I GIUDICI: VALIDO L’ATTO PER DUE GEMELLE
Papà gay, la battaglia vinta
di Luigi Ferrarella
Per «contrarietà all’ordine pubblico» il Comune di Milano rifiuta la trascrizione di due gemelle nate negli Stati Uniti da due uomini, ma il Tribunale ordina di farlo alla luce «dei principi fondamentali comuni ai diversi ordinamenti».
Milano
Cosa è «contrario all’ordine pubblico»? In cosa consiste questo unico limite alla trascrizione o meno in Italia degli atti di nascita di bambini nati da persone dello stesso sesso in Paesi che ammettono forme di procreazione medicalmente assistita non contemplate in Italia dal legislatore? Sinora era un «limite di sbarramento alla circolazione in Italia di istituti giuridici stranieri». Ma ora l’ottava sezione civile del Tribunale di Milano sposa una lettura più transnazionale, parametrata sui «principi fondamentali» basati «su esigenze di tutela dei diritti dell’uomo e comuni ai diversi ordinamenti, nonché collocati a un livello superiore alla legislazione ordinaria». E su questa base ordina al Comune di Milano di fare ciò che come ufficiale di Stato civile aveva rifiutato: trascrivere l’atto di nascita di due gemelle nate meno di un anno fa in California da due uomini italiani ricorsi alla fecondazione di due ovuli donati da una donna anonima, e poi all’impianto e alla gestazione nell’utero di un’altra donna con la quale si erano accordati in base al diritto di famiglia californiano.
La coppia, insieme da 10 anni e unitasi civilmente in un Comune lombardo, aveva scelto gli Usa per la fecondazione di due ovuli, uno contenente il 50% del patrimonio genetico di uno dei due uomini e il 50% della donatrice anonima dell’ovulo, e l’altro contenente il 50% del patrimonio genetico dell’altro uomo e il 50% della donatrice.
Con l’impianto in un’altra donna gestante, nel 2017 nascono due gemelle: i genitori, che non avevano voluto sapere (tramite test) quale fosse biologicamente figlia dell’uno o dell’altro, al rientro in Italia chiedono al Comune di Milano la trascrizione dell’atto di nascita delle bimbe cittadine statunitensi, firmato in California con l’indicazione dei due uomini come genitori e senza menzione della gestante. Il Comune motiva però il rigetto con la necessità di attendere (tra pochi mesi) le Sezioni Unite della Cassazione proprio sulla nozione di «contrarietà all’ordine pubblico» in un caso simile.
Ma ora il Tribunale (relatore Enrica Manfredini, a latere Paola Corbetta e Maria Rita Cordova) da «una sorta di giudizio “preventivo e virtuale”» di compatibilità con la Costituzione desume che il fatto che i due uomini vengano «riconosciuti genitori delle piccole, nonostante abbiano ciascuno un legame biologico con una soltanto delle minori, non può ritenersi lesivo di principi superiori», visto che il quadro normativo e giurisprudenziale «internazionale, comunitario e interno tende a valorizzare sempre meno questo legame, in favore di altri aspetti della maternità/paternità correlati al consenso, alla volontarietà e all’assunzione della responsabilità genitoriale». In Italia il legislatore non ha previsto la stepchild adoption , ma per il Tribunale ciò non fa ritenere la genitorialità dello stesso sesso «contraria all’“ordine pubblico”, dal momento che non solo all’estero essa è pacificamente prevista e tutelata, ma anche in Italia ha ormai trovato riconoscimenti in recenti pronunce giurisprudenziali sulla base dell’interesse del minore», tra l’altro «non esistendo dati scientifici che attestino la rilevanza dell’orientamento sessuale dei genitori sul benessere dei figli».