Dopo lo scontrino striscione omofobo e minacce sul web
Forza Nuova a fianco del cameriere licenziato Attacchi a Marrazzo Ma il locale crolla nelle recensioni virtuali
Minacce di morte, telefonate offensive e attacchi sul web: dopo la denuncia del Gay Center continua a far discutere la vicenda dello scontrino omofobo che giovedì è stato rilasciato a una giovane coppia gay andata a cena alla Locanda Rigatoni a San Giovanni. « Ieri è stato un susseguirsi di telefonate violente e volgari e non poche minacce di morte e di danni al locale » , hanno fatto sapere dal ristorante di via Domenico Fontana, che per questi motivi ieri è rimasto chiuso. « Per non parlare della violenza sui social » , hanno aggiunto i gestori, che si sentono «offesi come imprenditori, lavoratori e cittadini».
Il licenziamento del cameriere non è infatti bastato a placare le polemiche: quello che le persone continuano a rimproverare al locale, è che la proprietaria abbia minimizzato l’accaduto: « Quando abbiamo chiesto spiegazioni per quanto era scritto sullo scontrino (“ pecorino no, frocio sì”, ndr) ci ha offerto un amaro gratis — ha spiegato la coppia a Repubblica — Poi tutta la cena. Ma noi volevamo solo che qualcuno si assumesse la responsabilità del gesto ». Basta guardare le recensioni che da due giorni continuano a lasciare gli utenti: su 2491, 2125 hanno dato il punteggio più basso. «Siete feccia, spero che la società vi boicotti » , scrive una ragazza, mentre un giovane, Mattia B., si rivolge in inglese ai turisti che spesso affollano il locale per via della sua vicinanza alla Scala Santa, al museo della Liberazione e alla Basilica di San Giovanni: « Porzioni piccole, bassa qualità e soprattutto staff maleducato: Roma vanta posti migliori, non buttate qui il vostro tempo e i vostri soldi». E ancora, Gioele M., posta: « Minimizzare il razzismo di un dipendente, come hanno fatto i titolari di questo ristorante, è un atto di complicità. Non è possibile che nel 2018 accadano certe cose».
È d’accordo il Gay Center, che ha dichiarato di non voler fermare la sua protesta, nonostante l’immagine pubblicata sui social ritraente la foto del portavoce Fabrizio Marrazzo su una lapide (fatto per cui sporgerà una nuova denuncia): «Ringraziamo le persone che hanno protestato sul web. Riteniamo che anche la responsabile che ha continuato ad offendere i ragazzi, ripetendo che l’offesa fosse stata generata dal pc, non sia idonea a ricoprire tale ruolo. Le azioni legali e le sanzioni dovranno avvenire come previsto dalla legge, mentre per il personale che non ha fatto parte dell’azione omofoba, come abbiamo già fatto molte volte e la settimana scorsa con oltre 50 dipendenti ed esercenti del Centro, siamo disponibili a fare gratuitamente corsi di formazione contro l’omofobia ». Lezione che il ristorante è disposto ad accettare: « Le conseguenze di un atto inqualificabile di una persona che è stata prontamente allontanata stanno coinvolgendo le nostre famiglie e quelle dei nostri lavoratori — proseguono i titolari della Locanda — Rinnoviamo la nostre scuse alla coppia coinvolta in questa spiacevolissima vicenda e la richiesta di un confronto e di un percorso condiviso con la comunità Lgbt, in modo tale che episodi vergognosi come quello capitato non possano e non debbano più ripetersi » . E in attesa delle verifiche da parte del Campidoglio, annunciate due giorni fa dall’assessore al Turismo, Carlo Cafarotti, e dall’assessora alla Roma Semplice, Flavia Marzano, Forza Nuova ha cavalcato la vicenda, coi militanti del movimento d’estrema destra che ieri mattina hanno piazzato uno striscione ( rimosso poi dai proprietari del locale) di fronte al ristorante per esprimere la loro solidarietà al cameriere «licenziato dalla vostra omofollia » , recitava la frase.
I titolari della Locanda “Le conseguenze dell’atto inqualificabile stanno coinvolgendo le nostre famiglie”
Striscioni e proteste
Lo scontrino emesso dal ristorante di San Giovanni. Sopra, gli striscioni di Fn davanti al locale
Valentina Lupia