Dalla rassegna stampa Società

Omofobia: come difendersi?

Omofobia: come difendersi?

Rossella Blaiotta

Sono ancora frequenti gli episodi di discriminazione e di bullismo ai danni delle persone omosessuali causati da odio e ignoranza.

La Costituzione stabilisce che tutti i cittadini sono uguali di fronte la legge. Non devono esservi discriminazioni determinate dal colore della pelle, dalla religione né tantomeno dall’orientamento sessuale. Ciascun individuo deve potere essere accettato e mai escluso dalla società in cui vive, studia e lavora, in particolare nei tempi attuali in cui si afferma, anche a livello internazionale, l’importanza dell’uguaglianza e fratellanza tra i popoli. Purtroppo, nonostante gli sforzi dei legislatori, che hanno provato ad eliminare certi ostacoli culturali, molto resta ancora da fare, soprattutto per introdurre il criterio di normalità che deve investire tutti. Non esiste un amore giusto e uno sbagliato, tutti sono degni di rispetto e tutela, allo stesso modo ciascuna persona deve sentirsi libera di essere ciò che è realmente, senza obbligo di nascondersi per paura di essere emarginata. L’omofobia costituisce una grave forma di discriminazione che viene posta in essere da persone che, sbagliando, si reputano migliori di altre, semplicemente perché manifestano una sessualità che segue, apparentemente, la morale comune. Chi si trova quotidianamente davanti ad episodi di omofobia si chiede: come difendersi?

Omofobia è una parola che deriva dal greco e significa paura dell’omosessualità. Si tratta di un sentimento immotivato e irrazionale che talvolta sfocia anche in gravi episodi di violenza, fisica e verbale.

Omofobo non è solamente la persona che non ammette culturalmente l’esistenza dell’omosessualità e del fatto che persone dello stesso sesso possano amarsi e vedere riconosciuti i propri diritti, ma è soprattutto chi offende, minaccia e fa del male, esprimendosi con odio, sia direttamente che usando internet.

La rete, mediante i social network, costituisce un luogo in cui gli omofobi si uniscono e, prendendo di mira i malcapitati di turno, danno sfogo al proprio rancore. Non tutte le persone omosessuali hanno la forza di reagire a queste cattiverie e molti, soprattutto i giovanissimi, evitano di manifestare il proprio orientamento per paura di essere bullizzati da amici e compagni di classe.

L’omofobia è appunto una vile forma di bullismo che si riversa su persone che non hanno nessuna colpa se non quella di volere giustamente affermare la loro identità. Come difendersi dall’omofobia?

La Legge sulle unioni civili
La Legge Cirinnà, con l’introduzione delle unioni civili, ha consentito finalmente il riconoscimento ufficiale di molte coppie e la tutela del partner superstite in caso di morte del compagno.

Il percorso che ha portato alle unioni civili, e alla possibilità per le coppie omosessuali di legarsi per tutta la vita davanti alla legge, è stato lungo e tortuoso, denso di rinvii e di polemiche, soprattutto da parte di coloro che non reputavano legittima tale esigenza.

In passato, anche dopo relazioni ultra trentennali, con la morte di uno dei partner l’altro non poteva vantare alcun diritto, restando completamente escluso dall’asse patrimoniale. Poteva beneficiare della quota disponibile dell’eredità solamente chi veniva inserito in un testamento, mentre la restante parte rimaneva in favore della famiglia d’origine e dei parenti più prossimi.

Pertanto si venivano a creare delle situazioni paradossali in cui i familiari, dopo avere emarginato per molti anni il proprio congiunto per insensibilità, ignoranza o per vergogna, perché omosessuale, senza avere alcun tipo di contatto o di affetto ne diventassero eredi legittimi dopo la sua morte, mentre il compagno di una vita, con la quale il defunto aveva condiviso anche un lungo percorso, per la legge era considerato solo un perfetto estraneo.

Oggi, grazie alla legge Cirinnà, le principali garanzie di cui possono godere le parti di una unione civile riguardano il campo successorio e pensionistico, al pari delle coppie eterosessuali. Questa legge ha avuto una enorme importanza nella difesa dall’omofobia, in quanto ha introdotto, per la prima volta, dei diritti per le coppie omossessuali.

Come difendersi dall’omofobia?
Per difendersi dall’omofobia occorre innanzitutto spezzare la catena della violenza ed alzare la testa, chiedendo aiuto alla famiglia, agli insegnanti e alle associazioni LGBT presenti su tutto il territorio nazionale. Essere omossessuali non è assolutamente una vergogna e non deve costituire strumento di attacco e di presa in giro. I genitori e gli insegnanti devono essere particolarmente vigili in quanto non sono ammissibili atteggiamenti comprensivi con coloro che non manifestano alcun rispetto per il prossimo, reputato diverso, ma si esprimono semplicemente gettando fango sugli altri.

Se gli episodi di omofobia avvengono sui social network è fondamentale bannare immediatamente questi soggetti e fare segnalazione di disturbo, procedendo anche a sporgere denuncia alla Polizia Postale o ai Carabinieri.

Se gli episodi avvengono a scuola o in altri luoghi bisogna segnalarli al preside e alle Autorità affinchè prendano i dovuti provvedimenti.

L’importanza delle parole
L’omofobia si sconfigge anche adottando un vocabolario idoneo, privo di quelle parole spregiative indicanti l’omosessualità di un individuo che, soprattutto in alcuni contesti, vengono utilizzare per suscitare una risata stupida. Se si ascoltano determinate parole, non bisogna ridere e assecondare il gioco ma, al contrario, evidenziare come nel 2018 sia abberrante discriminare una persona per questi motivi.

La rivoluzione culturale parte anche da piccoli gesti di significato.

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