Il palinsesto fai da te “Cosa e quando in tv? Scelga lo spettatore”
Una ricerca condotta da Netflix in 22 Paesi del mondo “Importante è il contenuto, dove si guarda è irrilevante”
ERNESTO ASSANTE
ROMA
DURANTE la colazione del mattino non ci sono solo le ultime notizie, a pranzo è meglio vedere una serie drammatica e la notte vanno forte i documentari: il consumo televisivo cambia, rivoluzionato dall’assenza di palinsesto. Così racconta uno studio di Netflix compiuto seguendo le abitudini di visione dei suoi stessi utenti. «Netflix dà ai consumatori il completo controllo su quando e cosa vedere», spiega Cindy Holland, vice presidente dei contenuti originali del servizio streaming, «e questo cambia le regole del gioco con il risultato che gli spettatori non sono più costretti a seguire una programmazione non adatta ai loro interessi e ai loro orari».
Lo studio è stato realizzato osservando per sei mesi i comportamenti degli spettatori in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, India, Italia, Giappone, Sud Corea, Messico, Malesia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Filippine, Polonia, Portogallo, Singapore e Stati Uniti. Viene fuori che al mattino (il regno delle news o dei programmi di informazione leggera) vanno forte le commedie, con un incremento del 34% rispetto agli altri orari. Tra la mezzanotte e le sei (orario in cui si concentra quasi il 15% dello streaming) sono i documentari a ottenere il maggior successo, con una crescita del 23%.
Esiste ancora un “prime time” o l’assenza di palinsesto lo abolisce del tutto?
«La nostra offerta è costruita in modo che il pubblico abbia la possibilità di trovare sempre quello che vuole, non siamo noi a decidere orari e tempi di visione. La maggior parte delle visioni avviene negli orari serali, ma non è una regola, perché ad esempio in India l’orario di punta è quello delle cinque del pomeriggio mentre in Argentina è verso le 22».
I generi quindi non seguono le traiettorie dei palinsesti come le abbiamo sempre pensate?
«No, alcuni show che erano tradizionalmente serali come Una mamma per amica hanno adesso una forte visione al mattino presto, assieme ad altri programmi che hanno personaggi divertenti e allegri. In tutto il mondo le serie e i film “drama” totalizzano la metà delle visioni tra le 12 e le due del pomeriggio. In Italia, ad esempio, lo streaming di mezzogiorno è molto diffuso, come in Brasile. Le serie thrilling restano le più viste di sera, ma mentre si avvicina la notte accade, come al mattino presto, che il pubblico cerchi di nuovo la comicità ».
Come scegliete film, serie e documentari per un pubblico ampio e internazionale?
«Facciamo scelte che siano interessanti per i singoli paesi, anche in funzione delle lingue e delle culture. Ma in generale ci interessano contenuti che abbiano risonanza internazionale, soprattutto per quello che produciamo noi. Cerchiamo storie che possano interessare un pubblico globale, cerchiamo i migliori autori, registi che abbiano un linguaggio aperto e temi avvincenti. Pensi a Narcos diretto da un brasiliano, girato in Colombia, parlato metà in spagnolo e metà in inglese».
I contenuti vengono visti su piattaforme diverse, tablet, computer, televisori, smartphone. Possiamo ancora chiamarlo cinema o è televisione?
«È grande storytelling, è questo quello che conta. Continuiamo a chiamarlo in maniera convenzionale per identificare il contenuto, ma è poco importante dove la gente lo guardi. Noi incoraggiamo i nostri autori a scrivere storie che siano affascinanti e i nostri registi a dare il massimo dal punto di vista dell’immagine, la qualità è la cosa più importante».
Il pubblico trova sempre quello che vuole. L’ora di punta è diversa in India piuttosto che in Argentina o in Italia
Cindy Holland