Il cardinale Mueller rompe il silenzio: lobby gay, metodi mafiosi, bustarelle sul caso McCarrick
Franca Giansoldati
Città del Vaticano – Lobby gay, manipolazioni, metodi mafiosi, bustarelle. Il cardinale tedesco Gerhard Mueller, già prefetto della Congregazione della Fede, in una durissima intervista a Lifesitenews, commenta il caso McCarrick – l’ex cardinale americano (mai ridotto allo stato laicale) al centro di uno scandalo senza precedenti negli Stati Uniti per avere abusato di giovani seminaristi. Mueller rompe il silenzio accusando un intero sistema di omertà per poi lanciare un appello a che vi sia presto in Vaticano «un processo canonico alla Congregazione della Fede che faccia luce sui crimini sessuali commessi con giovani seminaristi».
Quando era Prefetto (2012-2017) il caso McCarrick non arrivò mai sulla sua scrivania: «nessuno mi ha mai riferito di questo problema, probabilmente per il timore di una reazione troppo rigida da parte mia. Il fatto che McCarrick, insieme alla sua cerchia e a una rete omosessuale, sia stato capace di portare scompiglio nella Chiesa con metodi analoghi a quelli mafiosi, è connesso alla sottovalutazione del grado di depravazione morale che gli atti omosessuali tra adulti provocano».
Il cardinale tedesco aggiunge poi un carico da dodici, allargando la visuale: «Se a Roma qualcuno avesse sentito riferire anche solo sospetti, avrebbe dovuto indagare e valutare la fondatezza della accuse, impedendo che McCarrick fosse promosso all’episcopato di una diocesi importante come Washington, evitando altresì di nominarlo cardinale della Santa Romana Chiesa. E poiché erano anche state pagate somme sottobanco – ammettendo così la responsabilità di crimini con giovani uomini – ogni persona ragionevole si chiede come una tale persona possa essere stata consigliere del Papa nella nomina dei vescovi. Non so se questo corrisponda al vero, certo sarebbe necessario fare chiarezza».
Mueller ripete che la linea morale della Chiesa resta quella di condanna degli atti omosessuali. «Ho sempre sottolineato come anche gli atti omosessuali compiuti da religiosi non possano mai essere tollerati; la morale sessuale della Chiesa non può essere relativizzata dall’accettazione secolare dell’omosessualità. Si deve poi distinguere tra la condotta peccaminosa occasionale, il reato e una vita trascorsa in un continuo stato di peccato». Infine, a proposito dell’esistenza di una lobby gay tra le gerarchie della Chiesa cattolica, il cardinale ricorre ad una iperbole: «queste persone con me non si espongono. Ma può essere che si siano sentiti compiaciuti nel sapermi lontano dalla Congregazione e dai casi di crimini sessuali specialmente con giovani adolescenti maschi».
da Il Giornale
Abusi, il cardinale vicino a Ratzinger chiede trasparenza alla Chiesa
Il cardinale Mueller ha chiesto una “spiegazione pubblica” sul caso McCarrick. La crisi della Chiesa interpretata secondo il pensiero dell’ex “braccio destro” di Ratzinger
Giuseppe Aloisi
Il cardinale Mueller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha chiesto una “spiegazione pubblica” sul caso McCarrick, che è l’ex cardinale al centro del memorandum di Carlo Maria Viganò.
Lo ha fatto in un discorso più ampio, senza usare mezzi termini, per segnalare quello che ritiene essere un problema annoso e interno alla Chiesa cattolica.
Il porporato tedesco è stato intervistato da LifesiteNews. I virgolettati del teologo sono stati riportati questa mattina da La Verità. All’ex vertice del Sant’Uffizio è stato chiesto anche della “lobby gay”. Quella che Benedetto XVI aveva dichiarato di essere riuscito a sgominare, ma che svolgerebbe ancora un ruolo in Vaticano: “Ovvio – ha dichiarato Mueller, riferendosi a comportamenti contrari alla fede – può essere negato solo da qualcuno che vuole essere cieco – ha continuato – che i peccati contro il sesto comandamento del Decalogo derivano da inclinazioni disordinate e quindi sono peccati di fornicazione che escludono dal Regno di Dio”.
Ecco perché, in riferimento al caso di Theodore McCarrick, l’ex arcivescovo di Washington ‘scardinalato’ da Papa Francesco qualche mese fa, Mueller ha evidenziato l’urgenza di una maggiore trasparenza: “Dovrebbe emergere con chiarezza – ha scandito l’ex braccio destro di Ratzinger – una spiegazione pubblica su questi eventi e le connessioni personali, così come la domanda su quanto le autorità della Chiesa coinvolte conoscessero ad ogni passo; una tale spiegazione potrebbe benissimo includere l’ ammissione di una valutazione errata di persone e situazioni”. Serve, insomma, questa “spiegazione pubblica”.
I vescovi americani, qualche giorno fa, hanno domandato ai vertici della Chiesa cattolica di ripudiare pubblicamente lo “zio Ted”. Vale la pena sottolineare che la Santa Sede ha reso noto che l’inchiesta su McCarrick è ancora in corso. Ma la tanto chiacchierata “lobby gay” esiste o no? “Non lo so – ha risposto l’alto prelato -, perché queste persone non si mostrano a me. Ma potrebbe essere che li abbia soddisfatti il fatto che io non sono più incaricato nella Congregazione per la dottrina della fede a trattare i crimini sessuali, specialmente contro gli adolescenti maschi”.
Come i lettori ricorderanno, il cardinale Mueller non è stato confermato da Bergoglio come massima carica della Congregazione per la dottrina della fede. La scelta del pontefice, ai tempi, venne interpretata come una bocciatura di un ecclesiastico che sarebbe considerato troppo tradizionalista dalle frange progressiste. Una delle “accuse” mosse nei confronti di Mueller, nonostante non faccia parte dell’elenco dei firmatari dei ‘dubia’ e nonostante abbia pure chiarito che l’esortazione apostolica del pontefic,e dal suo punto di vista, e è “in linea con dottrina e tradizione”, è quella per cui avrebbe interpretato in modo troppo “ortodosso” quel testo papale.
Il diretto interessato ha parlato del suo “allontanamento”, sostenendo che “tutti possono riflettere sui criteri secondo cui alcuni sono promossi e protetti e altri vengono combattuti ed eliminati”.