Se Dio vuole

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Se Dio vuole

Tommaso è uno stimato cardiochirurgo, anche se il suo rapporto con il “cuore” si limita alla sala operatoria.
Una vita fa ha conosciuto sua moglie Carla, affascinante e “pasionaria”, oggi sfiorita come gli ideali in cui credeva.
Tommaso e Carla hanno due figli la più grande Bianca non ha interessi, non ha idee, non ha passioni: una simpatica mentecatta. Andrea invece è un ragazzo brillante, iscritto a Medicina, pronto a seguire le orme del padre, con suo grande orgoglio. Ultimamente Andrea però sembra cambiato: è spesso chiuso nella sua stanza e la sera esce senza dire a nessuno dove va. Il dubbio si insinua strisciante: Andrea è gay! Chiunque sarebbe entrato in crisi, ma non Tommaso. Lui detesta ogni forma di discriminazione: siamo tutti uguali.E il giorno del “coming out” arriva… Andrea, raduna la sua famiglia, prende il coraggio a quattro mani e finalmente si apre: “ho incontrato una persona che ha cambiato la mia vita e quella persona si chiama Gesù. Per questo ho deciso di diventare sacerdote!” Per Tommaso, ateo convinto, un figlio prete è una mazzata terribile. Mentre finge di dargli appoggio totale decide di capirci di più e inizia a seguirlo di nascosto. Arriva così a Don Pietro, un sacerdote davvero “sui generis” e assiste ad uno strepitoso “one man show” di fronte ad una folla di ragazzi osannanti. E’ quel prete ad aver fatto il lavaggio del cervello a suo figlio: è lui il nemico da battere! Approfittando dell’assenza di Andrea, in ritiro in un monastero, Tommaso sotto mentite spoglie comincia una vera e propria guerra senza esclusione di colpi. Ma le cose non vanno mai come pensiamo… (Produzione)

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 23/07/2015 al 26/07/2015 20 11.924 248
dal 28/05/2015 al 31/05/2015 20 21.267 924
dal 21/05/2015 al 24/05/2015 12 59.149 1.516
dal 14/05/2015 al 17/05/2015 8 96.924 1.114
dal 7/05/2015 al 10/05/2015 8 139.257 934
dal 30/04/2015 al 3/05/2015 8 403.263 2.036
dal 23/04/2015 al 26/04/2015 5 574.892 1.802
dal 16/04/2015 al 19/04/2015 3 884.228 1.857
dal 9/04/2015 al 12/04/2015 2 1.057.699 2.592

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CRITICA:

MARCO Giallini è un affermato cardiochirurgo, razionale e ateo. Deluso tanto dalla moglie Laura Morante che da giovane pasionaria è diventata una signora depressa, quanto dalla figlia maggiore Ilaria Spada che ritiene semplicemente cretina, le sue aspettative si concentrano sul secondogenito Enrico Oetiker fino al giorno in cui il ragazzo confessa alla famiglia riunita di aver incontrato la vocazione grazie all’eccentrico prete Alessandro Gassman. È davvero troppo per il cardiochirurgo. Di qui l’avventura della dissuasione che naturalmente prenderà strade diverse dal previsto. Elaborazione non priva di originalità della scuola italiana di commedia, contiene l’energica volontà di liberarsi del birignao commediarolo. E il personaggio del prete offre a Gassmann un bel palcoscenico per perseguire l’obiettivo. Dietro le quinte c’è la convergenza tra il pool produttivo cui hanno dato vita Lorenzo Mieli e Mario Gianani, sempre più protagonisti della scena, e l’esperienza della neocommedia di Fausto Brizzi, Marco Martani, Massimiliano Bruno, di cui il debuttante regista Edoardo Falcone è un sodale. VOTO: 3,5/6 ( P. D’Agostini, La Repubblica)

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“…Per spiegare le ragioni del suo passaggio dalla sceneggiatura alla regia, Falcone ha molto insistito sull’ambizione di «avere il controllo totale sul progetto». Come Billy Wilder anche lui sarebbe stanco di preparare un letto dove qualcun altro si accomoderebbe a fare l’amore. Spiegazione sacrosanta, ma qui è proprio la sceneggiatura a mostrare le fragilità più grandi, perché una volta fatti conoscere i vari personaggi, il film sembra incapace di guidarli verso un traguardo non scontato (francamente improbabile l’evoluzione ribellistica della moglie, troppo meccanica quella della figlia). E dispiace, perché l’idea di confrontare la commedia con un tema come quello della religiosità era originale e spiazzante, soprattutto nel panorama desolato e desolante della recente produzione comica italiana. L’unico paragone possibile che viene in mente è con Per grazia ricevuta di Manfredi: anche lì c’era un ateo che combatteva con gli alfieri della religione e anche lì c’era un finale che rimetteva in gioco tutto con la «speranza» di un miracolo (di più non si può dire, ma chi vedrà il film capirà certamente). Nel film di Manfredi, però, non si provava mai la sensazione che certi personaggi o certe situazioni fossero stati creati solo per strappare una risata: tutto era coerente con il percorso del personaggio e la sua costruzione drammaturgica se non proprio psicologica. Risate comprese.
In Se Dio vuole , invece, l’apprezzamento per un soggetto non scontato e un’ambizione non corriva, finisce per essere vanificato dalla mancanza di coerenza e di approfondimento della sceneggiatura. Il che da parte di qualcuno che nasce sceneggiatore e si lamentava dei «tradimenti» degli altri registi, non è certo un peccato veniale.” (P. Mereghetti, Corsera – voto 2/4)

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