Dalla rassegna stampa Libri

Padova contro il saggio sul gender

Negata la sala alla filosofa Marzano. Lei: sarò in libreria. Il Pd: dittatura liberticida

La campagna del sindaco Bitonci I precedenti La giunta aveva già detto no ad Amnesty International e al console del Marocco

Era successo con Amnesty International che chiese una sala del Comune di Padova per un convegno sul dialogo con l’islam: «Non pertinente», rispose il funzionario del sindaco alzando disco rosso; è successo alla libreria Pel di Carota che voleva leggere pubblicamente dei brani tratti da alcuni libri sull’educazione alle diversità: «Iniziativa non in linea con le finalità dell’Ente»; è toccato alla scrittrice Paola Tellaroli quando cercava di presentare a Palazzo Moroni, sede del Comune, il suo «Misteri e storie insolite di Padova»: «Le finalità programmatiche dell’amministrazione sono altre»; e pure al console del Marocco Ahmed El Khdar, ma lui tentò davvero l’impossibile proponendo direttamente al primo cittadino della città del Santo, Massimo Bitonci, un incontro per discutere di una palestra pubblica da destinare al ramadan: «Quando nel mondo islamico i cristiani saranno rispettati e non perseguitati, ci parleremo». Chiuso. Infine Michela Marzano, parlamentare «indipendente» del Pd e docente di filosofia morale alla Sorbona di Parigi, che forse non era a conoscenza dei precedenti il giorno in cui ha tentato la carta della sala municipale di Padova per discutere del suo libro, «Papà, mamma e gender», appuntamento organizzato dall’Arcigay e in calendario per sabato prossimo. Perché l’idea è stata naturalmente cassata dal gabinetto del sindaco: «Un libro che avvalora la teoria “gender” si pone in antitesi rispetto all’indirizzo programmatico». Lo stesso ufficio ricorda puntualmente e nero su bianco il caposaldo di quell’indirizzo: «La vigilanza affinché sia rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità… Fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna come istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita… Nucleo naturale e fondamentale della società e come tale ha diritto a essere valorizzata».
Risultato: addio sala comunale. E Marzano delusa e spaesata: «Cado dalle nuvole. Non mi aspettavo di essere tacciata di fare propaganda gender e mi sembra un po’ triste che si vieti una discussione su un libro che ha uno scopo diametralmente opposto: dialogare con il pubblico per fare un po’ d’ordine sull’argomento. Vorrà dire che manderò al sindaco una copia del libro, così potrà capire di cosa si parla. O magari venga a discuterne alla Libreria delle Donne dove non avrò problemi a presentarlo».
Giornata nera per Bitonci. «Questo ennesimo divieto puzza di fascismo, la sua è una dittatura liberticida, da mesi in città si sta affermando un clima politico e morale che nega la libertà di espressione ai cittadini e soffoca la democrazia», attacca Alessandro Zan, deputato pd padovano, che non va per il sottile: «Sono politiche omofobe, retrograde, razziste».
«Certo è che i no di Bitonci, oltre a demolire l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di pensiero, non contribuiscono alla distensione», pungola Marzano allargando il fronte di chi accusa il governo di Padova di oscurantismo e riottosità alla libera circolazione delle idee. Uno scontro duro e crescente, sociale, politico e ora anche giudiziario. Il diniego alla lettura dei libri cosiddetti gender ha infatti varcato la soglia del palazzo di giustizia, dove qualche giorno fa l’eurodeputato Flavio Zanonato, ex sindaco di Padova ed ex ministro, ha presentato un esposto per abuso d’ufficio sul caso. Mentre Bitonci ricorda che non si tratta di un’ossessione, non sua almeno: «Lo scorso 5 ottobre la maggioranza del consiglio, con una mozione sulla famiglia naturale, ha impegnato il sottoscritto a vigiliare affinché non venga promossa la teoria del gender». E lui, dunque, vigila.


da La Repubblica

IL CASO IL LEGHISTA MASSIMO BITONCI

Il sindaco di Padova nega la sala a Marzano “Non si parla di gender”

GIUSEPPE ALBERTO FALCI

Niente sala per la presentazione del libro di Michela Marzano. Così ha deciso il sindaco di Padova, il leghista Massimo Bitonci, che ieri ha negato l’autorizzazione della Sala Paladin per la presentazione dell’ultimo pamphlet della filosofa e parlamentare dem, dal titolo ”Mamma, papà e gender”. Il motivo? In una lettera firmata dal gabinetto del primo cittadino del Carroccio vengono elencate le motivazioni del rifiuto. «Si precisa – si legge nella nota dell’amministrazione patavina – che il consiglio comunale, con mozione 2015/0070 approvata il 5 ottobre 2015 ha impegnato sindaco e giunta comunale a vigilare affinché non venga introdotta e promossa la “teoria del gender” e affinché venga al contempo rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità». Una missiva che non soddisfa la parlamentare dem. Gender, spiega la Marzano, «è semplicemente il termine inglese per il quale esiste da anni la traduzione italiana “genere”. La scelta, per alcuni, di utilizzare il termine in inglese anziché la parola propria in italiano è un modo per creare confusione e paura». Il libro infatti analizza la teoria di “genere”, ossia le caratteristiche fisiche che distinguono un uomo da una donna. Ma anche l’orientamento sessuale, «ovvero l’attrazione emotiva e sessuale che ci porta verso persone dell’altro sesso o dello stesso sesso». Lo scopo quindi è favorire il rispetto di chiunque, indipendentemente dalla propria identità e dal proprio orientamento sessuale. «Mi stanno censurando, mi impediscono di parlare, ma io non mi arrendo. Ho persino invitato il sindaco della Lega al dibattito che faremo alle libreria delle Donne in sostituzione di quello censurato. Così gli regalerò il libro». Ironia a parte, Marzano si mostra preoccupata. Perché dietro la censura si cela il silenzio del Pd. «Al netto di alcuni parlamentari che mi hanno chiesto in aula cosa fosse successo, non ho ricevuto alcuna chiamata dai vertici del Pd». L’impressione è che gli attacchi di queste ore abbiano soltanto un obiettivo: affossare il disegno di legge sulle unioni civili che l’aula di Palazzo Madama dovrebbe iniziare a votare dopo il via libera alla manovra. «O comunque – mette a verbale Marzano – cercheranno di svuotare la legge togliendo la stepchild adoption».

FILOSOFA E DEPUTATA PD

Michela Marzano, autrice di “Mamma, papà e gender”

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