Intercity winter
FULVIO PALOSCIA
UNA STAGIONE «autobiografica». Nel buttare giù il cartellone di «Intercity winter», la rassegna al Teatro della Limonaia, Dimitri Milupulos ha seguito la vocazione dello spazio sestese (forte attenzione alla drammaturgia contemporanea sia italiana che straniera) legandola però a temi che gli sono cari, agli affetti, alle amicizie di una vita. Una rassegna che, alla fine, appare come un «autoritratto » dello scenografo, regista, attore greco che a Firenze strinse il sodalizio di arte e di vita con Barbara Nativi, di cui ha raccolto l’eredità. E fu proprio la Nativi a portare in scena Trincea di signore, testo di Silvia Calamai che mette in scena due anziane signore “prigioniere” di un appartamento mentre fuori l’Arno invade le strade di Firenze: diverse attrici hanno vestito i panni ironici e malinconici di Ortensia e Gervasia, tra le altre Franca Nuti, Marisa Fabbri e Lucia Poli; in questo riallestimento (11 febbraio, in collaborazione col Teatro delle donne) della fortunata lettura- spettacolo firmata dalla Nativi, Monica Bauco e Anna Meacci: «Riproporre uno spettacolo di Barbara — spiega Milopulos — provoca una strana sensazione perché se da una parte devi allontanartene per oggettivizzarla, dall’altra è come riabbracciare una persona che per te è stata fondamentale».
Uno dei cavalli di battaglia della Nativi fu Le cognate, testo di Michel Tremblay che di recente Milopulos ha rimesso in scena: dello stesso autore canadese è Frammenti di inutili bugie (27-29 gennaio), ma il tono della pièce è completamente diverso, così come è eccentrico il modo in cui racconta il tema dell’omosessualità. In scena, due adolescenti che vivono il loro innamoramento con le paure, i tormenti, gli imbarazzi della loro età, solo che appartengono a due epoche diverse. Uno esiste oggi, l’altro cinquant’anni fa, accanto a ciascuno di loro i genitori e due soggetti che rappresentano una specie di «coscienza-contraltare»: uno psicanalista per il ragazzo che appartiene al presente, un prete per quello del passato. «È un testo che non giudica, ma racconta, anche se tra le righe si legge come le difficoltà dell’essere gay non siano poi così cambiate nel tempo» spiega Milopulos, al banco di regia. E che torna come attore in Sex and the world, recital basato sull’omonimo libro in cui Bruno Casini narra 25 anni di viaggi e incontri in giro per il mondo, da Orano in Algeria a Marrakech in Marocco, dall’isola greca di Patmos alla gay Bay Area di San Francisco tra amicizie, amori gay, musica, sesso, politica, letteratura, conquiste e battaglie in nome di un mondo più libero e giusto (26 febbraio). Completano il cartellone Medea. Un soliloquio (18 febbraio), primo studio dell’attrice Valentina Banci sulla tragica e controversa figura femminile della mitologia greca, qui raccontata con le parole di Seneca e Heiner Müller (la drammaturgia è di Paolo Magelli) e i concerti di Sesto Jazz.
IL CARTELLONE
Apre il 27gennaio con Frammenti di inutili bugie (nella foto, una scena); poi l’11 febbraio Trincea di Signore di Silvia Calamai, il 18 febbraio Medea. Un soliloquio da Seneca e Heiner Müller, il 26 Sex and the world