Dalla rassegna stampa Polemica

L’omosessualità è davvero naturale ?

L’omosessualità è davvero naturale ?

Luca Romani

Secondo la definizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’omosessualità è “una variante naturale del comportamento sessuale umano“.

Per affermare ciò si fa continuamente ricorso ad un collegamento all’omosessualità presente nel mondo animale, come se tra uomo e animale non ci possa essere differenza.

Ma la natura dell’uomo, più incline alla ragione, è diversa da quella animale, più incline all’istinto. Quando si parla di caratteristica naturale o non dell’omosessualità si riferisce alla natura dell’uomo e non alla natura in genere. Altrimenti dovremmo pensare alla naturalità dell’incesto, della coprofagia o del cannibalismo.

Per cui il primo passo da fare è distinguere la natura dell’uomo da quello naturale.

È convinzione molto diffusa nel mondo LGBT che l’omosessualità sia innata (“born this way“) quasi a voler accentuare la sua naturalità.

Numerosi studi provano a confermare tale tesi senza prove confutabili, ma la ricerca più approfondita e più completa afferma il contrario. Vale la pena ricordare che tale ricerca è stata poi molto contestata dalle associazione di parte.

Non essendoci studi certi che dimostrano l’una o l’altra tesi, proviamo ad analizzare passo dopo passo basandoci su dati certi.

1. il sesso biologico

Innanzitutto è scontato che si nasca maschi o femmine, salvo i rarissimi casi di ermafroditismo dove un individuo presenta caratteristiche anatomico-fisiologiche sia maschili che femminili.
Il sesso biologico è definitivo e rimane tale per tutta la vita dell’individuo, anche nei casi di disforia di genere ove un individuo non si riconosce psicologicamente nel sesso biologico. In questi casi, pur facendo ricorso agli interventi di chirurgia estetica, i cromosomi non subiscono una variazione. Per cui chi nasce maschio, muore maschio; chi nasce femmina, muore femmina.

2. le differenze tra uomo e donna

Partendo da questa prima certezza possiamo ricavarne un’altra altrettanto importante: le differenze biologiche e psicologiche tra l’uomo e la donna.

Tralasciando le note differenze ormonali e genitali, le differenze più importanti sono quelle presenti nel cervello, che vanno ad influenzare l’aspetto comportamentale dell’individuo.

Secondo l’Almanacco della Scienza, il cervello maschile presenta più neuroni (materia grigia), mentre quello femminile presenta più connessioni (materia bianca). Ciò rende l’uomo più logico e razionale e la donna più intuitiva ed emotiva. No, non sono generalizzazioni ma risultati scientifici.

Tali caratteristiche sono confermate in due situazioni ben distinte(la reazione allo stress e la genitorialità) dove l’uomo e la donna assumono un comportamento diverso.

Nelle situazioni di stress, l’uomo tende a diventare aggressivo in quanto perde il controllo della situazione e, non vedendo logica in quella stessa situazione, assume un atteggiamento impulsivo (es. i casi di violenza domestica che possono arrivare all’omicidio). Differentemente, la donna tende ad attivare circuiti emotivi e a ricordare i particolari di una situazione (es. la crisi post-parto).

Nella fase di genitorialità, invece, il ruolo di padre e madre tendono a distinguersi seguendo proprio le differenze cerebrali dell’uomo e della donna. Lo descrive Giovanni Bollea, il padre della moderna neuropsichiatria infantile. Secondo lo psichiatra italiano, la caratteristica fondamentale della funzione paterna è proprio quella di favorire il processo di separazione dalla madre e introdurre il figlio, attraverso il linguaggio logico, al pensiero razionale e al rispetto delle regole, nell’universo delle relazioni sociali. D’altro canto, la madre, in quanto figura portatrice di affetto e fiducia, è fondamentale per favorire il dialogo e la stima di sé. Queste caratteristiche hanno un ruolo fondamentale per l’equilibrio psicologico del figlio, soprattutto nella fase infantile e adolescenziale.

3. l’unione tra due individui

Dopo aver compreso le due citate certezze scientifiche, passiamo ad analizzare il rapporto di coppia tra due individui per capire se davvero l’omosessualità sia una variante naturale.

La coppia eterosessuale si fonda alla complementarietà dei sessi:

– complementarietà anatomica, che la rende l’unica coppia potenzialmente aperta alla procreazione. Badi che si parla della natura umana e non va collegata alla sterilità e la fertilità, che sono condizioni fisiche (permanenti e non) che non rendono possibile il concepimento.

– complementarietà psicologica, per le sopra evidenziate differenze tra l’uomo e la donna.

Diversamente, la coppia omosessuale non può fare affidamento alla complementarietà dei sessi, sicché deve trovare valide alternative, proprio perché la natura non prevede questo tipo di unione.

La conferma si ha da due dati statistici che evidenziano un’alta incidenza di malattie sessualmente trasmissibili nel mondo omosessuale.

Uno dei più grandi studi sulle lesbiche ha dimostrato che la quasi totalità (93%) dei partecipanti aveva rapporti sessuali anche con uomini e che la probabilità di prendere la clamidia è molto più elevata tra le lesbiche che tra le etero.
Per quello che riguarda invece i gay, le nuove linee guida dell’OMS affermano che il rischio di contagio del virus HIV per i gay è molto elevato (19 volte rispetto al resto della popolazione). Un’incidenza talmente elevata da spingere l’OMS a consigliare l’uso preventivo di pillole antiretrovirali e di preservativi.

Questo risulterebbe abbastanza logico considerato l’utilizzo di un organo umano per finalità diverse rispetto a quelle per cui è predisposto.

Dall’analisi effettuata si desume che l’omosessualità non può essere innata e quindi naturale; altrimenti non ci sarebbero rischi elevati sulla salute. Piuttosto è altamente probabile, seppur impopolare, che sia dovuto ad una serie di fattori psicosociali (educazione ricevuta, cultura acquisita, esperienze di vita, scelte di vita, ambiente circostante) che portano ad un indebolimento del sesso biologico e ad conseguente condizionamento dell’orientamento sessuale.

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