminare sul filo d’acciaio. Il ragazzo ci prova, ma cade, dovrà riprovarci ma… Una storia di vittima e carnefice, che solo un autore dall’anima infernale come Genet poteva perseguire, nella vita e sul palcoscenico. Bravissimi protagonisti, Andrea Giordana nel ruolo di Genet e Giuseppe Zeno in quella del giovane.

  9. Leopardi amava Ranieri - regia di Mario Gelardi

    Leopardi amava Ranieri - regia di Mario Gelardi

    Avevamo già intuito qualcosa nel bel film “Il giovane favoloso” sulla storia del rapporto amoroso tra Leopardi e Ranieri, ma qui finalmente si vuole parlare chiaro e l’autore Claudio Finelli spiega a Gay.it: “É venuto il momento di dire la verità. È ora di svelare quello che per anni, libri e insegnanti ci hanno inutilmente nascosto. Giacomo Leopardi ha avuto un grande amore. Un amore gay: Antonio Ranieri. E se Ranieri, per la vergogna, decise di bruciare le lettere che scrisse al poeta, le lettere di Giacomo parlano chiaro: Leopardi amava Ranieri”. E l’altro autore AntonioMocciola aggiunge: “Se qualcuno si chiedesse a cosa serve conoscere l’orientamento affettivo e sessuale di Leopardi, si potrebbe rispondere che serve a contrastare l’ipocrisia e la menzogna che da secoli vela questa relazione, alimentando implicitamente l’idea che una relazione omosessuale desti vergogna e riprovazione”

  10. L'amore migliora la vita - testo e regia di Angelo Longoni

    L'amore migliora la vita - testo e regia di  Angelo Longoni

    Un’opera che vuole mettere in primo piano la finta emancipazione di genitori sul tema dell’omosessualità, una realtà che in verità non conoscono e davanti alla quale si trovano senza armi se non quelle di un pregiudizio o di un giudizio superficiale, quasi astratto. Due coppie di genitori sono costrette ad incontrarsi dopo che i rispettivi figli, due maschi, sono stati scoperti nei bagni della scuola in atteggiamenti inequivocabili. Questi genitori si trovano quindi davanti al compito di aiutare i rispettivi figli in un percorso di accettazione e crescita del sentimento omosessuale. In realtà, alla fine, saranno loro ad avere imparato qualcosa dai propri figli.

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