Justin Fashanu, il primo calciatore gay a dichiararlo pubblicamente, poi il suicidio
Offeso pubblicamente, l’onta del ripudio da parte del fratello John, la fuga negli Usa, l’accusa di stupro di un adolescente, il suicidio. Justin Fashanu il primo calciatore gay a dichiararsi pubblicamente
ll pallone non è un posto per gay, conosciamo la percezione di chi in quegli anni condivide l’omosessualità con quella presunta deviazione dell’equilibrio mentale. L’idea di non essere accettato, perché a sorprenderlo con l’emozione delle prime cotte erano i ragazzi e non le ragazze insomma quello che ha passato il povero Fashanu dopo essersi dichiarato omosessuale ha dell’incredibile: il fratello (anch’egli calciatore) lo ripudiò letteralmente, la comunità nera britannica valutò l’azione di Fashnau come “svergognata, un affronto alla comunità nera, un danno d’immagine patetico ed imperdonabile”. Nel 1990 Fashanu divenne il primo giocatore professionista e inglese a dichiararsi pubblicamente gay. La decisione fu accolta con ostilità, sia dal mondo sportivo, sia dalla comunità nera britannica sia dagli amici che proprio amici non erano. Gli anni ’80 sono gli anni della rivoluzione giovanile, gli anni in cui uscire allo scoperto è un dovere, trasgredire quelle regole uscendo dagli schemi, nonostante il contesto sociale sia in fermento in ambito di diritti sociali e umani, gli anni ’80 sono anche gli anni dell’Aids e del male invincibile, di quel virus letale la cui poca informazione si riduce ai contagi proprio tra tossicodipendenti o omosessuali.
Proprio in Italia il caso ‘Rossi-Cabrini’ ebbe una risonanza mediatica enorme in Italia e, per la prima volta, si parlò della possibile presenza di giocatori omosessuali nel calcio; un argomento ‘tabù‘, una questione da sempre coperta da un velo d’omertà. Justin fece il suo debutto nel calcio professionistico con il Norwich City nel 1979, gioca bene, realizza innumerevoli reti per consacrarsi definitivamente l’anno successivo. Il 1980 coincide con l’apice della carriera di Justin Fashanu.
Nella partita vinta contro il Liverpool, segna una rete bellissima che a fine stagione gli varrà il premio assegnato dalla BBC per il gol più bello dell’anno. Il gol ai Reds, insieme agli altri 39 segnati nelle 103 presenze con la maglia giallo verde, porta definitivamente il suo nome alla ribalta nazionale, tanto che l’estate successiva Brian Clough decide di portarlo al Nottingham Forest per una cifra record. Divenne il primo giocatore di colore britannico valutato un milione di sterline e nonostante sia fidanzato con una ragazza, la sua frequentazione di locali notturni per omosessuali non manca di suscitare l’attenzione dei gossip britannici, dei suoi compagni e del suo allenatore.
Già al tempo giravano voci che Justin Fashanu frequentasse gay bar e locali notturni gay. Clough ne era disturbato e lo chiamò «un fottuto finocchio» così come nella sua autobiografia esprime rimorso per non aver saputo essere psicologicamente vicino a Fashanu, forse troppo ingenuo nel dichiararsi in un ambiente come quello del football professionista che riversò su di lui una pura valanga di ostilità. Gli anni ’90 sono un passo che porta ad oggi, anni nei quali il gay pride si fa sentire fortemente, anni in cui essere omosessuale comincia a non essere considerato una malattia, una sorta di periodo in cui l’informazione esplode ed i diritti anche. Il suo ‘caming out‘ avvenne proprio agli inizi del 1990 dopo che, per tutto il decennio passato, le voci sulle frequentazioni notturne di bar e locali per omosessuali stroncarono la sua ascesa nel calcio inglese decise di dichiarare pubblicamente le proprie preferenze sessuali.
Le sue prestazioni sul campo risentirono dei rumors intorno a lui, in ogni campo le battaglie fisiche e morali erano puntualmente accompagnati da sfottò e razzismo; le sue stagioni ed i soli 3 gol segnati in 32 presenze non sono certo un buon modo per indurre Clough a cambiare opinione. Justin Fashanu arriva a cambiare ben 12 squadre nei successivi 10 anni di carriera, toccando nel suo peregrinare Stati Uniti, Canada, Scozia e Svezia. Rinnegato anche dal fratello John e, abbandonato da tutti, il suo rendimento sportivo calò ulteriormente, in quella che sembrava una spirale discendente senza fine.
Finì per ritrovarsi coinvolto in un’accusa di violenza carnale ai danni di un ragazzo diciassettenne del Maryland, negli USA e nonostante negli anni successivi emersero carenza di prove, Fashanu non resse alla vergogna delle accuse e si suicidò nel 1998, nella sua casa dei sobborghi di Londra.
«Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodiché la mattina lui mi ha chiesto denaro. Quando io ho risposto “no”, mi ha detto: “Aspetta e vedrai”. »
«Sperò che il Gesù che amo mi accolga: troverò la pace, infine. »
Chi ha un orientamento sessuale minoritario ha una difficoltà in più: se ti discriminano perché sei nero o ebreo, quando torni a casa trovi il sostegno della famiglia. I gay molto spesso sono costretti a “nascondersi” anche lì. Il suo nome è ancora ricordato nella comunità gay tra i più influenti e coraggiosi nella lotta per i pari diritti… Fashanu l’ha fatto con consapevolezza e tenacia cercando di essere se stesso sino alla fine.