Dalla rassegna stampa Movimento LGBT

Liguria Pride sfida Bucci’ ‘ Sarà un corteo divisivo...’

Sabato pomeriggio la marcia arcobaleno senza patrocinio “Ma la vera emergenza sono i neofascisti”

Liguria Pride sfida Bucci’ ‘ Sarà un corteo divisivo…’

Sabato pomeriggio la marcia arcobaleno senza patrocinio “Ma la vera emergenza sono i neofascisti”

Il vero allarme, a Genova, «è la presenza di almeno tre sedi di associazioni neofasciste. Altro che gay pride » . Allerta Rainbow: gioca sulla questione delle false emergenze, il Liguria Pride, nella sua campagna social per annunciare un corteo che « non sarà mai grigio e ordinato, come ci vorrebbe il Comune » . Offensivi e divisivi, recita infatti provocatoriamente uno degli hashtag del Liguria Pride 2018, che sabato 16 giugno dalle 15 colorerà l’intera città, provando a superare le ottomila persone della scorsa edizione: nonostante il patrocinio negato per la prima volta dal Comune, una presa di distanza politica che «ci sta danneggiando anche sul piano pratico — sottolineano gli organizzatori — rendendo tutto più complicato, perché gli uffici comunali si stanno dimostrando latitanti e impreparati nelle adempienze burocratiche. Finirà che se troveremo ancora fioriere in piazza De Ferrari dovremo andarle a spostare noi!».

I mancati patrocini di Comune e Regione «sono ripicche di una politica in agonia » , rimarca il Coordinamento Liguria Raimbow: « Il mancato riconoscimento del Liguria Pride come ricchezza per la città e la regione da parte di queste istituzioni rappresenta un modello negativo che rischia di influenzare negativamente la società. Offensivi e divisivi è il modo in cui queste amministrazioni hanno definito chi partecipa al Pride: il messaggio implicito è che sarebbe andato tutto bene se le persone Lgbt fossero rimaste a casa a essere se stesse nel privato e non in pubblico. Ma la società è più avanti della politica».

Dunque, l’invito è rivolto a tutti: a scendere in piazza, per affermare una Liguria di solidarietà e di accoglienza, che rispetti le differenze. Tutte le differenze. Un appello che, finora, ha suscitato una risposta inaspettata: « L’adesione alla campagna social # ilpatrociniosonoio è stata massiccia — spiegano Simone Castagno e Stefano Musso di Famiglie Arcobaleno — in tantissimi si sono fotografati per esprimere solidarietà. Tra questi, anche Carla Signoris, Lella Costa, Enrique Balbontin, Simona Garbarino ». Poi, c’è la vicinanza della città: « Tanti commercianti ci hanno sostenuto, fornendoci materiale, o contributi economici » . La marcia per i diritti Lgbtqi, dunque, partirà sabato 16 giugno: il ritrovo è alle 15 in via San Benedetto, da dove il corteo si muoverà verso le 16, aperto dalle famiglie arcobaleno e dedicato a Don Gallo, che quest’anno avrebbe compiuto 90 anni. Procederà per piazza Acquaverde, per proseguire in via Balbi, piazza della Nunziata, sbucare in piazza Corvetto, scendere lungo via Serra e poi procedere in via XX Settembre per concludersi in piazza De Ferrari. Alla fine della manifestazione, saliranno sul palco Cecilia Strada, attivista e dirigente di Emergency, e Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno. La festa andrà avanti: con un aperitivo ai Giardini Luzzati, e dopo le 23 con il party al Banano Tsunami.

Il braccio di ferro con Palazzo Tursi tocca anche un altro fronte: il riconoscimento della genitorialità di una delle due madri nell’iscrizione all’anagrafe di figli nati da fecondazione eterologa: fino ad ora lo hanno fatto Torino, Palermo, Catania e Roma. « Abbiamo avuto un incontro con il sindaco Bucci su questo tema, ma la sua risposta è stata negativa — spiega Ilaria Gibelli, presidente del Comitato Liguria Pride — dice di essere il sindaco di tutti, ma non lo è per sedici famiglie genovesi di sole donne». Tre di loro, infatti, hanno fatto richiesta di riconoscimento della genitorialità all’anagrafe genovese. « Il paradosso — continua Gibelli — è che ti obbligano praticamente a dichiarare il falso, ovvero che il figlio è nato dall’unione con un uomo non parente. Poi, alla richiesta di doppia maternità, la risposta è un rifiuto. Resta la possibilità del ricorso amministrativo: una strada difficile, tutta in salita. Il sindaco, in pratica, ci dice che non esistiamo: questo è sconfortante».

Erica Manna

13/06/2018

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