Pochi giorni fa quasi tutti i media hanno riportato la notizia che il famoso MI5, il servizio britannico di controspionaggio, è stato inserito nella classifica dei datori di lavoro più gay friendly. La cosa ha stupito perchè tutti pensano che i gay siano persone facilmente ricattabili o facilmente corruttibili (forse perchè incapaci di resistere davanti ad un bel giovanotto?). Eppure la storia dello spionaggio, in particolare di quello inglese, è ricca di spie omosessuali, velate in pubblico, ma non certo per i loro capi. Possiamo ricordare il famoso gruppo dei ‘magnifici cinque’ (chiamato anche ‘Homintern’ dai superiori), composto dagi omosex Guy Burgess, Anthony Blunt, Donald MacLean, John Caincross e dall’eterosessuale Kim Philby (che però sapeva usare bene il suo fascino anche con uomini). Guy Burgess possiamo ricordarlo nel bellissimo film “Another Country” interpretato da un giovanissimo Rupert Everett (di questo film è in ballo un rifacimento). Certamente Burgess non fece fatica ad arruolare come spia Edouard Pfeiffer, capo gabinetto del ministero della Difesa francese, che quando l’incontrò per la prima volta stava giocando a ping pong usando come rete un aitante giovanotto sdraiato sul tavolo tutto nudo. Durante l’ultima guerra anche il commediografo inglese, anch’esso omosessuale velato, Noel Coward, entrò nello spionaggio britannico. Un’altra spia che entra in azione a Londra nel periodo tra le due guerre, è Arnold Deutsch, che era stato addirittura attivo, come omosessuale, nel movimento di Wilhelm Reich, Sexpol.
Abbiamo fatto una forse troppo lunga introduzione per raccontarvi che anche nel bel film “La Talpa”, del regista svedese Tomas Alfredson (grande rivelazione con ‘Lasciami entrare’), tutto ambientato all’interno dello spionaggio inglese negli anni ’70, non mancano personaggi gay o bisessuali. Lo stile del film è esattamente all’opposto di quello dei film su James Bond, spesso più fracassoni che altro. Qui abbiamo davanti un’ambiente, quello dei vertici dello spionaggio inglese, assai più realistico, più dimesso, come fosse una normale azienda d’impiegati. Le atmosfere sono molto fedeli a quelli descritte da Le Carre nei suoi romanzi, da cui è stato tratto il film, così come i personaggi. Il protagonista, l’agente Smiley, interpretato ottimamente da un asciutto e compassato Gary Oldman, mostra una sofferenza, a stento trattenuta, quasi in ogni momento del film. Il suo lavoro sembra più un dovere che un piacere. All’inizio del film viene licenziato insieme al suo diretto superiore per una missione finita male. Ripescato in segreto dai massimi livelli deve scoprire la talpa russa che si nasconde nel gruppo di cui faceva parte. Ci riuscirà, naturalmente, ma dopo un intricato percorso che ci viene raccontato in 127 minuti di film, durante i quali non potete distrarvi un attimo se volete partecipare alla difficile e complessa indagine, che comunque non utilizza i soliti colpi di scena, nemmeno verso il finale, e nemmeno capovolgimenti o inattese sorprese. Quello su cui punta la regia, così come il libro, più dell’azione (che pure c’è), è lo studio dei personaggi, dei loro comportamenti, delle loro espressioni, di come reagiscono e di come si rapportano.
Per noi è un vero piacere seguire un mirabile gruppo di attori, che peraltro abbiamo già visto in diverso ruoli gay, come Gary Oldman, Colin Firth, John Hurt, Toby Jones e Benedict Cumberbatch, l’eccezionale interprete dell’ambiguo Sherlock Holmes della serie inglese ‘Sherlock’, qui invece sicuramente gay, costretto a separarsi dal suo compagno convivente con le lacrime agli occhi. Cumberbatch interpreta l’agente Peter Guillam, personaggio parallelo a quello del Dr. John Watson in quanto aiutante e assistente di Smiley/Oldman, quindi figura di primo piano nella storia (è lui a svolgere le azioni più pericolose). Ma nel film abbiamo anche una bella storia d’amore gay, condensata in poche ma significative immagini, tra il bisessuale Bill Haydon (Colin Firth) e Jim Prideaux (un sexy Mark Strong). Anche qui scorreranno lacrime d’amore.
Se amate il genere spionaggio non potete quindi perdervi questo intelligente film, già in concorso all’ultima Mostra veneziana.
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