Dalla rassegna stampa Cinema

Ma Hollywood non cambia “Gli Oscar restano bianchi”

Le nuove regole dell’Academy
Ma Hollywood non cambia “Gli Oscar restano bianchi”

SILVIA BIZIO

LOS ANGELES
OscarSoWhite, ma anche troppo maschio, o vecchio. L’Academy of Motion Picture, Arts and Sciences (Ampas) che assegna le statuette è riuscita finalmente a rinnovarsi: con l’aggiunta, negli ultimi due anni, di centinaia di membri votanti più giovani, più neri, con più donne, e di origini internazionali e meno wasp. Ci si chiede adesso in che misura la votazione, soprattutto quella per il miglior film, risulti essere più equilibrata. Gli Oscar dovrebbero riflettere il meglio che Hollywood ha prodotto nell’anno, ma sono anche un riflesso dei votanti. Per questo, mai come quest’anno, con un massiccio rinnovamento della sua nomenclatura, l’Ampas e i suoi Oscar potrebbero riservare grandi sorprese.
«Quando Moonlight ha vinto lo scorso anno ho sentito e capito che l’Academy si stava davvero rinnovando», dice lo sceneggiatore Neil Landau, membro della Tt Academy (ma non dell’Academy che vota per gli Oscar), autore di libri su Hollywood (fra cui Tv writing on demand: Creating great content in the digital era in uscita in questi giorni). «Candidature come quelle per Scappa- Get out, Lady Bird e Chiamami col tuo nome fanno capire che la composizione dell’Academy è davvero cambiata: si è ringiovanita, ha introdotto votanti mentalmente aperti, liberal, di sinistra, tolleranti, progressisti. Certo, poi ci sono anche The Post e L’ora più buia, che per tematiche rispecchiano la parte più anziana dell’Academy. Ma almeno ora c’è un contraddittorio tra i membri come non c’era mai stato prima. L’Oscar è diventato “open season”: la stagione della caccia adesso è aperta a tutti.
Viene preso in considerazione anche chi tradizionalmente viene snobbato o sottovalutato.
Finalmente si va oltre gli Spielberg e le Streep».
Landau apprezza le nuove tendenze: «Vengono riconosciute registe donne come Greta Gerwig di Lady Bird o debuttanti di colore come il Jordan Peele di Scappa- Get Out, che resta il mio favorito come miglior film: è il film giusto al momento giusto. I votanti più giovani dell’Academy riconoscono il coraggio nell’affrontare tematiche socialmente scottanti in maniera satirica, allegorica, senza sottostare al politicamente corretto».
Non è del tutto d’accordo Del Hunter-White, afro-americana, attrice e sceneggiatrice, professionista da 30 anni ( E. R., Shameless, Criminal Minds, Dexter) e protagonista del corto candidato agli Oscar DeKalb Elementary: «L’Academy ha avuto il coraggio di guardarsi allo specchio, di pensare alla società che vorrebbe rappresentare, aprendo le porte a tanta gente di valore.
Malgrado ciò ha ignorato Scappa- Get Out. Quando si tratta di persone di colore la raffinatezza che viene apprezzata in un piccolo, e ben fatto, film di bianchi come Lady Bird, non funziona».
È d’accordo con lei Dan Mirvish, co-fondatore dello Slamdance Film Festival: «L’Academy ha fatto enormi sforzi in questi ultimi anni per diversificarsi.
Ciò nonostante la maggioranza dei suoi membri è ancora composta da uomini anziani e bianchi. Non si cambia da un giorno all’altro. Però qualcosa è cambiato nel modo in cui Hollywood affronta la questione dei diritti delle donne e delle minoranze. È stato questo approccio ad aver favorito certi film più di altri, non la composizione dei membri dell’Academy».
Darnell Hunt, sociologo e coautore del rapporto annuale sulla diversità nell’industria cinematografica commissionato dall’università UCLA ha spiegato la scorsa settimana che molto poco è cambiato davanti e dietro la cinepresa: sia dal punto di vista della direzione che da quello del box office. Secondo Hunt il successo di Black Panther, per quanto meritevole, è l’eccezione che conferma la regola. «I cambiamenti ci sono, ma non sono costanti», ha detto, «Quel che dobbiamo chiederci è: cosa dobbiamo fare perché diventi un movimento anziché un momento? ».

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