Dalla rassegna stampa Cronaca

Dopo l’unione, minacce di morte alla coppia gay «Pazzi, li denunciamo»

Migliaia di messaggi intimidatori contro i due uomini

Dopo l’unione, minacce di morte alla coppia gay «Pazzi, li denunciamo»

Migliaia di messaggi intimidatori contro i due uomini

PADOVA Sarebbe dovuto essere un giorno di festa, l’inizio di una nuova vita insieme da condividere con amici e parenti, un giorno intero da trascorrere ricevendo gli auguri per il futuro. E invece la gioia e l’emozione hanno lasciato presto spazio alla paura e alla rabbia: niente messaggi di congratulazione per i due festeggiati, solo minacce e insulti.

Perché i due novelli sposi, che si sono uniti civilmente lo scorso fine settimana a Padova, sono entrambi uomini, uno proviene da Napoli, mentre l’altro dal Marocco, e sono stati tartassati da migliaia e migliaia di messaggi di insulti, dall’Italia, e minacce di morte, provenienti invece dal Nord Africa. Marcello e Mohammed (i nomi sono di fantasia per proteggerli), hanno celebrato sabato, in Comune, la loro unione. A circondare i due sposi e i testimoni, anche quattro damigelle, tutte drag queen, fasciate in abiti lunghi e con piccoli bouquet in mano.

Con gli occhi lucidi dall’emozione, Marcello e Mohammed hanno ascoltato le parole dell’ufficiale del Comune che leggeva i loro dati e li presentava ad amici e parenti come coppia legalmente riconosciuta. Una scena ripresa dai telefonini come simbolo del cambiamento dei tempi, a una settimana di distanza dal grande corteo del Pride che si terrà a Padova il 30 giugno. Così quelle immagini sono finite sul web, rimbalzando di social in social, di sito in sito, fino ad arrivare su quelli delle testate giornalistiche arabe. E, a questo punto, le reazioni sono state estremamente dure: i due sposi sono diventati bersaglio non solo di insulti, ma anche di minacce da siti estremisti arabi. Commenti che, se in un primo momento, sono sembrati solo di pessimo gusto, hanno assunto connotazioni inquietanti, al punto da spingere la coppia a rivolgersi alla polizia postale.

«Fin da sabato pomeriggio la mia pagina Facebook è stata invasa da commenti cattivi e insulti», racconta, con la voce tremante dalla rabbia, Marcello. Frasi il più delle volte irripetibili, spiega, ma alle quali, purtroppo, si è abituato. «In tanti anni ho imparato a tenere a bada gli imbecilli – continua -. Siamo stati insultati in tutti i modi, soprattutto per la presenza delle drag queen. E poi magari chi ci ha attaccato in modo più duro sono proprio quelli che il sabato sera vanno a ballare al Pride Village».

Non sono stati, quindi, gli insulti, a spaventare Marcello, ma altri messaggi, ben più preoccupanti, tutti provenienti dal mondo arabo. «Il video del nostro matrimonio è finito sulle testate arabe italiane – spiega ancora – e da qui sui siti marocchini. E a questo punto sono iniziate le minacce di morte. Decine, centinaia, non rivolte a me, io per loro sono già un peccatore, per il semplice fatto di essere cristiano. Ma al mio compagno: l’omosessualità è un reato in Marocco, punibile per legge. Questa gente è pazza e mia suocera vive lì. In quel video c’erano i nostri dati, nomi, indirizzi. Siamo rintracciabili: se mi dovessi trovare sotto casa uno di questi imbecilli, chiamerei la polizia e lo metterei a tacere. Ma come posso proteggere mia suocera?», chiede Marcello esasperato. Impossibile, quindi, gestire da soli la situazione.

Così, ieri, Marcello e Mohammed si sono rivolti alla polizia postale, chiedendo consiglio su come comportarsi e sporgendo denuncia per la miriade di messaggi ingiuriosi loro rivolti. «La polizia ci ha rassicurato – conclude -. Intanto abbiamo chiesto di cancellare il video che riporta i nostri nomi. Speriamo almeno di togliere in questo modo l’arma agli imbecilli».

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.