Dalla rassegna stampa Cronaca

Legge anti omofobia l’Arcigay accusa il Pd “Troppi pregiudizi”

Legge anti omofobia l’Arcigay accusa il Pd “Troppi pregiudizi”

Ieri mattina sit-in di protesta Lgbt davanti alla Regione. C’era anche Grillini Il dem Paruolo contrario: “Una forzatura, si rischia il reato di opinione” La replica dell’assessora comunale Zaccaria: “ Qui c’è un problema culturale”

Toscana, Liguria, Marche, Campania, Friuli, Sicilia, Piemonte e Umbria. Sono le regioni che hanno già approvato una legge contro l’omofobia. In Emilia Romagna la bozza è pronta da sei anni, ma finora il Pd non è mai riuscito nemmeno a portarla in commissione, paralizzato dalla propria opposizione interna. « Una volta la volontà politica su questi temi c’era, evidentemente l’abbiamo persa per strada. Intanto i ragazzi gay vengono cacciati di casa ogni giorno, a Bologna come in Sudafrica, e le domande di asilo dei migranti Lgbt vengono respinte. Nel Pd c’è un problema di omofobia, questa è la verità», attacca il leader di Arcigay Vincenzo Branà.

«Che aspetta la Regione?», hanno sbottato ieri mattina una ventina di associazioni Lgbt riunite in presidio sotto le finestre di viale Aldo Moro, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia. In prima fila tra le bandiere arcobaleno lo storico leader di Arcigay, Franco Grillini: « C’è un pezzo di sinistra che ha smesso di votare sbotta – perché la sinistra non la trova più » . Fu lui il primo firmatario della prima proposta di legge sul tema, poi naufragata per le dimissioni anticipate di Errani.

Dopo l’ennesima riunione di maggioranza andata in fumo in viale Aldo Moro, i Democratici hanno salomonicamente deciso di rimandare la palla ai Comuni, trasfor-mandola in una legge di iniziativa popolare. Un iter che a Bologna ha già trovato le prime opposizioni, con la consigliera Raffaella Santi Casali che ha chiesto una riunione di maggioranza sul tema, prima della discussione in consiglio. «Nel Pd ci sono fortissime resistenze su temi che riguardano i diritti di persone che subiscono discriminazioni. Faccio più fatica di quello che immaginavo: è un problema esclusivamente culturale», ha ammesso ieri mattina l’assessora alle Pari opportunità Susanna Zaccaria ai microfoni di Radio Città del Capo.

Il segretario regionale Paolo Calvano e il capogruppo Stefano Caliandro ieri dopo aver incontrato la delegazione hanno ribadito « la compattezza del Pd contro ogni forma di discriminazione», confermando «la volontà di riprendere la discussione di merito » ma difendendo come « legittima » la scelta di trasformarla in una legge di iniziativa popolare. L’ala sinistra della maggioranza però potrebbe costringere chi dice no a uscire allo scoperto e alzare la mano. Ufficiosamente si parla di undici eletti: il nocciolo duro dei consiglieri di Per Davvero capitanati da Giuseppe Paruolo e altri renziani di ferro. Abbastanza per spaccare il Pd. «Quel testo è una forzatura », che rischia di «introdurre una sorta di reato di opinione su queste materie -spiega Paruolo -.Le discriminazioni vanno evitate ma non devono diventare motivo per creare canali speciali » . Critico soprattutto sull’educazione alle differenze nelle scuole: « Un tema delicato » . Ma Sinistra Italiana e Mdp promettono: «Siamo pronti a portare la legge in aula, poi ciascuno si assumerà la propria responsabilità » , Il loro testo potrebbe incassare pure i voti dei 5 Stelle: « Abbiamo un disegno di legge migliorativo, ma siamo disposti a votare anche quello», annuncia la capogruppo Silvia Piccinini.

La manifestazione organizzata ieri mattina davanti alla sede della Regione per protestare contro la scelta di rinviare la discussione sulla legge contro l’omofobia

Caterina Giusberti

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