DIRITTI
Non puoi accettare i cambiamenti della società in tv , e poi non riconoscere quegli stessi diritti agli esseri umani
”
IL FILM Una scena di “Trainwreck” la nuova commedia di Judd Apatow (nella foto sotto)
“L’America ha fatto scelte di libertà guardando le serie e i nostri film”
LOS ANGELES – IL “GURU della commedia americana”, come viene soprannominato Judd Apatow ( 40 anni vergine , Molto incinta , Le amiche della sposa ), oggi ha voglia di parlare di politica, anche se nel suo film Trainwreck , scritto (insieme ad Amy Schumer), prodotto e diretto da lui stesso, è intesa nel senso che “il personale è politico” (una donna in carriera incapace di essere monogama). «Voglio festeggiare le decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che rende definitivamente legale e costituzionale il matrimonio tra persone dello stesso sesso», dice Apatow, 48 anni, di New York ma losangelino da oltre 20 anni.
«È un fantastico momento e penso che la commedia abbia giocato un enorme ruolo in quella decisione. Penso che gente come Jon Stewart e Stephen Colbert e show televisivi come South Park e Modern family e Will & Grace abbiano oliato le ruote dell’America per metterla a proprio agio con quest’idea spingendola a vedere i gay come semplici esseri umani che cercano solo di essere felici. Non puoi assistere a Modern family (i due protagonisti, gay, si sono sposati nel corso di una delle stagioni,
ndr ) e poi negare agli omosessuali gli stessi diritti che hanno tutti gli altri. Cinema e tv hanno avuto un grande effetto sulla nostra cultura».
Ha appena pubblicato un libro di “conversazioni con colleghi comici”, “Sick in the head”, fuori di testa. Com’è nato il libro?
«Quando a 18 anni mi sono trasferito a Los Angeles ho lavorato come lavapiatti in un comedy- club al solo scopo di stare in mezzo ai comici. Ho anche provato a fare cabaret, ma facevo schifo. Ho capito in fretta che ero bravo a scrivere materiale per altri, che sapevo tirare fuori il meglio del lato comico di altri comici, insomma che il mio forte era dietro le quinte. A 15 anni, al liceo, ho creato e condotto una trasmissione radiofonica, il cui segnale non arrivava oltre la palestra della scuola, ma che tuttavia fu un successone. Un talk-show sulla commedia in cui riuscii a intervistare attori e autori comici che sarebbero diventati famosi da Ben Stiller a Jay Leno. Sick in the head è una raccolta delle mie interviste da quando avevo 15 anni a oggi. Ho imparato a scrivere e produrre commedie, anche quelle demeziali, conversando con i migliori comici ».
Come pensa sia cambiata la commedia negli anni?
«Quello che è cambiato molto è il ruolo di Internet. Quando ero ragazzino io, se incappavo in una scena comica che mi piaceva non potevo più rivederla. Oggi basta andare su YouTube e ritrovi tutto. E infatti sono in tanti a fare ottima commedia, perché si può imparare dagli altri. Ormai non costa niente fare un video “Funny or die” (parodie e finti trailer, ndr ): lo metti sul web e se è divertente tutti lo guardano. E se lo vedono in tanti, magari ti arriva anche una proposta di lavoro. L’unico problema è che c’è talmente tanto a disposizione che non si può vedere tutto. Oggi in tv ci sono show bellissimi che nessuno guarda, non è come ai tempi di MASH quando l’intero paese era incollato alla tv».
La commedia è anche molto più irriverente di un tempo.
«Penso sia naturale che si siano rotte certe barriere. Siamo meno conservatori e quindi in grado di affrontare gli argomenti, anche complessi, che ci vengono serviti. Non credo che nessuno sia danneggiato dall’offerta: il mondo non è cambiato perché esiste “Una notte da leoni”. Pensi cosa sarebbe riuscito a fare Jerry Lewis se non lo avessero “imbavagliato”… ».
Perché ha scelto Amy Schumer per “Trainwreck”?
«Sono un suo ammiratore e fan sfegatato: è una comica senza freni inibitori che sa come esprimere le frustrazioni professionali e romantiche di una donna oggi capace di ridere delle ipocrisie sociali. Mi piacciono le donne con idee forti, visionarie. Trovo irresistibili le femmine indipendenti dotate di senso dell’umorismo».
Nel film c’è una parte anche per il campione di basket Le Bron James, nel ruolo di un romantico puro alla “Downton Abbey”.
«I campioni sportivi sono le figure forse più riconosciute al mondo, più delle star del cinema. Avevo visto LeBron recitare in alcune pubblicità televisive così l’ho chiamato e ho scoperto che ha un talento naturale per la recitazione. In Trainwreck è il miglior amico del medico ortopedico interpretato da Bill Hader, colui che diventa l’oggetto di desiderio di Amy. Non vedo l’ora che smetta di giocare a basket per averlo in ogni mio film, tipo Tony Roberts nei primi film di Woody Allen».