Sex and the City 2

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Sex and the City 2

Carrie e l´amore della sua vita, Big (Chris Noth), sono ormai sposati da due anni e Carrie viene a patti con il suo ruolo di moglie nel loro lussuosissimo appartamento (e armadio), con la stesura del suo quarto libro e l´incombente noia del matrimonio; Samantha è tornata single e a New York dove finalmente ha tempo di vedere le amiche; Miranda è ormai partner nello studio legale e serena nel suo matrimonio con Steve mentre Charlotte, che aveva sempre sognato di essere moglie e madre, è frustrata dai due figli piccoli e ossessivamente gelosa della bella nanny irlandese (Alice Eve). La consulenza di Samantha per un nuovo hotel di uno sceicco di Abu Dhabi è la scusa per un viaggio delle quattro amiche nel deserto arabo fra lussi che nemmeno loro erano mai riuscite ad immaginare. Il tutto arricchito da abiti più glamour che mai…. Nel film abbiamo una estetica camp (e para gaya x glam, look e sceneggiatura) al 100%. Lungo inizio del film con nozze gay tra i due amici delle protagoniste, Stanford (Willie Garson) sposa Anthony (Mario Cantone). Colonna sonora del matrimonio: brani da musical e canzoni di Cole Porter. Guest star al matrimonio: Liza Mannelli che fa una cover di Beyoncé (battuta introduttiva: “Là dove c’è una forte concentrazione di energie gay subito si materializza Liza Minnelli”). Maggiordomo omosex di Samatha nell’Hotel negli Emirati Arabi. Governante delle figlie di Charlotte bionda e tettuta scatena gli ormoni di tutti i maschietti, ma i suoi si scatenano per le governanti bionde e tettute di altri bambini.

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 9/7/2010 al 11/7/2010 16 12.676 333
dal 2/7/2010 al 4/7/2010 12 29.596 348
dal 25/6/2010 al 27/6/2010 7 86.799 461
dal 18/6/2010 al 20/6/2010 4 292.752 1.180
dal 11/6/2010 al 13/6/2010 2 370.390 919
dal 4/6/2010 al 6/6/2010 1 748.867 1.573
dal 28/5/2010 al 30/5/2010 1 1.688.097 3.793

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5 commenti

  1. istintosegreto

    [2] Un minuto di silenzio per la prolungata agonia di una serie che ha fatto storia. Ma che volete farci? Sex and the city incassa, anche se ormai gli sceneggiatori non tentano nemmeno di mettere insieme due idee sensate. Embè, chiamali scemi…

  2. istintosegreto

    [1] Carrie è ridotta al rango di mogliettina annoiata; entra perfino in panico quando Mr. Big, ovviamente nauseato dalla passerina della moglie over 40, le piazza un bel tv color al plasma in camera da letto.
    Miranda ha le palle in giostra perché, dopo aver lasciato il lavoro, si ritrova a fare la mamma a tempo pieno. Orrore! Proprio lei che, nel serial, si vantava di lavorare 50 ore a settimana.
    Charlotte è isterica perché, mentre è impegnata a cucinare, la figlia le sporca il tailleur griffato (e bianco pure) che, forse a causa di un abuso di psicofarmaci, indossa per spadellare.
    Samantha si ritrova a fronteggiare le ire degli Imam di Abu Dhabi. Ovviamente qualunque donna sana di mente si trovasse a girare per le strade di un paese musulmano, lo farebbe in abiti succinti e lasciando cadere a terra una collezione di profilattici…

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Varie

“… Il peccato è sempre nell’eccessiva lunghezza, 2 ore e 26 minuti, troppi in Arabia, finendo poi con happy end generale: dall’omaggiato Accadde una notte non si è imparata la misura. Il dialogo ha scintillii di doppi sensi, qualche incrocio di battute divertente con la volgarità delle signore bene che a casa se la ridono. Ma su tutto impera quel gusto unisex camp gay che non risparmia neppure i valletti dell’Emirato. Le attrici sono in gran spolvero, sorelle che non mancano un ritmo, compagne di college al comando di Sarah Jessica Parker, scrittrice stroncata dal New Yorker che quando scrive un pezzo sembra inizi la Recherche…” (M. Porro, Corsera)

“… Il film si snoda così, per giustificare i cambi di costumi e per insinuare qualche battuta. Non tutte felici. Un momento buono però c’è quando Charlotte e Miranda sono sole nella suite e si confessano i reciproci disagi matrimoniali complice l’alcol. La battuta sulla baby sitter pettoruta è davvero efficace. Il resto è routine a partire dalla grevità del matrimonio gay che dà l’abbrivio, passando per Liza Minnelli canterina e triplicata e Miley Cyrus presenzialista con abito duplicato. Sarà un secondo successo e una delusione cocente per i cinefili. Del resto il regista (e produttore) Michael Patrick King ha fatto solo tv e questi due titoli. Tra griffe, appartamenti e suite, siamo al cinepatinatone made in Hollywood…” (Antonello Catacchio, Il Manifesto)

“Carrie è sposata con Mr. Big e ha pubblicato un libro; Miranda è un ottimo avvocato; Charlotte ha coronato il sogno di maternità; Samantha vive l’ossessione della vecchiaia, tra pillole e prodotti anti-age. Frattanto, è arrivata la crisi economica. Anche gli estimatori più incondizionati della serie riconosceranno che le quattro amiche di Manhattan sono personaggi fissati nel tempo, immutabili. Per la seconda avventura formato grande-schermo, la produzione ha speso dieci milioni di dollari in abiti, scarpe, accessori senza riuscire a ringiovanirle. Le ha perfino mandate in viaggio ad Abu Dhabi, come in un cinepanettone. Così alla serie, già impoverita di “sex”, viene a mancare l’altro ingrediente di base: la “city”.(R. Nepoti, La Repubblica, Voto 2/6)

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