Dalla rassegna stampa Danza

Ovazioni alla Scala per Tissi l’unico italiano del Bolshoi

LA BAYADÈRE DI GRIGOROVICH

Ovazioni alla Scala per Tissi l’unico italiano del Bolshoi

Il danzatore lombardo: la vita mi ha offerto un’opportunità meravigliosa

di Valeria Crippa

Bolshoi di nome e di fatto, alla Scala: l’asse Milano-Mosca nel balletto non è mai stato così «grande», saldato dai quindici minuti di applausi per il cast dei giovani Alena Kovaleva-Jacopo Tissi, l’altro ieri, dopo le ovazioni scroscianti (quattordici minuti) per i divi Svetlana Zakharova e Denis Rodkin, al termine della prima di venerdì scorso, e le acclamazioni (tredici minuti) per Olga Smirnova e Semyon Chudin, la coppia delle «mondovisioni», in scena sabato sera. La sontuosa «Bayadère» di Yuri Grigorovich, lo «zar» della coreografia sovietica, ha ammaliato il pubblico del Teatro alla Scala con i suoi ballerini eleganti e virtuosi, il suo Oriente «old fashion» tra amore, tradimento e vendetta, gli ipnotici arabesque femminili del Regno delle Ombre che sigilla l’addio eterno tra il nobile guerriero Solor e la baiadera Nikiya, uccisa dalla rivale Gamzatti, senza far crollare il tempio come previsto in altre versioni.

La compagnia mancava a Milano da undici anni ed era molto attesa, in una storia di scambi che risale al lontano 1964. La sensazione che Mosca si senta «a casa» a Milano è palpabile non solo nelle parole del direttore del ballo Makhar Vaziev, a suo agio al Piermarini dove, per sette anni, ha rilanciato il Balletto scaligero.

Per l’italiano del Bolshoi (l’unico assunto nella storia del teatro moscovita) Jacopo Tissi, 23 anni, originario di Landriano, in provincia di Pavia, il successo in «Bayadère» di l’altro ieri, in coppia con la statuaria 19enne Alena Kovaleva, è stato molto più che un ritorno a casa nel teatro dov’è cresciuto.

È stato piuttosto un abbraccio da parte del pubblico che lo aspettava al varco con curiosità, dell’Orchestra dell’Accademia della Scala che, dal golfo mistico, ha tifato per l’ex allievo modello, del corpo insegnanti della Scuola di Ballo guidato dal direttore Maurizio Vanadia in trepidazione per le difficoltà tecniche del balletto, dai genitori del ballerino ovviamente raggianti, da Carla Fracci, coccolatissima dai russi, da Miuccia Prada, tutti insieme saliti in palcoscenico al termine dello spettacolo per congratularsi con Tissi, l’incantevole Alena e la compagnia.

Fasciato nel costume orientale, Jacopo-Solor ha avuto sorrisi per tutti: «È andata bene — racconta — È una balletto talmente complesso. A Mosca sto facendo un ottimo lavoro, è un’opportunità meravigliosa che la vita mi offre. Ma tutto è iniziato alla Scala», ammette.

Alla festa in palcoscenico, si respirava un clima disteso di business internazionale: accanto al sovrintendente della Scala Alexander Pereira, il direttore generale del Bolshoi Vladimir Urin e il magnate russo Mikhail Ernestovich Kusnirovich, proprietario di Bosco dei Ciliegi Group, che ha finanziato la trasferta e al quale la Scala ha formulato una proposta di collaborazione per la «Kovanchina», diretta da Gergiev, il prossimo 27 febbraio.

Dopo l’iper-tradizionale «Bayadère», ecco ora il volto più moderno del Bolshoi con «La Bisbetica domata» vincitrice di tre «Maschere d’Oro», creata appositamente per la compagnia nel 2014 dal Jean-Christophe Maillot, in scena fino domani.

Intanto, va a gonfie vele anche l’export scaligero in Cina che Pereira intende intensificare con un evento per stagione. Dopo il successo a Shanghai per il «Don Chisciotte» di Nureyev, il tour del Balletto della Scala sta mietendo in questi giorni applausi a Macao, dov’è in scena per la prima volta con «Giselle».


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