I David di Donatello in anticipo sugli Oscar Ora decide il pubblico
ARIANNA FINOS
ROMA
La numero 64 sarà l’edizione del cambiamento» promette il presidente e direttore artistico dei David di Donatello Piera Detassis.
Chiarisce scherzando che «ogni riferimento alla politica attuale è casuale» e poi, taccuino alla mano, snocciola i dati della sua «rivoluzione gentile».
A cominciare dalla giuria: azzerata quella precedente di 2184 membri, di provenienza piuttosto variegata. Negli anni era stata sottoposta a molte critiche a cui Ficarra e Picone avevano dato voce ritirando dalla gara nel 2001 Nati stanchi, polemica poi ribadita dai due autori lo scorso anno dopo il record del loro L’ora legale.
«Mi hanno chiamato e mi hanno detto che hanno fiducia in questo cambiamento», dice Detassis. Ora in tutto i giurati sono 1559. Subito reintegrati i 1196 ex vincitori ed ex candidati, che esprimono l’80 per cento dei voti (non a caso il motto della presidente è «il cinema vota il cinema»), a cui si aggiunge la giuria “Cultura e società”, 383 esponenti provenienti da audiovisivo, distribuzione, esercizio, critica, determinanti per il 20 per cento dei voti.
Ma c’è un altro fondamentale giurato nei nuovi David, che anticipano quel premio del pubblico annunciato e poi per ora posticipato per gli Oscar: il David sarà assegnato in base al numero di spettatori avuti in sala da un film. E per guardare al grande pubblico la cerimonia di assegnazione sarà trasmessa in diretta su Rai 1 il 27 marzo.
Sul fronte meccanismi di voto, ci saranno due turni: nel primo il Consiglio direttivo dell’Accademia (Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia, Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo Leone), registi, produttori e sceneggiatori votano per tutte le categorie, mentre gli ex candidati e vincitori votano le categorie principali e la propria (ad esempio il direttore della fotografia per i colleghi), i giurati di cultura e società solo le categorie principali.
Al secondo turno tutti votano per tutte le categorie (una sola preferenza) tranne il film straniero designato al primo turno. Cambiano i requisiti di accesso per i film: concorrono i film usciti dal primo gennaio al 31 dicembre 2018 nelle sale di almeno 5 città e programmati per almeno sette giorni. Nella categoria rientra anche Sulla mia pelle, il film sul caso Cucchi di Lucky Red uscito tra molte polemiche in contemporanea in sala e streaming Netflix, colpito anche dal boicottaggio degli esercenti. Ma questo film il prossimo anno non potrebbe esserci: adeguandosi all’entrata in vigore del decreto sulle finestre del cinema, potranno concorrere ai David solo i film usciti in sala come evento almeno tre giorni (esclusi week-end e festivi) e andati sulle piattaforme e tv almeno dieci giorni dopo. Tremila studenti voteranno il David Giovani, i 30 film del 2018 si vedranno in sala ma anche su una piattaforma dedicata, la votazione per via telematica.