Dalla rassegna stampa Televisione

Film gay sulla Rai: dite a Libero che non c'è niente di male

Un giornalista si lamenta perché la prima rete manda in onda delle pellicole a tematica Lgbt. Un po’ come se gli omosessuali si lamentassero delle troppe scene etero.

Film gay sulla Rai: dite a Libero che non c’è niente di male

Un giornalista si lamenta perché la prima rete manda in onda delle pellicole a tematica Lgbt. Un po’ come se gli omosessuali si lamentassero delle troppe scene etero.

di ENRICO MATZEU

Ci risiamo. Torna l’omofobia travestita da opinione, travestita a sua volta da moralismo e sbattuta in prima pagina. Parliamo di un simpatico e alquanto inconsistente articolo a firma di Gianluca Veneziani apparso sulla prima pagina di Libero del 3 novembre. Il tema è la televisione, o meglio come Rai Uno nelle ultime settimane abbia trasmesso, tra film e fiction, un numero cospicuo di baci e atteggiamenti omosessuali. Così tanti da far intitolare il pezzo «Benvenuti su Gay 1», anticipato in prima pagina dal provocatorio e subdolo: «Boom di orge gay in televisione».

Se Raoul Bova che bacia un uomo in Scusate se esisto! e la Ferilli che pomicia con Margherita Buy in Io e lei possono essere considerate delle orge, consiglio a Veneziani di andare a farsi un giro in qualche dark room, per lo meno per avere reale coscienza di ciò che scrive. Il giornalista non si lamenta tanto delle effusioni omo, quanto dell’insistenza della Rai nel trasmetterle in prima serata e del tentativo – a parer suo – di far apparire «gli amori omosessuali più cool». Considerando i film e le fiction citati, le sue considerazioni appaiono ingenue e fuorvianti. Non esiste alcun manifesto del «gaymente corretto» come sostiene il giornalista, ma ci sono semplicemente delle storie, che esattamente come quelle eterosessuali possono essere raccontate in modo positivo o negativo.

Scusate Se Esisto
Da una commedia di Riccardo Milani (regista di Scusate se esisto!) certo non ci si può aspettare che i gay siano stronzi e promiscui, per quanto il personaggio di Bova inizialmente mostri la sua propensione al divertimento omosex. Sono racconti per famiglie e rappresentano la normalizzazione – che brutta parola! – della televisione contemporanea. Finalmente, anche in prime time, le storie che parlano di amori tra persone dello stesso sesso sono raccontate al pari di quelle etero, nel bene e nel male, ma soprattutto rispettando il target di riferimento. Così come il trono gay di Maria De Filippi rappresenta il tipo di ragazzo un po’ macho e tatuato a cui piacciono altri maschi simili, e nei quali il pubblico si può rivedere, anche sulla prima rete è giusto che si vedano i baci saffici di due attrici amate da quel tipo di audience.

I tempi del taglio censorio di Brokeback Mountain su Rai Due sembrano per fortuna lontani, nonostante alcuni detrattori continuino a minacciare la libertà di racconto e di espressione. A questo punto vorrei capire da Veneziani – che per altro non vuole essere tacciato di omofobia – che fastidio gli danno gli amori omo sulla tivù di Stato. Forse siamo ancora convinti che siano contro natura e quindi dannosi (anche se, francamente, pensavo che il medioevo della ragione fosse stato abbondantemente superato). Nessuno vuole fare il partigiano, beninteso, ma far passare per notiziabile tutto ciò è a dir poco retrogrado, oltre che eticamente scorretto. È come se le comunità LGBT si lamentasse quotidianamente della presenza di scene di sesso etero sul piccolo schermo. Una follia. Quindi, per riempire lo spazio sull’edizione cartacea del prossimo numero, consiglio a Libero un bel pezzo sull’accoppiamento delle foche monache o sulla raccolta delle noci brasiliane, così da alzare di un pelo il livello di utilità del giornale.

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