Insulto omofobo sulla portiera. L’attivista gay: non mi spaventa
UN INSULTO sprezzante — “Frocio” — inciso con una punta sulla portiera dell’auto. L’ha trovata Stefano Sechi, attivista per i diritti dei gay già vittima di un’aggressione omofoba un paio d’anni fa su un autobus, che ha denunciato l’accaduto su Facebook dichiarando: «Questo gesto d’odio mi ha reso solo più forte e determinato ». A Sechi è andata la solidarietà degli assessori alle Pari opportunità di Comune e Regione, Giusta e Cerutti.
Insulto omofobo inciso sull’auto dell’attivista gay “Non mi fa paura”
La solidarietà della città a Stefano già aggredito due anni fa sul bus
JACOPO RICCA
INCISA sull’auto la scritta più infame. Lo stigma del proprio orientamento sessuale che compare come sfregio sulla portiera con quell’insulto omofobo, che tanti gay si sono sentiti gridare: «La macchina che mi è costata tanti sacrifici e dedizione porta il “marchio” della mia colpa: essere gay, anzi essere frocio: così infatti mi hanno “carinamente” apostrofato imprimendo indelebilmente sei lettere sulla fiancata » racconta con un post sul suo profilo Facebook Stefano Sechi.
Lo studente torinese di 24 anni, che un paio d’anni fa era stato aggredito su un autobus notturno che dai luoghi della movida riportava a casa i giovani, proprio perché aveva riconosciuto di essere omosessuale, è finito di nuovo nel mirino degli omofobi. In questi anni il ragazzo si è impegnato nelle battaglie per i diritti degli omosessuali e forse proprio per questo è stato preso di mira: «Quest’ultimo gesto d’odio, fatto sicuramente da qualcuno che mi conosce, che conosce le mie battaglie quotidiane, mi ha reso solo più forte e più determinato» dice Sechi che ha ricevuto la solidarietà di tanti, sia tramite i social network che in forma privata. Tra questi anche l’assessore alle Pari Opportunità di Torino, Marco Giusta, che lo ha contattato. La sua omologa in regione Piemonte, Monica Cerutti, affida invece a Facebook le sue parole: «Esprimo la mia solidarietà a Stefano che ho avuto il piacere di conoscere. Non sei solo! Come sai la Regione Piemonte sta lavorando all’attuazione della legge contro tutte le discriminazioni. Abbiamo bisogno anche di te, della tua associazione per costruire politiche concrete di contrasto alla discriminazioni e di vero cambiamento culturale». Del caso si stanno occupando gli inquirenti, ma sembra che nella zona dove l’auto è stata danneggiata non ci siano telecamere che possano aiutare ad identificare gli autori del raid e lo stesso Sechi non ha sospetti: «Di sicuro è qualcuno che mi conosce, ma non so chi possa essere — ragiona il giovane — Nel mio quartiere non ho mai ricevuto minacce».
È l’ennesimo caso di omofobia in una città impegnata da tempo a contrastare qualsiasi forma d’odio. A scuola oltre il 50 per cento degli studenti Lgbt ha sentito commenti omofobi, come è emerso all’incontro annuale di Re.A.Dy, la rete nazionale che riunisce le pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni: «Sono vicino a Stefano, come amministrazione stiamo lavorando per contrastare ogni forma di discriminazione e diffondere informazioni corrette già a partire dalla scuola — dice l’assessore Giusta — Proprio sul tema del contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere abbiamo firmato, insieme con la collega Patti, un protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale».
LA FOTO SU FACEBOOK
Stefano Sechi ha pubblicato su Facebook la sua foto accanto all’auto con la fiancata sue cui è stata inciso un insulto omofobo