Giorni

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Giorni

Laura Muscardin ha detto: “Si tratta di una storia d’amore. In questo film cerco di capire quanto forte possa essere l’impatto dell’amore e della passione su qualcuno che deve affrontare giorno dopo giorno l’idea della morte. Dato che la maggior parte dei personaggi del film è gay è ovvio che questo definisca un certo ambiente, ma io continuo a pensare a Claudio e Andrea come due persone innamorate, niente di più. Per il cinema italiano questo è un tema forte”. Giorni affascina e commuove, senza mai scadere nel facile melodramma, ma piuttosto descrivendo un limpido frammento di realtà che diviene lo spunto per interrogarsi sull’autenticità delle certezze, sull’abitudine a lasciarsi scivolare la vita addosso e sulla possibilità di liberarsi dalla paura, di vivere, ma anche di amare. (informagay.it)

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4 commenti

  1. thediamondwink

    Quello che salta all’occhio guardando il film: i gay sono infedeli, bugiardi e portatori di malattie contagiose. Quindi la solita storia ricca di difetti e luoghi comuni, vista da un etero potrebbe confermare le idee che molti si fanno del mondo omosessuale e non accetto questa disonestà, perché non è sempre così!!! Mi sarei meravigliato se alla fine, non ci scappava il morto … No, no, non è questo che rende bello un film!

  2. zonavenerdi

    Tralasciando tutta la parte della malattia, secondo questo film pare che un omosessuale non possa essere fedele. Poichè anche quando si sente appagato sentimentalmente al primo faccino ammiccante sembra debba distruggere una storia di anni per una scappatella … Per fortuna nella realtà esiste anche altro …

  3. luigi43

    Pare che in Italia non è possibile produrre un film di,per,con gay “normale”.
    Comprendo solo che si deve essere ammalati e morire,vivere in un perenne
    stato di angoscia e recitare come per fare ben capire che è solo una finzione.
    Pessimo e disonesto perche’ la realtà che vivo,anche nel Belpaese ,è un poco
    diversa.

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Varie

E’ la storia di Claudio, 35 anni, dirigente di banca e sieropositivo da dieci anni. Giorni in cui la routine quotidiana è scandita dagli orari in cui deve prendere le medicine, dalle visite mensili di controllo in ospedale, dallo stress tipico del professionista in carriera, e dalla sua relazione con Dario. Un rapporto solido che gli dà equilibrio e sicurezza, tanto da convincerlo a seguire il suo compagno che sta per trasferirsi a Milano per ragioni di lavoro. L’apparente tranquillità si tramuta in crisi dopo l’incontro con Andrea, un giovane cameriere dallo sguardo profondo e accomodante. L’amore incondizionato di Andrea travolge Claudio e la sua abitudinaria esistenza. Attrazione e repulsione si alternano nell’animo di Claudio, finché la passione prevale su ogni altra considerazione. Ha con Andrea rapporti sessuali non protetti, dimenticando in un attimo Dario, il suo trasferimento a Milano e persino la malattia. Le passioni dell’animo sono come la marea, fluiscono e defluiscono con ritmo altalenante. Alla leggerezza di un sentimento puro e assoluto si sostituisce, repentinamente, la paura del ritorno alla coscienza. Claudio fugge questo amore impetuoso e poi torna sui suoi passi, scoprendo che Andrea si è ammalato. E’ allora che i sensi di colpa prendono il sopravvento. Al turbamento psichico segue un peggioramento della condizione fisica di Claudio. Poi ancora la fuga: dopo un anno, quando Claudio ha ricostruito la sua vita altrove, la notizia della morte di Andrea arriva improvvisa e casuale. Dubbi e rimpianti lasciano il campo alla certezza di un passato che ritorna e che mai potrà essere dimenticato.

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