L’Aquila, polemica all’Università
Niente crediti agli studenti che partecipano al festival dei film Lgbt
Maurizio Di Fazio,
La decisione della facoltà di Filosofia assunta “per mancanza di contraddittorio” La protesta: “Scelta grottesca e medievale”
l’aquila
Studi filosofia e parteciperai a un festival di cultura gay, lesbica, bisessuale e transgender? Allora niente crediti formativi per te. L’Aquila Lgbt Film Festival non è un’iniziativa degna di valore educativo. L’ha stabilito il Cad (consiglio di area didattica) del dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila.
« Una decisione grottesca — contesta Luca Zenobi, che vi insegna Lingue — Un gravissimo atto di censura. Invito tutti gli studenti di Filosofia a partecipare alle proiezioni e ai dibattiti e li invito a protestare per questa decisione grottesca e medievale. La vostra forza e la vostra apertura devono essere più rumorose di chi vuole oscurare, imporre e censurare. Il diritto allo studio universitario non vuole fondamentalismi, e accetta le diversità in qualsiasi ambito».
Giunto alla sua terza edizione, l’Aquila Lgbt Film Festival è in programma da mercoledì 14 a sabato 17 marzo e avrà per fil rouge i diritti civili. Tra i film in concorso, “ King Cobra” di James Franco, “ L’estate addosso” di Gabriele Muccino e “Una donna fantastica” di Sebastian Lelio, fresco vincitore dell’Oscar come migliore film straniero. Il regista sarà presente in sala, tanto per dare un’idea del livello della rassegna.
Ma qual è la ragione tecnica addotta per giustificare il rifiuto di crediti formativi conferiti a eventi molto meno blasonati? Eccola: «La presidente del Cad mi ha detto che non ci sarebbe un contraddittorio e i temi affrontati sono indelicati — rivela il professor Massimo Fusillo, ordinario di Critica letteraria e letterature comparate nell’università aquilana — Come a dire che nel Giorno della Memoria dovrei invitare un negazionista o un neonazista. E poi proponiamo film e dibattiti, mica proposte di legge. Per me è una delibera molto grave: ho ricevuto tantissime mail di sostegno e di solidarietà».
Si dice che la mozione di rigetto sia passata con voto segreto. Sul piede di guerra pure il presidente dell’Arcigay locale, Leonardo Dongiovani: « Si tratta di una valutazione insensata che ci riporta indietro di anni, soprattutto per le motivazioni presentate. È svilente che nel 2018 un ateneo italiano ed europeo ritenga che l’omosessualità ( come semplice condizione di fatto) sia un argomento che necessiti di essere trattato in contraddittorio, come fosse una causa in tribunale. Al contrario, è necessario valorizzare il contributo di quei docenti che arricchiscono i loro corsi con seminari su argomenti seri e attualissimi, di cui in altri campus si parla già da decenni. Anche per contrastare l’omofobia e la violenza di genere tra ragazzi che saranno gli insegnanti di domani».